Vincenzo Speziali: "Franco Cimino smettesse di raccontare cose che non sa"

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images Vincenzo Speziali: "Franco Cimino smettesse di raccontare cose che non sa"
Vincenzo Speziali
  17 gennaio 2025 18:55

di VINCENZO SPEZIALI
 
Mi ero riproposto -ma sul punto invano- di non rispondere, replicare, oppure, tantomeno commentare, ovvietà sulfuree, luoghi comuni 'finto buonisti' e rancidi pleonasmi apodittici.
Soprattutto, ho tentato di tollerare, fin quando ho potuto, in primis per rispetto a me e ai miei familiari, che con me hanno vissuto l'incubo della guerra mediorientale, in presa diretta, a meno di cinquecento metri in linea d'aria, tra l'altro il tutto dimostrato dalle immagini inviate alla vostra redazione, poi pubblicate e riprese da alcuni balconi di casa mia a Beirut.
Alla fine però, non mi sono trattenuto, né posso o voglio trattenermi, innanzi alle 'mielose cronachette', di Franco Cimino, il quale in ben due articoli, cioè il 15 Gennaio e poi il giorno successivo, ovvero il 16, si avventura in stucchevoli ricostruzioni, solo apparentemente apprese de visu, in luogo all'essere comodamente in pantofole, vestaglia e assiso nel sofà di casa sua, laddove non mi sembra proprio una pericolosa trincea, differentemente da me che vivo il vero fronte di guerra.
Insomma, Framco Cimino, nelle vesti e nei panni de 'il soldato Ryan' non solo non me lo vedo affatto -e con me tutti quanti quelli costretti a leggere spesso, solamente i titoli dei suoi barbosi scritti profluviali- ma risulta principalmente disdorante se non offensivo, quando si addentra in temi delicati, di cui non voglio nel modo più assoluto possedere unico copyright, ma certamente ho maggiore conoscenza e credibilità nel raccontarli, non solo per averli studiati più approfonditamente di costui, ma essenzialmente a fronte di viverli in presa diretta, da ormai vent'anni.
Infatti -'ça va sans dire'- con questa appena terminata, ho affrontato la terza guerra in Libano, senza contare la lunga scia dei cruenti attentati politici, dovuti alla fine della lunga 'cattività' siriana, negli anni 2004/2008.
Ma come si fa, ordunque, a strappare qualche facile commozione dei suoi pochi 'aficionados, descrivendo per il solo aver visto alcune riprese di straforo alla TV, perciò speculare sulle scene di giubilo, le quali esse si, ho visto e provato, autenticamente, materialmente, in un commosso abbraccio, dal mio terrazzo principale di casa mia a Beirut?
E si badi bene, quando osservavamo i fuochi di artificio e gli spari per aria, in onore ai 'fratelli' di Gaza, si riproponeva, tra le mie mura e in scala ridotta il bellissimo e variegato microcosmo libanese, cioè la comunione emotivamente partecipata, tra cristiani e musulmani (ovviamente di rito sunnita).
A Cimino, perciò, aduso a scambiare lucciole per lanterne o a far passare il mitico Presidente Democristiano del Land Tedesco di Baviera, cioè Franz Joseph Strauss, con il nostro più terra terra Roberto Occhiuto -le cui dichiarazioni sono, allegoricamente parlando talmente ossimoriche da essere accostate ad un ermafrodito e, sempre Occhiuto, con i suoi vestiti color celestino elettrico, non so ancora se risulta più credibile quale 'Angelo Azzurro', ovviamente in riferimento alla di lui relativa giovinezza e alla momentanea militanza in Forza Italia, quindi  giammai alla caricatura interpretata da Michel Serrault nel noto film 'Il Vizietto'- dicevo a Cimino, quindi vorrei tanto spiegare molte cose -e assieme a lui a queste capefresche che frequenta- pur se, ci rinuncio, senza nessun rimpianto.
E ci rinuncio, poiché non solo ho imparato e relativizzare circa persone ed eventi -ma sino ad un certo punto, poiché avverto ciascuno come la mia pazienza potrebbe essere si eterna, epperò non certo infinita- e purtuttavia, sono soprattutto disincantato e disilluso rispetto alla riuscita di cui non mi prefiggo risutato, ovvero spiegare al 'vuoto pneumatico', dinamiche complesse, a loro volta, da costoro, propinate in pararagionamenti.
Anzi, semmai mi consolo pensando a coda direbbe, se fosse in vita, Ciriaco De Mita, perché liquiderrebbe essi (i parararagionamenti) e loro con uno dei suoi anatemi: "vogliono vare gli indellettuali, ma gli manga la maderia brima, cioè l'indelletto. Anzi, se leggono un giornale si fermano all'orosgopo".
Avrebbe avuto ragione da vendere Ciriaco, infatti basta scorgere l'inzupposo ed insulso passaggio (tra le tante scempiaggini ciminiane) dell'articolo di giorno 15, nel mentre sostiene che Israele abbia fatto il lavoro sporco per gli USA di Trump (con cui ho notoriamente rapporti e basta vedere le fonti aperte su Google, con tanto di foto!) ma guarda caso non citando - sempre 'homo cimens'- il 'suo' Biden (che manco conosce!).
A tal proposito, a questo sproloquiatore seriale il cui nome è Franco Cimino, desidererei fargli presente e non sommessamente, una questione specifica o reale che dir si voglia: ma tu, non esimio frescone, sai che ad ogni rombo e brillio di chirurgico cannoneggiamento missilistico, proprio perché il settanta per cento della popolazione libanese -quindi parliamo dei cristiani e dei mussulmani sunniti- era talmente stanca, fiaccata ed esasperata del persistente ed invasivo giogo di Hezbollah, gioiva, sebbene in maniera cruenta epperò liberatoria? 
Si, liberatoria, benché solo chi come me vive a queste latitudini, compenetrato con la società medesima, può restare attonito, ma in fin dei conti, poi, si sceglie il male minore, si paga il giusto prezzo in contropartita e si fa di necessità virtù.
Cimino (non) mio, vuoi conoscere quale era lo slogan, che si levava in aria, pur tra mille sofferenze, ogni momento successivo alle eliminazioni dei capataz sciiti (veri custodi e propugnatori di una follia fanatica e fondamentalista): "Merci Bibi`", cioè grazie Bibi.
Orbene, giusto o sbagliato, 'voilà à vous tous le Liban'.

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