di VINCENZO SPEZIALI
"Ciò mi è chiaro da quando ero bambino, poiché essendo lui e la sua dolcissima e signorile moglie amici dei miei genitori -come io lo sono delle loro figlie, ovvero Valentina (nonostante, Nicola Fiorita...e ho detto tutto!) e Francesca- la cosa l'ho precipita sin da subito.
Persino, con buona pace degli improvvisati politicanti attuali (pochi o tanti che siamo, epperò ve ne sono), Agazio fu il primo ad accorgersi che il sottoscritto avesse 'il bernoccolo' per la politica.
Potrei aggiungere altre cose, bei ricordi, tanti momenti passati assieme, ma li tengo custoditi nella mia memoria, non solo per una questione di privacy -cone si dice oggi- bensì per non scivolare, inesorabilmente, nella nostalgia, la quale proprio Agazio ha descritto, utilizzando mirabilmente tal genesi dal punto di etimologico e sentimentale, per compiere una riflessione circa la DC.
Difatti, partendo dal commento di due cari amici comuni, cioè gli ex Parlamentari 'scudocrociati' Pierino Rende (mitico esempio del 'volere elettoralistico' di Riccardo Misasi) e Maurizio Eufemi, grazie a Loiero, ci siamo ritrovati innanzi alla disamina di una storia, bella, onesta, autentica, concreta, solidale, encomiabile, rappresenta dall'esperienza unica e irripetibile della Democrazia Cristiana, a sua volta in maniera condivisibilmente riconosciuta quale la più importante del Novecento (cioe` il 'secolo breve', come lo ha definito Eric Hobsbawm).
Da qui si snoda il ragionamento di Loiero, che estrinseca il suo 'pensiero forte', al netto di ricordi, ricostruzioni e valutazioni, quindi tutte cose autentiche.
È vero, la DC aveva i suoi riti, ma non certo per bramosia di effimero potere -come oggi sono adusi molti, tra questi sventurati neofiti, i quali credono di essere soggetti politici, in luogo a ciò che sono veramente, ovvero una 'non classe dirigente'- poiché noi (sia i 'seniors', sia i giovani) portavamo avanti una politica, ed essa è composta da formazione, senso di appartenenza, coerenza, studio, capacità di sintesi, visione della società, analisi del cogente, sublimazione dell'immantinente.
Non voglio certo essere un sentimentale e raccontare o descrivere un mondo perfetto,
ma (soprattutto, comparato a quanto è quello accaduto e venuto dopo di noi), abbiamo rappresento il più perfetto del perfettibile, poiché tale considerazione sarebbe ingiusto liquidarla alla stregua di una sinedocche 'paravento'.
Nella DC, è assolutamente vero che esistevano regole ferree, sebbene non scritte ma frutto di buon senso o di oculato limite comportamentale (entrambi elementi che contraddistinguevano noi tutti e il nostro stile!), però in tal senso, l'esempio lo si ritrova nell' 'aborrire' -o comunque non consentire- la pratica e la figura dell' Uomo solo al comando'.
Ciò lo hanno capito, bene, anzi benissimo, eminenti signori come Amintore Fanfani e Ciriaco De Mita (seppur, entrambi, compresero l'antifona troppo tardi, per certi versi) e prima di loro, lo constatò, sulla sua stessa 'pelle', Alcide De Gasperi.
Aldo Moro, intelligente come era -poiche` parliamo del più 'grande' di tutti noi, financo rispetto agli altri politici degli altri Partiti, in Italia come all'estero, pure in riferimento a statisti italiani e stranieri- non ebbe mai bisogno che simile azzardosa idea nemmeno lo sfiorasse, poiché ne era consapevole 'ex tunc', così come il mio 'Arnaldo Forlani', il quale mi disse testuale: "mai sarei potuto diventare Presidente della Repubblica, perché non era 'previsto' nel nostro 'regolamento sottaciuto ma condiviso': a nessun Segretario della DC è stato permesso di assurgere alla 'massima carica! ".
Ma vieppiù, perché Agazio -il 'mio Agazio' (come di 'Ernestino' o di 'Luca', cioè dei nipoti diretti di Pucci e Bonomi, come io lo sono di mio nonno)- dicevo, Agazio, non omette Carlo Donat Cattin: sì, questo 'gigante democristiano', in un momento preciso -di cui è testimone il suo 'pupillo' -nel Giovanile DC, che mi vedeva 'leader regnante'- quando proruppe in una frase epica e boativa, cioè "...come si 'abbatte' un Governo o un candidato alla Presidenza della Repubblica? Semplice: il 'pugnale, il veleno o i franchi tiratori' !".
Onestamente, Donat Cattin disse un'altra cosa (in riferimento alla 'prole', benché a lui diede, sofferenze, ingiuste 'ridimensioni' e mortificazioni: "Tra l'avere figli e non averne, è sempre meglio averli...anche quando quest'ultimi, ti straziano il cuore" (e ciò è stata la mia 'stella cometa, quando sono diventato padre di tre figli, che rappresentano il mio orgoglio, la mia vita, cioè il senso di un'esistenza!).
Ditemi voi, chi tra gli 'attuali', sarebbe e direbbe ciò?
Superiorità manifesta di una democristianita` conclamata: 'te deum laudamus...'aridacce' (come avrebbero detto Franco Evangelisti e Vittorio Sbardella) la DC!'"
LEGGI ANCHE QUI: Agazio Loiero: "Nostalgia della DC?"
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736