di FRANCO CIMINO
Mettiamola così, i sondaggisti statunitensi non ne hanno mai indovinata una. Le ultime tre elezioni, sopratutto, fiasco clamoroso. Sulla competizione Hillary Clinton-Donald Trump del 2016, se la sono cavata incolpando il sistema elettorale, che ha dato la vittoria dei delegati( grandi elettori) a Trump e quella dei voti degli elettori comuni a Clinton, con un distacco di ben tre milioni di voti. Se la scienza dei numeri e gli esperti che la applicano sulle opinioni della gente, le spara mancando il bersaglio, possiamo “sondaggiare” anche noi dal salotto di casa, misurando le nostre opinioni adagiandole tesul nostro individuale sentire. E, allora, andiamo a dire pure noi. D’altronde non succede così per tutti i direttori tecnici, che disputano al bar dello Sport per tutta le settimana che precede le partite di calcio? Se non fosse così, non si comprenderebbe perché i botteghini delle scommesse siano strapieni di giocate e di denari. Vincerà Kamala, ne sono certo! E neppure di un soffio. Vincerà in delegati con un buon margine. Vincerà con il numero di schede nelle urne. E non saranno poche. Aggiungiamo che prevediamo, dal nostro osservatorio, una reazione furibonda dello sconfitto e del suo esercito “nazionalpopulista”, già in “armi”non convenzionali, per le strade. Prevediamo anche che la più dura delle campagne elettorali troverà un Paese talmente diviso, frustrato e stanco, vieppiù indebolito nelle sue strutture socio-politiche, che avrà difficoltà a riprendere rapidamente il suo posto nel mondo. E che, pertanto, il mondo non troverà immediato vantaggio dal primo martedì del novembre elettorale. La guerra non sparirà d’un colpo di cannone su di essa,come tutti sogniamo. Le guerre, sparse a decine, non cesseranno con una stretta di mano tra nemici intorno a un tavolo della Casa Bianca. Di Oslo, o di un una bella capitale di un bel paese neutrale. I combattimenti, le aggressioni, gli attacchi, continueranno fino alla sconfitta del nemico. Alla sconfitta di tutti i belligeranti. Continueranno finché non saranno stati distrutti tutti i luoghi e le città e sterminate gran parte delle persone del paese nemico. Non certamente quando si saranno consumate le risorse impiegate per l’armamentario di guerra. Ché per divise e armi, carri armati, navi e aerei, bombe e munizioni, i soldi non mancheranno mai. Per il potere e i potenti, meglio consumarli lì, che non impiegarli per creare campi di grano, costruire scuole e strade e ospedali. Meglio nelle distruzioni per le ricostruzioni che non per abbattere muri e sconfiggere le povertà. Le ingiustizie e le ipocrisie. Meglio fabbricare catene per imprigionare la libertà, di persone e popoli, che non accette per spezzarle tutte. La vittoria di Kamala, in un prossimo futuro segnerà una considerevole inversione di rotta. Il mondo e la sua cultura di morte potrebbero imboccare una nuova strada. Francesco, il Papa, è ancora in forze e darà la sua straordinaria energia, anche “ politica”, alla buona causa. La presidenza della prima donna negli USA, libererà anche il potere in ogni parte del pianeta e in tutta la sua nudità, dall’ultimo scampolo di pregiudizio antifemminista. E, finalmente, completerà quel processo di reale parità tra uomo e donna nell’accesso ai più alti posti di “ comando”. Nessun alibi più per alcuno, da domani in poi. Infine, c’è che una Donna al potere se restasse donna nella gestione, comporterebbe un automatico ingentilimento della Politica e un ammorbidimento delle istituzione, per non dire della maggiore bellezza ed eleganza espressiva. Tra tutte le osservazioni negative e le preoccupazioni, anche da me più volte rappresentate, per la seconda elezione di Trump, v’è da aggiungere la più pericolosa, a mio avviso accoppiata, che aggraverebbe il rischio per gli Stati Uniti e l’umanità intera. È quella tra il capo della nazione più potente in assoluto e l’uomo più ricco e potente in assoluto. Trump e Musk, cambierebbero in una settimana i connotati alla stessa democrazia americana, quella a cui tutti gli altri paese ancora guardano. Basterà questo, solo questo, con un improvviso colpo di risveglio dal sonno( non sogno) americano, e Kamala domani potrà festeggiare la più bella e difficile vittoria. Su questo mio sondaggio personalissimo, giocherà in positivo un altro elemento, che possiedo solo io e che adesso tiro fuori dal cassetto” segreto”. Riguarda il gioco, nella scaramanzia cui io pure non credo, tra fortuna e sfortuna, e i totem o simboli intorno a questa dicotomia antichissima. Io porto solitamente fortuna alle cause e persone che sostengo. Kamala, oggi. Donald, invece, è sostenuto, ancora con più forza delle elezioni precedenti, da un importante, “ pesante”italiano, che siede al potere da tempo, un po’ di qua un po’ di là degli schieramenti politici. L’altra volta il tycoon americano ha perso. Temo per lui, che la “cabala” si ripeterà. Potrebbe funzionare anche in Italia. Chi lo può sapere!
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