Ventura: "Su Corso Mazzini con Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante e Ninetto Davoli"

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  02 novembre 2025 09:25

Di SABATINO NICOLA VENTURA 

 

Tante sono le iniziative in ricordo di Pier Paolo Pasolini che, nella ricorrenza dei 50 anni del suo violento e crudele omicidio, sono state programmate in Italia. Alcune già svolte, altre nel corso di questi due mesi di fine anno. Molte le iniziative editoriali.

Pasolini è stato uomo di cultura a tutto tondo, (pedagogo, sociologo, artista, scrittore, poeta, saggista, cineasta), probabilmente il più importante del novecento italiano. Un intellettuale eretico, e come spesso succede agli eretici, contestato, censurato, mal sopportato dall’ortodossia del suo periodo, ma anche molto apprezzato in tanti suoi contemporanei, e rivalutato pienamente nel tempo postumo alla morte. Pasolini è stato un politico comunista, anche qui eretico.

Non intendo, non ho alcuna presunzione di svolgere un ragionamento sul poliedrico ed altissimo pensiero di Pier Paolo Pasolini. Mi permetto, sommessamente, soltanto di suggerire la lettura di quanto egli ha scritto, soprattutto ai giovani; di prendere visione dei capolavori cinematografici, che sono i suoi film “eretici”. Mi prendo la libertà di chiedere, probabilmente sarà superfluo, agli insegnanti nelle scuole superiori e nei corsi universitari di dedicare del tempo didattico alla figura e pensiero di Pasolini.

Pasolini resta una pietra miliare, in alta sintesi, di un vasto progetto culturale, politico, etico e sociologico, ancora oggi di grande attualità, anche profetica.

Vado a scrivere cosa mi ha spinto, in particolare, oggi di pubblicare.

Una sera di fine marzo o primi di aprile del 1964, non ricordo bene il giorno, (61 anni fa) cinque giovani: Marcello Furriolo, Nuccio Marullo, Franco Pristerà, Franco Santopolo e lo scrivente, eravamo su Coso Mazzini di Catanzaro, per come ci capitava di ritrovarci quasi tutte le sere (il corso in quegli anni era il “salotto della città”, sempre affollatissimo).

Cinque giovani amici legati da una particolare passione per la letteratura, la poesia, la storia, la filosofia, l’arte, il cinema d’autore, e un iniziale interesse per la politica. Cinque amici che insieme, poi, ad altri giovani Catanzaresi di qualità: tanti oggi di valore nazionale, ne ricordo alcuni, e mi scuso con chi non citerò per mia dimenticanza, Gianni Amelio, Mario Alcaro, Piero Bevilacqua, Gigi Daga, Carmine Donzelli, Antonio Masciari, Amelia Paparazzo, Franco Politano, Mimmo Rafele, Carlo Scalfaro, offrimmo una forte discontinuità alla sonnolenta, mediocre routine culturale della città. Siamo stati un gruppo di giovani impegnati e di rottura, se pure con tutti i limiti della presunzione giovanile. Giovani, tutti quelli elencati, ma anche altri, che furono notati, destarono interesse e incoraggiati da persone di alto spessore culturale, penso a Giovanni Mastroianni, Totò Ameduri, Augusto Placanica, Michele Riolo, i sacerdoti Giorgio Bonapace e Paolo Aiello, e altri ancora.

Ritorno al 1964.: quella sera tre persone nuove, mai viste prima, passeggiavano su Corso Mazzini, attirarono la nostra attenzione. Nuccio Marullo per primo, con emozione, esclamò: “ma quello è Pasolini”. Era vero. Pasolini a Catanzaro, e non da solo, sul corso insieme alla grande scrittrice Elsa Morante e all’attore Ninetto Davoli. Subito li avvicinammo per salutarli, ma anche per volere scambiare qualche parola, fummo risalutati con grande cordialità e curiosità. Passeggiammo insieme e parlammo tanto. Furono di una diponibilità totale. Affrontammo questioni che riguardavano la Calabria, Catanzaro, ma anche temi più generali di cultura e arte. (erano a Catanzaro, in un giorno di pausa delle riprese del film di Pasolini, girato anche nel crotonese, Il Vangelo Secondo Matteo: un capolavoro assoluto di arte cinematografica, sicuramente di frattura rispetto ai canoni del tempo).

Abbiamo, ricordo, trascorso assieme circa un paio d’ore. Elsa Morante rispondeva con piacere alle nostre domande piene di curiosità. Ninetto Davoli ci parlò della sua esperienza di attore “preso dalla strada”, come allora venivano chiamati i non professionisti, e delle sue origini calabresi. Li accompagnammo sino al ristorante del Grande Albergo Moderno, a piazza Matteotti, dove cenarono. Ci salutammo con affabilità. Ma con Pasolini non fini li; ho ancora da dire. Noi cinque giovani, all’inizio ho riportato i nomi, in quel 1964 avevamo dato vita a un circolo culturale, il “Piero Gobetti” che svolse iniziative culturali e di arte. Demmo vita, per la prima volta a Catanzaro, al cinema d’essai, con proiezione di filmi d’autore tutti i martedì presso il Supercinema. Uno dei film proiettati fu proprio il Vangelo Secondo Matteo di Pasolini (la sezione cinema del circolo culturale era egregiamente curata dal giovane Gianni Amelio). Sempre noi cinque promotori del circolo culturale Gobetti, demmo vita, proprio ad aprile del 1964, a un periodico che chiamammo il manifesto, antesignano, ma solo per la testata, del quotidiano il manifesto ancora oggi in pubblicazione. Il nostro, il manifesto, nel primo numero contiene un’intervista a Pasolini, sulla città di Catanzaro, che concesse a Marcello Furriolo. Marcello anche in seguito mantenne contatti con il grande intellettuale. Pure il secondo numero del nostro giornale contiene un breve scritto di Pasolini sulla figura di Palmiro Togliatti, deceduto in agosto del 1964.

Ho ritenuto di dovere intervenire, oggi nei 50 dalla morte di Pasolini, per dare notizia di una pagina “di storia” di Catanzaro.

Colgo l’occasione per chiedere al Sindaco Nicola Fiorita, di valutare la possibilità di realizzare una giornata sulla figura di Pier Paolo Pasolini, ricordando la sua presenza in Calabria. Sarebbe bello, nell’occasione, invitare, omaggiando con un riconoscimento della città, l’attore Ninetto Davoli, che peraltro è un nostro quasi concittadino, essendo nato a San Pietro a Maida.


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