di MARCO VALLONE
L'omaggio al patrimonio musicale di Giovan Battista Pergolesi attraverso un'opera dal forte impatto emotivo è stato il fulcro su cui si è fondata, questo pomeriggio, la presentazione del libro “Pergolesi Anima Scurdata – Opera Buffa” della cardiologa, scrittrice, musicista e giornalista Maria Primerano presso la Chiesa di Sant'Angelo de Siclis a Catanzaro. La fatica letteraria, definita dall'autrice come una “figlia di carta” al pari degli altri suoi libri, è stata premiata in tutta la penisola attraverso diversi riconoscimenti, tra cui spiccano ad esempio i Premi Casentino, Argentario e Firenze, ed è entrata nei cataloghi di diverse prestigiose biblioteche fuori dai confini nazionali, sia in Europa che in America.
L'evento è rientrato nella tre giorni di “Napul'è” del XXI Festival d'autunno, nella quale sono stati previsti, dal 30 ottobre all'1 Novembre, quattro eventi sulla musica napoletana dal '500 ai giorni nostri nel Teatro Politeama e nei luoghi di rilievo storico della città. L'appuntamento di oggi pomeriggio fa seguito al musical “Mare fuori” andato in scena ieri sera sul palco del Politeama, ed ha inteso porre l'accento sul periodo d'oro del capoluogo di regione campano, quando lo stesso era considerato come la capitale musicale del mondo.
La presentazione di “Pergolesi Anima Scurdata – Opera Buffa” si è svolta con un sottofondo musicale d'eccezione, quello dello “Stabat Mater”, composizione più conosciuta di Pergolesi, di cui sono stati ascoltati diversi stralci. L'atmosfera di sacralità, già propria di una chiesa, è stata ulteriormente accentuata dalle note dell'opera del compositore nato a Jesi ma vissuto per larga parte della sua vita a Napoli, in un fascino dal sapore surreale che ha catturato l'attenzione dei partecipanti, insieme alle parole dell'autrice del libro che considera l'opera musicale di Pergolesi come “una delle composizioni più struggenti che appartiene all'umanità”.
“Siamo nella Chiesa di Sant'Angelo, nel centro storico di Catanzaro – ha affermato Maria Primerano -. E' il 31 Ottobre, e quindi domani è il giorno dedicato a tutti i Santi. La presentazione di questo libro cade dunque proprio in un periodo particolare della nostra religione. Il libro è dedicato a Giovan Battista Pergolesi, uno dei più importanti musicisti del '700. Ma non è la classica biografia: è un libro molto particolare, ambientato a Napoli. Pergolesi infatti ha studiato nel capoluogo campano e morì a Napoli. Fu gettato in una fossa comune perché era tubercolotico ed era povero. E allora questo libro è stato scritto durante il covid per esorcizzare un po' l'orrore che abbiamo vissuto in quel periodo: a me è venuto in mente appunto Pergolesi, che ebbe questa tragica fine. Per questo, durante quel periodo, mi misi a scrivere di lui, ma non volevo fare un'opera triste! Anzi, siccome Pergolesi è il maestro dell'opera buffa, allora è venuta fuori proprio un'opera buffa: in pratica il libro scava nei sentimenti dei napoletani, nel loro legame con il mondo dell'aldilà. Quindi quel rapporto che unisce i vivi e i morti nella religiosità napoletana. E da lì ci sono tutta una serie di situazioni – ha proseguito la cardiologa e scrittrice Primerano – che partono dal ritorno di Pergolesi il cui cranio, in seguito ad un alluvione, viene rinvenuto nella chiesa di Pozzuoli dove era stato sepolto”.
Presente in chiesa anche la direttrice artistica del Festival d'autunno, Antonietta Santacroce, che ha raccontato le peripezie che hanno segnato la riuscita dell'evento del pomeriggio: “Abbiamo cambiato tre location. Originariamente dovevamo essere nella chiesa di Sant'Omobono, ma 3 giorni fa ci hanno comunicato che era saltato il pavimento, per cui è stata dichiarata inagibile. Dopodiché, siccome ormai erano state distribuite molte brochure, ed era impossibile avvisare tutti quanti, abbiamo deciso di spostarla nella vicina Chiesa di Sant'Anna perché era a soli 20 metri da quella di Sant'Omobono. Stamattina purtroppo il parroco c'ha comunicato l'indisponibilità anche di questa chiesa, e quindi fortunatamente il vescovo ci ha reso possibile l'utilizzo della bellissima Chiesa di Sant'Angelo, sempre per la motivazione che era vicina alla Chiesa di Sant'Omobono, dove l'evento doveva tenersi sin dall'inizio. Questa è stata quindi l'occasione per conoscere questa chiesa che tradizionalmente è sempre chiusa, ed era probabilmente sconosciuta ai più”. Tutto bene quel che finisce bene, quindi.
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