XXI Festival d'autunno, chiusura pirotecnica: Irene Grandi esplosiva al Politeama di Catanzaro

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images XXI Festival d'autunno, chiusura pirotecnica: Irene Grandi esplosiva al Politeama di Catanzaro

  04 novembre 2024 06:52

di MARCO VALLONE

Bum bum! Batte il cuore. Una Irene Grandi in formato fuoco d'artificio ha regalato emozioni nell'appuntamento di chiusura del programma del XXI Festival d'autunno, ieri sera, davanti a un folto pubblico accorso da tutta la provincia per godere delle vibrazioni trasmesse dalla cantautrice fiorentina al Teatro Politeama di Catanzaro. La prestigiosa location del capoluogo di regione calabrese è stata la scelta di Irene Grandi per dare inizio al tour italiano, intitolato “Fiera di me”, con cui verranno celebrati i suoi sudati 30 anni di carriera.

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Dopo una prima data zero nella Repubblica di San Marino, la cantautrice ha pensato bene di far ritorno a Catanzaro, tappa da lei già toccata nel 2021, in quell'occasione con lo spettacolo “IO in blues”. Ma i ricordi di Irene Grandi nella città dei tre colli si fanno ben più leggendari quando si pensa alla sua apparizione al concerto evento di Vasco Rossi nel quartiere Germaneto, nel lontano 2004: in quell'occasione, celebrata nel tempo come una vera e propria Woodstock calabrese da oltre 400mila spettatori, Irene Grandi fu tra gli artisti che si esibirono prima del rocker emiliano, insieme agli Articolo 31. Lo stesso Vasco ha in seguito elogiato l'appeal di Irene Grandi, di cui ha sempre apprezzato la personalità sbarazzina e irriverente, definendola una “Vasco in gonnella”. Questo per sottolineare il senso della forte caratura, che non si scopre certo ora, dell'artista esibitasi ieri sera.

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Il repertorio ha spaziato tra i suoi brani più famosi e quelli più recenti del suo ultimo album, come “Fiera di me”, brano omonimo sia dell'album che del tour, e l'ultimo singolo, “Universo”. La partenza è un avvertimento: “Prima di partire per un lungo viaggio” è stata l'open track che ha dato il via alle danze. Seguita da tutta una serie di brani dalla forte venatura pop rock, come ad esempio “Non resisto”, un pezzo che porta alla luce anche gli echi di una Pink (cantautrice statunitense) nella variegata personalità di Irene Grandi. Si è passati poi per “La cometa di Halley”, brano che insieme all'ultimo singolo “Universo” e l'altra nota hit “Bruci la città”, suonata anch'essa, condivide la paternità artistica, dovuta a un sodalizio con un artista che la cantautrice fiorentina stima molto: Francesco Bianconi dei Baustelle. Avanti ancora, si è passati per un pop dalle caratteristiche più suadenti, come ad esempio quello di “Che vita è”, fino ad arrivare via via alla riuscitissima cover di un brano di Mina: “Sono come tu mi vuoi” rimane infatti una evidente certezza.

Ci sono stati momenti in cui la “Vasco in gonnella” ha dato in realtà spazio alla sua parte più intimistica, piano e voce. L'esempio evidente è quello di “E' solo un sogno”. Ma senza dimenticare le radici: appena si tocca “Per colpa del lupo” si tornano a sentire forti le ispirazioni più marcatamente rock della cantautrice, con venature di natura funk molto coinvolgenti e divertenti per l'ascoltatore. L'artista non ha dimenticato di andare a salutare il suo pubblico, lanciandosi nella mischia in platea, e andando in mezzo alle “barcacce” del Politeama. Momento di grande emozione è stato ancora quello vissuto con l'interpretazione di “Se mi vuoi”, pezzo scritto insieme a Pino Daniele, di cui Irene Grandi ha voluto omaggiare la figura con un grande applauso molto partecipato da parte della platea, definendolo come “uno dei suoi primi maestri”. E infine grandi classici della cantante: “La tua ragazza sempre” e “Bum Bum” l'hanno fatta da padrone, garantendo all'artista fiorentina il sicuro dominio del palco. Degna di menzione, inoltre, la scelta di portare in scena “Un motivo maledetto”, il primo singolo estratto dall'album d'esordio della cantautrice: una vera e propria chicca, quindi.

Irene Grandi è stata accompagnata nel suo bel concerto da musicisti di spessore: Pippo Guarnera all'organo Hammond, Piero Spitilli al basso elettrico, Max Frignani alla chitarra, Fabrizio Morganti alla batteria, Marco Galeone alle tastiere e Titta Nesti, che ha apportato il suo contributo in qualità di corista e polistrumentista. La chiusura musicale è stata affidata a “Lasciala andare”, ballata pop dalla forte impronta malinconica che potrebbe essere interpretata anche come un messaggio per il pubblico, che ha dovuto lasciare andare questa edizione del Festival d'autunno in attesa di scoprire quali sorprese riserverà la prossima, nel 2025. Curioso rilievo che ci ricorda come, quando qualcosa finisce, ci può esser sempre qualcos'altro che d'altro canto inizia. Che sia un tour di Irene Grandi, una nuova edizione del Festival d'autunno o chissà cosa altro.

La direttrice artistica del Festival d'autunno, Antonietta Santacroce, nel sottolineare la soddisfazione per questa chiusura in bellezza del programma di eventi di questa XXI edizione, ha evidenziato come Irene Grandi abbia avuto “una carriera molto poliedrica che sintetizza al meglio le 'Connessioni' che danno il titolo al cartellone di quest'anno. Irene ha spaziato dal rock al pop, al jazz, al blues: ha messo davvero in connessione tra loro generi differenti. Ci è sembrato quindi il modo migliore per concludere questo cartellone”. La cantautrice è stata infine anche premiata in virtù dei suoi 30 anni di carriera con un “Cavatore d'argento” realizzato dal maestro orafo Michele Affidato, in omaggio a uno dei maggiori simboli della città di Catanzaro.

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