In poco meno di un anno, secondo una prima stima, sono state 320 le cosiddette "vacche sacre" - cioè i bovini vaganti nelle campagne del reggino, con pesanti conseguenze per l'agricoltura e la sicurezza stradale, gestiti da cosche della 'ndrangheta - catturate grazie alla task force coordinata dal personale del Commissariato di Cittanova della Polizia di Stato, con l'ausilio della Polizia provinciale e dei Carabinieri forestali.
Il fenomeno delle "vacche sacre" risale indietro nel tempo, agli anni '80, quando a Cittanova scoppiò una faida tra alcune cosche della 'ndrangheta a causa della quale molti affiliati furono uccisi, mentre altri si resero irreperibili o furono arrestati, lasciando così gli animali allo stato brado. Nessuno però tra la popolazione si azzardò a prendere provvedimenti, nemmeno in futuro, a causa della paura di ritorsioni. I pericoli di questa situazione derivano dal fatto che i bovini vaganti si muovono liberamente e senza alcun controllo nelle campagne e lungo le strade, alcune delle quali intensamente trafficate. Gli abbattimenti sono avvenuti nella Piana di Gioia Tauro, ed in particolare nell'area compresa tra Cittanova, Taurianova e Molochio, oltre che in alcuni centri della Locride. L'attività della task force, coordinata dalla Prefettura di Reggio Calabria ed avviata anche su richiesta dei sindaci del comprensorio e del Comitato "No Bull", nato proprio a Cittanova, prevede la narcotizzazione degli animali catturati, che successivamente vengono sottoposti a visita veterinaria e poi collocati in quarantena.
Gli animali vengono abbattuti soltanto nel caso in cui i veterinari che vengono interpellati dopo la cattura dei bovini riscontrino pericoli sanitari. L'azione di coordinamento è servita a fare diminuire sensibilmente il numero dei bovini vaganti ed a ridurre il numero degli incidenti stradali causati dall'attraversamento delle strade da parte delle mandrie abusive, cresciute e dismisura nel corso degli anni. Come detto, nessuno degli agricoltori e degli automobilisti incappati nelle "vacche sacre", tranne rare eccezioni, ha mai osato ribellarsi, negli anni, di fronte a questa situazione, nel timore di reazioni da parte dei proprietari dei bovini.
Da qui la denominazione data agli animali.
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