Vibo sviluppo spa ha vinto la sua partita al Tar contro il Mise. L'ente era stato designato come soggetto attuatore per la realizzazione di un importante progetto infrastrutturale che prevedeva la riqualificazione del molo Malta e della banchina Cortese del porto di Vibo Valentia. L'importo complessivo dell'operazione ammontava ad oltre 8,1 milioni di euro. Una nota del 29 aprile 2016 della direzione generale del ministero dello Sviluppo economico ha bloccato tutto opponendo l'impossibilità di eseguire i lavori del porto e revocando le liquidazioni. A quel punto è partita una lunga fase di incertezza sulla disponibilità delle somme e sulla stessa sopravvivenza della società.
Pur se i lavori del porto erano diventati impossibili, Vibo sviluppo spa, difesa dagli avvocati Domenico Colaci, Anselmo Torchia e Luisa Torchia, ha ribattuto che il finanziamento potesse essere comunque impiegato per altre opere. Una tesi riconosciuta dai giudici amministrativi. "Lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico aveva comunicato alla società ricorrente - si legge in un passaggio della sentenza- la possibilità di un reimpiego delle risorse in altre opere infrastrutturali. E in effetti, in corso di giudizio e con decreto del 7 agosto 2018, n. 2538, la Direzione Generale per gli incentivi alle imprese ha approvato le nuove opere infrastrutturali indicate dalla società ricorrente".
Insomma non c'era alcun vincolo di destinazione delle risorse alla sola riqualificazione del porto di Vibo. Il Tar ha anche precisato che l'inoperatività di Vibo sviluppo spa non impedisce alla stessa di essere assegnataria di finanziamenti da gestire.
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