Vertenza precari del Pugliese, l'azienda rischia pesanti condanne se ne allunga la permanenza

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L'ospedale "Pugliese Ciaccio"
  08 settembre 2019 20:32

di GABRIELE RUBINO

Il commissario ad acta della sanità calabrese Saverio Cotticelli e il dg del dipartimento di Tutela della Salute Antonio Belcastro sono attesi domani a Roma in visita al ministero della Salute. Sarà la prima occasione formale per confrontarsi con un dicastero, quello di Lungotevere Ripa, che ha cambiato colore politico passando dai Cinque Stelle a Liberi e Uguali. Sul piatto ci saranno le emergenze contingenti: l’istanza di (ri)avviare l’attività del punto di nascita di Cetraro dopo la sospensione decretata un mese fa e la spinosa vertenza dei precari del Pugliese-Ciaccio. Finora le lettere di licenziamento sono state una ventina, tuttavia (a seconda della scadenza dei singoli contratti) fra Oss, infermieri, medici e tecnici, nel principale ospedale catanzarese, si creerà da qui fino a dicembre un buco di circa 200 operatori (leggi qui).

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MANTENENDO I PRECARI OLTRE LA SCADENZA, IL PUGLIESE-CIACCIO RISCHIA DI ESSERE CONDANNATO A RISARCIRLI- Al di là dei proclami politici, reali spiragli per aprire una trattativa non ce ne sono. E non soltanto perché c’è uno sbarramento legislativo ineludibile, nel caso dei precari del Pugliese i 48 mesi di durata massima del contratto, ma soprattutto perché, per contrappasso, si espone l’azienda pubblica ad un potenziale danno economico. Infatti, come fanno notare dalla sede amministrativa di via Vinicio Cortese, si è ormai consolidata una giurisprudenza in forza della quale si condanna l’ente pubblico quando viene protratto oltre il termine massimo dei contratti a tempo determinato, sanzionando una sorta di “illegittima precarizzazione”. La condanna è riconosciuta non perché si ha diritto alla stabilizzazione, bensì per risarcire le mancate opportunità lavorative “non colte” dal dipendente lasciato al suo posto, da precario, oltre il termine massimo. In pratica, se un operatore del Pugliese con un contratto che ha superato i 48 mesi fosse mantenuto in servizio al di là della scadenza potrebbe domandare al giudice del lavoro di essere risarcito. Avrebbe ottime probabilità di successo. La quantificazione della condanna inflitta all’azienda pubblica varia fra le 2,5 e le 12 mensilità. Solitamente si opta per 8. Moltiplicando le indennità per circa 200 lavoratori, si capisce bene che la cifra diventa parecchio impegnativa.

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LE RESPONSABILITÀ DI UN ATTO CONTRO LEGGE E CHE PRODUCE UN DANNO ECONOMICO ALL’ENTE- Preso atto di tutto questo, nessun direttore generale si esporrebbe mai a tale rischio. Sarebbe come voler premeditare un danno erariale a carico dell’ente pubblico. Senza una copertura legislativa diversa dalla situazione attuale nessuno mai firmerà atti diversi dalla cessazione dei contratti, come è appunto cominciato ad avvenire. Per questo, l’unica vera via d’uscita per i precari del Pugliese, fermo restando la “precedenza” per gli idonei delle graduatorie attive, è una nuova legge del Parlamento.   

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