Week end in viaggio nella Calabria senza tempo, a Cosenza di scena “Re pipuzzu fattu a manu”

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Locandina Re Pipuzzu
  20 dicembre 2019 11:03

Quale atmosfera se non quella che regala il Natale per viaggiare nelle Calabria senza tempo con “Re pipuzzu fattu a manu”? L’antica fiaba diventa un “melologo calabrese per tre finali” come recita lo stesso sottotitolo. È il nuovo lavoro di Scena Verticale diretto da Dario De Luca, sul palco insieme a Gianfranco De Franco, che andrà in scena al Teatro dell’Acquario questo weekend oggi, domani e domenica alle 18,00.

La nota compagnia di Castrovillari presenta una storia tutta calabrese, quella di Re Pepe, l’antico racconto recuperato grazie al lavoro di Letterio di Francia. Il fine letterato calabrese nativo di Palmi e massimo studioso della novella italiana ha lasciato in eredità un patrimonio ricchissimo di storie e intrecci a meta` tra il noto e l’ignoto.

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«Abbiamo scelto di puntare l’attenzione sulla storia di Re Pepe – racconta De Luca – una fiaba nella quale il vero protagonista non e` il re del titolo, ma una donna: una reginetta sicura del fatto suo e capatosta». La reginetta, di fronte all’insistenza del padre perche´ si trovi un marito, decide di prendere farina e zucchero e di impastarselo con le sue mani. Solo cosi` puo` essere certa che quello sposo sara` all’altezza delle sue aspettative. C’impiegherà addirittura sei mesi ad impastarlo. “Pero` non parla!”, commenta il re padre. Ma lei non si perde d’animo, gli mette un peperoncino rosso sulla bocca e a furia di insistere, lo fa parlare.

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Una storia che ha messo radici in mezzo agli uliveti e agli aranceti della nostra terra a cui Dario De Luca dà corpo e voce. A curarne i suoni invece è Gianfranco De Franco che, insieme a De Luca, accompagnerà lo spettatore in un viaggio nella Calabria senza tempo.  «Le fiabe sono il nostro patrimonio comune – afferma De Luca – sono la memoria storica dei nostri sentimenti piu` genuini e primari. Abbiamo voluto cercare le fiabe della nostra Calabria, per provare a leggere meglio la nostra terra partendo dai racconti popolari; per interrogarci su noi stessi e capirci un po’ di piu`; per poterci raccontare al viaggiatore di domani senza essere oleografici e indulgenti con noi stessi». Una pièce, tratta dalla riscrittura di Marcello D’Alessandro, che ipnotizzera` lo spettatore accompagnandolo in una dimensione tra l’onirico e il reale.

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