"Tutti i lavoratori part time dell’Amc a 39 ore settimanali, senza distinzioni e subito. E’ questa l’unica ed equa soluzione ad una vertenza che da un lato sta umiliando i dipendenti e le loro famiglie e dall’altro aggravando le tensioni all’interno dell’azienda". E quanto sostiene Sergio Costanzo Capogruppo Fare per Catanzaro.
"Non possono esserci altre strade o scorciatoie - prosegue - come quelle inventate dal sindaco Abramo e dai suoi superpagati manager. Pezze a colore, che non hanno risolto nulla, se non dividere i lavoratori e acuire lo stato di disagio in un’azienda che non riesce a soddisfare gli standard richiesti dai cittadini. Non è un caso che solo una parte dei dipendenti part time ha sottoscritto il passaggio alle 36 ore".
"Intervenga la politica, quella sana, quella bipartisan, quella che non insegue poltrone o candidature, imponendo all’inadeguato management dell’Amc di applicare a tutti, senza ulteriori indugi, le 39 ore settimanali. Li trovino loro i soldi, - incalza il capogruppo di Fare per Catanzaro - si riducano le laute parcelle, risparmino sui consulenti, facciamo come credono, ma diano a Cesare quel che è di Cesare. Il Consiglio comunale è nelle condizioni di dare al sindaco, nella sua qualità di socio unico dell’Amc, il mandato di risolvere questa umiliante e mortificante vicenda che sta portando all’esasperazione decine di famiglie".
Sergio Costanzo conclude chiedendo che "il presidente Polimeni convochi subito la conferenza dei capigruppo con un solo punto all’ordine del giorno: convocazione del Consiglio per discutere la definitiva trasformazione da part time a full time di tutti i lavoratori dell’AMC che attendono da quindici anni questa risposta. Di fronte ad una presa di posizione unanime del Consiglio, il “trio delle meraviglie” Abramo-Correggia-Margiotta non potrà girarsi dall’altra parte e fare finta di niente. Sarebbe un atto di giustizia di cui nessuno potrebbe vantarsi e che nessuno potrebbe utilizzare a fini politici. Lo si faccia al più presto, non si lascino i lavoratori sotto la minaccia di provvedimenti disciplinari, non si consenta che si consumi ancora questa infinita odissea".
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