Assoluzione per entrambi e per i due capi di imputazione.
Accogliendo le richieste avanzate dall’avvocato Francesca Comito, del Foro di Vibo, la Corte d’Assise di Catanzaro presieduta dal giudice Massimo Forciniti, ha fatto cadere le accuse nei confronti di Domenico Mancuso, 50 anni, di Nicotera, e della madre Giulia Rosaria Tripodi, 85 anni, di Limbadi, rispettivamente fratello e madre del boss Pantaleone alias “Scarpuni”, ritenuto capo dell’ala armata del clan, e di Giuseppe alias “Bandera”.
Contestazioni, aggravate dalle modalità mafiose, mosse nei confronti della testimone di giustizia Ewlyna Pitzlar, rispettivamente ex moglie ed ex nuora dei due imputati.
Madre e figlio erano accusati di riduzione in schiavitù, reato per il quale la stessa procura distrettuale ha chiesto in aula l’assoluzione; mentre la sola donna doveva rispondere anche di maltrattamenti, contestazione per la quale il pm Francesca Delcogliano ne aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione.
La Corte ha fatto cadere le accuse per il primo capo di imputazione “perché il fatto non sussiste” e per il secondo “per non aver commesso il fatto” di conseguenza entrambi sono stati assolti.
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