Us Catanzaro 1929, una squadra timorosa e confusa ha smarrito le certezze di un tempo

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Catanzaro e Ternana in campo
  02 dicembre 2019 20:40

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

La partita di ieri contro la Ternana dimostra che nel calcio i valori alla lunga fanno la differenza. I rossoverdi fin dall’inizio hanno saputo mettere in chiaro le cose e imporre un assetto tattico determinato a bloccare i flussi di gioco delle aquile. Pressing asfissiante sui portatori di palla, Martinelli e Maita, uniche fonti di gioco del Catanzaro e palleggio da squadra esperta dotata di ottimi valori tecnici e di un manico molto capace.

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Il Catanzaro, dalla sua, entra in campo con un atteggiamento timoroso e da squadra che sa di affrontare un avversario più forte. Così, per tutto il primo tempo si è vista una squadra in campo: la Ternana, protagonista di giocate rapide caratterizzate da movimenti collettivi ben orchestrati e un Catanzaro remissivo e confuso che non sa cosa fare. Imbrigliato a centrocampo da Palumbo, Paghera, Damian e Parodi e in avanti tenuto sotto scacco dai pregevoli attaccanti, Marilungo e Ferrante. Il trainer Gallo, che aveva dichiarato di essere in allarme a centrocampo si è limitato a schierare un semplice 4-4-2, mascherato da un 3-5-2, con Mammarella, terzino sinistro, capace di mettere in area palloni col contagiri. Suagher e Sini, che annullano Nicastro e Kanoute, davvero spaesati lì davanti.

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Questo il leit motiv della prima frazione di gioco caratterizzata dal gol dalla distanza di un ottimo Palumbo, regista mancino degli umbri, che ha beffato Di Gennaro con un sinistro preciso e angolato. Poi, il rigore concesso a Kanoute, travolto dall’uscita a valanga di Tozzo, bravissimo nel deviare il tiro dal dischetto, forte a mezza altezza, dello stesso attaccante di colore. Circostanza che taglia le gambe alle aquile che, per la verità, avevano provato a reagire al gol e all’intraprendenza dei rossoverdi.

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Nella ripresa la suonata è diversa, con un Catanzaro più motivato e deciso a pareggiare i conti. E ci riesce bene dopo una serie di tentativi con il gol del solito Celiento (migliore dei suoi) che riapre il match e da coraggio ai giallorossi, da quel momento determinati a raddoppiare. 
Ma la Ternana si difende bene e attende con pazienza l’errore degli avversari, che intanto alzano il baricentro per provare a vincere la partita spendendo tutte le energie a disposizione. 

E la disattenzione infatti arriva inesorabilmente all’86’. Vantaggiato, entrato da pochi minuti, viene lanciato in profondità con una palla recuperata dai suoi dopo un errore in mezzo al campo dei giallorossi. L’esperto attaccante non ci pensa due volte e cerca l’angolo opposto con un destro a giro, la sfera s’infrange sul palo e sbatte sul corpo di Martinelli che la deposita nella propria rete. Immancabile l’esultanza di tutta la panchina ospite e degli circa 40 sostenitori assiepati in curva “Mammì”. 

Il raddoppio di Paghera arriva nei minuti di recupero, per effetto di un altro errore singolo, che favorisce il contropiede rossoverde e mette il forte centrocampista nelle condizioni di segnare con un chirurgico diagonale destro che beffa il numero 1 giallorosso. La Ternana chiude così il match del Ceravolo e conferma di essere una squadra forte e capace di inseguire una Reggina da record. Il Catanzaro visto ieri non è più quella squadra che entrava in campo consapevole della propria forza, capace di giocarsela a viso aperto con tutti, ma è una squadra ridimensionata nel fisico e nello spirito che da l’impressione di non avere più un’idea definita di gioco e neppure una tenuta fisica accettabile.

I numeri parlano chiaro. Con le prime della classe il Catanzaro ha sempre perso ma, mentre al Granillo è protagonista della partita, grazie ad un allenatore capace di trasmettere un gioco e una mentalità vincente, il Catanzaro visto ieri da la sensazione di subire gli avversari e di non avere le carte in regola per affrontare squadre con valori tecnici di livello superiore.

Il tecnico Grassadonia ha poche colpe e fa quel che può, ma a questo punto del campionato urge una profonda riflessione societaria. La Reggina dista 19 punti e, salvo eventi eccezionali, il primo posto è una chimera. Non resta che puntare ai play off. La Coppa Italia resta un obiettivo alla portata. Le prossime partite e la sessione invernale di mercato saranno un banco di prova decisivo per capire dove vuole arrivare questo Catanzaro

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