di CLAUDIA FISCILETTI
Un incontro fatto dai giovani e per i giovani, quello di questo pomeriggio organizzato in diretta streaming dal Comitato provinciale Anpi di Catanzaro. In vista della Festa della Liberazione, si è dato modo a studenti di istituti superiori e università di dire la loro riguardo a quelli che possono essere considerati due cardini della libertà riconquistata in quel 25 aprile 1945: la Resistenza e, successivamente, la Costituzione.
Un webinar che si è svolto nel segno delle parole che Piero Calamandrei pronunciò nel Discorso ai giovani sull'origine della Costituzione, riprese anche da Mario Vallone, presidente del Comitato provinciale Anpi, mettendo in evidenza il filo rosso che intercorre tra la Resistenza e la Costituzione: "Molti dei valori, delle parole, che troviamo nella Costituzione, erano già vivi nel periodo resistenziale, tra cui la voglia di libertà e di democrazia". Un incontro fatto per "renderci conto se, a distanza di 76 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, c'è ancora l'interesse dei giovani nei confronti di questa data", continua Vallone che ricorda il protocollo Anpi-Ministero dell'Istruzione con cui all'associazione viene riconosciuta la responsabilità di portare nelle scuole i valori della Resistenza e aggiunge come il Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi si sia impegnato a far conoscere il portale noipartigiani.it (qualche giorno fa hackerato e poi ripristinato) in cui sono raccolte le interviste fatte ai partigiani.
La professoressa Raimonda Bruno, del Liceo scientifico "Siciliani" di Catanzaro, che sottolinea come i giovani siano i veri protagonisti dell'incontro: "Nei ragazzi io vedo e sento che è riposta la cura, non il problema. Per questo ritengo necessario che ci concediamo possibilità, come quella di oggi, per contagiarci reciprocamente con idee e proposte", e per quanto riguarda la Costituzione: "Va studiata nelle scuole non per erudizione ma perché essa diventi realmente nostra nei nostri principi di uguaglianza, legalità e democrazia. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che siamo tutti custodi della Costituzione".
Ancora interventi dal Siciliani, con il rappresentante degli studenti Alessandro Pitaro: "Il ruolo dei ragazzi spesso è sottovalutato o male interpretato, e bisogna ridare centralità agli studenti soprattutto in questo periodo di didattica a distanza, dove si è un pò perduto il senso della scuola e della socialità oltre ai valori dello stare insieme". Un periodo, secondo Pitaro, in cui gli studenti tendono ad isolarsi e a non divenire cittadini attivi, e pone il focus su una domanda: che cos'è la libertà? "Non si può rispondere con semplici parole, è qualcosa di innato nell'uomo, e la ricerca della libertà è un tratto che contraddistingue i giovani. Essere uomo significa essere libero di pensare ma anche di scegliere. Partendo dall'esperienza infelice del regime totalitario, proprio la Resistenza affermava i principi dello Stato libero e partoriva la Costituzione. Se oggi possiamo parlare di libertà è proprio grazie a quegli uomini coraggiosi che ogni giorno ci donano la possibilità di essere liberi".
È poi la volta delle studentesse universitarie, da Maria Luisa Colosimo (Unical), che ha avuto modo di vedere con i propri occhi come "i ragazzi vogliano sapere sempre di più sulla Resistenza", a Giulia Spoto (Unical): "I principi costituzionali devono essere alla base del vivere civile, nonostante la situazione storica che stiamo vivendo è pericolosa, perché vediamo insorgere odio da internet o veri atti di violenza, in pratica vediamo insorgere la parte peggiore di questo Paese". E, ancora, la studentessa dell'Università di Pisa, Alessia Pullano, che partendo dal libro di Pino Ippolito Armino "Storia della Calabria partigiana" (sarà presentato il 24 aprile alle 18, con una diretta sulla pagina facebook dell'Anpi Catanzaro), fa una riflessione che getta lo sguardo sulla storia nel Mezzogiorno: "È bello imparare la Storia ma è bello anche approfondirla. Ho fiducia nella nostra generazione, anche se ce ne hanno dette tante, ma noi siamo sempre presenti e abbiamo voglia di essere il motore del futuro".
L'associazione Prima o Poi ha partecipato all'incontro, prima con il suo presidente e studente dell'ITAS Chimirri di Catanzaro, Antonio Pisani: "La carta costituzionale potrebbe sembrare una cosa ormai fuori tempo, e non deve essere considerata una lettera morta ma come un programma politico, se si vuole sperare in un futuro migliore per noi giovani" e dopo con la sua segretaria e studentessa del Siciliani, Rossana Talarico: "La nostra Costituzione è ammirata in tutto il mondo, ma nella vita di tutti i giorni si perde un po' di vista, forse perché ancora non la conosciamo bene. Bisogna soffermarci su quello che significano i diritti nella Costituzione".
Giuseppe Piccione, studente del Siciliani, racconta una storia "di gente comune, che potrebbe sembrare superflua rispetto ai grandi eventi della Storia", quella di porta la storia di Andrea Ghetti e Giulio Cesare Uccellini, che hanno fondato il gruppo delle Aquile randagie quando il regime fascista nel 1928 impose lo scioglimento di tutti i gruppi scout: "Continueranno le proprie attività scout in clandestinità, e aiutano ebrei, perseguitati politici a superare il confine della Svizzera".
A conclusione, poi, è il costituzionalista Silvio Gambino, professore Unical, a raccoglie tutte le riflessioni fatte nel corso dell'incontro: "Tra i valori della Costituzione non c'è solo la libertà ma anche l'uguaglianza, la democrazia e la solidarietà. La libertà è il passepartout ma dopo la libertà dobbiamo interrogarci se siamo in una rete sociale e se abbiamo nei confronti di queste reti dei comportamenti che fanno evolvere positivamente la società. Ad oggi i profili difficili da declinare sono quelli solidaristici". E, riguardo all'attuazione pratica dei valori riportati nella Costituzione spiega: "Il vero problema è che questa Costituzione potrebbe essere una Carta, un libro scritto ma non praticato. La vostra generazione deve decidere cosa farne perché senza la sua attuazione i valori e i principi costituzionali sono nella mani di un ceto politico che non è più quello che ha scritto la carta costituzionale, ma che in alcuni casi non sanno neanche quali sono i contenuti della Carta".
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