Un arresto e due allontanamenti dalla casa familiare: sono i provvedimenti eseguiti, in tre distinte operazioni, dalle Squadre mobili di Reggio Calabria e Cosenza per contrastare la violenza di genere. A Reggio Calabria i provvedimenti sono scaturiti dalle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dai pm Nicola de Caria e Marika Mastrapasqua. Nel primo caso gli investigatori hanno arrestato e posto ai domiciliari uno 58enne reggino. L'uomo è ritenuto responsabile di ripetuti maltrattamenti, ingiurie, minacce di morte e percosse ai danni della moglie. Fatti, peraltro, commessi alla presenza del loro figlio minore. L'uomo ha continuato nel suo comportamento anche dopo la separazione: sostava spesso davanti al luogo di lavoro della ex moglie attendendone l'uscita, per avvicinarla, e si recava presso l'abitazione della donna per minacciarla con la scusa di vedere i figli.
La donna, per anni sottoposta ad uno stile di vita caratterizzato da violenze e paura, è stata introdotta in un percorso di assistenza da parte di un centro reggino ed ha trovato il coraggio di denunciare l'ex marito trovando nel personale specializzato della Squadra mobile attenti ed accorti ascoltatori. La seconda ordinanza disposta dal gip è stata eseguita da personale della Squadra mobile a carico di un 46enne di nazionalità marocchina, al quale è stato inflitto il divieto di avvicinamento alla moglie per aver posto in essere ripetuti comportamenti aggressivi e violenti. La vittima, sottoposta per anni a vessazioni, ha trovato la forza di denunciare alla Polizia di Stato i comportamenti del marito, stanca delle violenze dovute a pretestuose accuse di infedeltà.
A Cosenza, il provvedimento di allontanamento dalla casa familiare emesso dal Gip ha riguardato un 37enne romeno accusato di lesioni aggravate. In particolare, l'uomo, già noto alle forze dell'ordine, avrebbe minacciato ed aggredito la convivente, anche in presenza della figlia della donna. In una circostanza l'uomo, in stato di ebbrezza, ha aggredito la donna colpendola con una bottiglia di birra per poi, poco dopo, in un secondo momento, aggredirla nuovamente a schiaffi alla presenza della figlia minore.
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