Valle Dell'Esaro, ai boss non sfuggiva nessuna decisione: ecco chi comandava nell'organizzazione criminale cosentina

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  11 febbraio 2020 16:51

di EDOARDO CORASANITI

Promotori, organizzatori. In poche parole, ruoli apicali. Il giudice delle indagini preliminari Claudio Paris descrive le figure di Antonio Presta, Roberto Presto e Mario Sollazzo nell'ambito dell'operazione "Valle Dell'Esaro", che questa mattina ha portato all'emissione di 45 misure cautelari nel cosentino, di cui 20 in carcere, 16 ai domiciliari, 7 destinatari di un provvedimento di obbligo di dimora e 2 di presentazione alla polizia giudiziaria (LEGGI QUI). 

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Per i due fratelli Presta e Sollazzo, il Gip mette in evidenza i numerosi elementi a loro carico, che ne dimostrerebbero  "il ruolo massimamente apicale in seno al sodalizio, segnatamente con il ruolo di promotori e organizzatori prospettati dall'accusa". 
Con una particolarità però che il giudice vuole mettere in evidenza: Tonino Presta, infatti, sarebbe ritenuto ancor più predominante di quello del fratello Roberto, e quest'ultimo più elevato di Sollazzo. 

Come detto questa mattina in conferenza stampa tenuta nella Procura della Repubblica guidata da Nicola Gratteri, ai vertici dell'organizzazione non sfuggiva alcuna decisione nella gestione dell'attività di narcotraffico.  Dalle dinamiche più strategiche a quelle più spicciole, i tre avrebbero rappresentato il punto di riferimento per ogni soggetto coinvolto.

Al Gip spetta valutare le esigenze cautelari, che prendono in considerazione il numero elevato di presunti reati commessi, la loro storia e carisma criminale, anche verificato dai rispettivi casellari giudiziari: "nessuno di costoro è invero incensurato ed anzi i fratelli Presta sono pluripregiudicati". 

Tutte ragioni che spingono il Giudice delle indagini preliminari ad una sola conclusione:  la presunzione di adeguatezza della sola custodia cautelare in carcere. 

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