Us Catanzaro 1929, una sconfitta che brucia ma le aquile escono dal Granillo a testa alta e onorano il simbolo

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La curva Massimo Capraro dell’Us Catanzaro
  14 ottobre 2019 23:48

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

La sconfitta di Reggio brucia tanto soprattutto perché è maturata nei minuti finali di una gara tutto sommato da pareggio. Mille tifosi sono rimasti gelati dal gol di Corazza nel finale di un derby sentito e partecipato. D’altra parte, si sapeva che questa partita, più di qualunque altra, sarebbe stata decisa da un episodio e dai “piccoli particolari”, e così è stato. E questa volta è andata bene alla Reggina che attraversa un momento magico e non si lascia sfuggire un’occasione così ghiotta con il suo bomber.

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Ma il Catanzaro esce a testa alta dal Granillo e può essere soddisfatto della prestazione. La squadra allenata da Auteri gioca a calcio e lo fa anche molto bene. Crolla solo nel finale per una leggerezza difensiva che punisce oltremodo le aquile, ma per il resto conduce una buona gara costruendo anche diverse occasioni. Di questo la tifoseria deve andare orgogliosa perché può vantare davvero un gruppo capace di esprimere trame di gioco degne di altra categoria. E il merito va dato al tecnico di Florida che, nel bene e nel male, fa calcio e non teme gli avversari. Il resto sono sterili disquisizioni. Si può anche perdere ma quando si esce dal campo a testa alta si deve accettare il risultato con grande serenità anche quando si tratta di un derby.

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Poi, se bisogna analizzare la partita è ovvio che ognuno la vede a modo proprio ma sicuramente il mister conosce più di qualunque altro la propria creatura. Ciò non toglie che anche lui possa sbagliare. La critica ci sta! E allora si può ipotizzare che se avesse sostituito alla fine del primo tempo Martinelli, già ammonito, con Riggio o Figliomeni probabilmente avrebbe giocato in superiorità numerica per tutta seconda frazione di gioco e le cose sarebbero andate diversamente. Oppure se avesse schierato un altro calciatore al posto di Nicoletti, ad esempio Favalli o Pinna, probabilmente non avrebbe preso il gol! Ma sono tutte valutazioni che lasciano il tempo che trovano.

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Non si vince con i se e con i ma. Quest’anno è un’altra storia e il campionato è molto difficile per tutti. Servono serenità e rispetto dei ruoli. Il tecnico decide sul campo, il Ds fa la squadra e il presidente finanzia il progetto. La tifoseria sostiene un simbolo, nel bene e nel male, ma non deve entrare nel merito di scelte tecniche, pur conservando il diritto di criticare la società quando le cose vanno male. Ecco, probabilmente le cose non vanno come devono andare non per le scelte opinabili di Auteri, i movimenti di Nicoletti o per il lavoro del Ds, che possono anche rivelarsi fallimentari, ma per le scelte operate dalla società.

Ci si aspettava innanzitutto una campagna acquisti diversa, più importante, di spessore, magari meno numerosa ma più efficace. Invece, così non è stato e l’andamento non è quello che ci si aspetta. E’ inutile girare intorno al problema o ritornare sui contrasti interni, tra Mister e Ds, che a quanto pare si ripercuotono a volte anche sulla scelta dei giocatori che scendono in campo. Su questo aspetto, peraltro tutto da verificare, è bene che la società faccia chiarezza.

In serie C per ottenere risultati bisogna spendere, badare al sodo e sperare che arrivano i risultati. La storia dice questo. La società presieduta del miliardario Floriano Noto invece ha preferito affidarsi ad una politica oculata. Malgrado la vendita di Eugenio D’Ursi, il sodalizio di via Giocacchino da Fiore non ha cambiato linea rispetto al progetto partito l’anno passato. Un progetto basato sulla forza di un tecnico con una precisa filosofia di gioco ma che, comunque, proprio per le sue caratteristiche, ha bisogno di tanta qualità. Cosa che probabilmente non risponde a pieno alle caratteristiche di questa rosa.

La tifoseria ne deve prendere atto e mettersi l’anima in pace. La stagione in corso può andare bene ma può anche andare al di sotto delle aspettative e degli obiettivi prefissati. D’altra parte, avere una squadra di buon livello che se la gioca con tutti a viso aperto non è cosa da poco e di per se è già un obiettivo raggiunto! Detto ciò, questo Catanzaro ha tutte le carte in regola per vincere il campionato ma solo se si prende coscienza che non è la Juventus della serie C e probabilmente mai lo sarà. Ma soprattutto che Floriano Noto non ha comprato il Catanzaro per buttarci i soldi. Ecco, se qualcuno, forse tanti, si aspettavano questo tipo di presidente è probabile che resteranno delusi. Il Catanzaro è una squadra squadra valida, ben allenata ma che per vincere ha bisogno dell’aiuto di tutti. Solo così forse si otterranno risultati.

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