Veti incrociati sul Recovery Fund da 750 miliardi, al Consiglio Europeo è nulla di fatto

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Conte e Merkel

Ora il pallino passa alla Germania, presidente di turno della UE dal 1° luglio.

  20 giugno 2020 22:35

DI MASSIMO PINNA

Veti incrociati per il Recovery fund, forte opposizione di Finlandia e Olanda. Il Consiglio Europeo di ieri registra lo scontro e lo stallo sulla manovra di là da venire di 750 miliardi di euro.

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Una manovra della Germania? Vedremo. Una cosa è certo, Finlandia e Olanda da tempo fanno da ventriloqui alla Germania. Che, certamente ha messo in conto che dal 1° luglio assumerà la presidenza di turno semestrale dell'Unione Europa. Allora, solo allora, giocherà e e metterà le sue carte (condizioni) sul tavolo delle trattative. Che legano le misure di emergenza, come il Recovery Fund con il nuovo bilancio europeo 2012-2017.

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Insomma, mentre il tempo stringe e la tenaglia della crisi economica si stringe attorno alle economie europee, al Consiglio Europeo di ieri è stato scontro, un nulla di fatto sul piano da 750 miliardi che dovrebbe ridare ossigeno agli Stati membri alle prese con il Coronavirus.

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“Ora comincia il negoziato" sul Recovery Plan da 750 miliardi agganciato al Bilancio Ue 2021-2027 da 1.100 miliardi. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel parla al termine del summit in videoconferenza tra i capi di Stato e di governo dell’Ue e annuncia che a metà luglio ci sarà un nuovo vertice ma fisico. "Nelle prime tre settimane dalla presentazione della proposta della Commissione - ha spiegato Michel - ci sono state le consultazioni con le capitali per chiarimenti". Ora Michel dovrà proporre un foglio negoziale (in gergo NegoBox) relativo ai punti controversi per tentare di avvicinare le diverse posizioni e arrivare a un accordo. Nessun passo avanti dunque, durante il vertice, lo scontro tra i Paesi è avvenuto come da copione.

"Le differenze restano su quattro punti - ha spiegato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: le dimensioni, l’equilibrio trasferimenti e prestiti, la chiave di allocazione dei fondi, le nuove risorse proprie e il cosiddetto rebate (il meccanismo di correzioni ai contributi al bilancio Ue applicato ad alcuni Stati membri, tra cui Olanda, Austria, Danimarca, Svezia e Germania). Su un punto sono tutti d’accordo: bisogna fare in fretta. E «la Germania si impegna affinché si arrivi ad un’intesa rapida", ha promesso la cancelliera Angela Merkel al termine del vertice. Berlino assumerà la presidenza di turno dell’Ue dal primo luglio.

Il premier Giuseppe Conte, nel suo intervento, ha spiegato che per l’Italia la proposta della Commissione è «equa e ben bilanciata». Sarebbe un grave errore scendere al disotto delle risorse finanziarie già indicate. E anche "la combinazione tra prestiti e sussidi è ben costruita. Questa combinazione ci aiuterà a realizzare investimenti e riforme in modo da rafforzare la convergenza e la resilienza dell’intera Unione». Ha insistito poi sulla velocità: «I tempi sono molto importanti. Dobbiamo assolutamente chiudere l’accordo entro luglio. E dobbiamo assecondare gli sforzi della Commissione di rendere disponibili alcune risorse già per quest’anno".



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