Dopo Montauro anche a Badolato si chiede l'intervento dell'arcivescovo Claudio Maniago per "porre fine ad un’anomala vita spirituale"
19 marzo 2022 13:02di TERESA ALOI
Poco più di 31 chilometri. 41 minuti percorrendo la strada Statale 106 guardando al mare salendo su per la collina con le spalle le Pre Serre Calabresi. E’ la distanza tra Montauro e Badolato che si “azzera” quando si parla di fede. Già, perché, dopo Montauro, anche a Badolato una frangia di fedeli chiede l’aiuto dell’arcivescovo della Diocesi Catanzaro-Squillace, Claudio Maniago, lamentando “la mancanza di una guida spirituale che sia davvero continuazione di Cristo stesso”.
Una lunga lettera. dettagliata, quella che fa riferimento ad episodi contestualizzati, dove non si fa mai il nome del sacerdote (don Salvatore Tropiano) che guida le parrocchie.
La lettera, indirizzata peraltro anche al sindaco di Badolato, Nicola Parretta, è firmata dal Comitato civico “Insieme si può fare”, lo stesso Comitato che si è reso promotore nei giorni scorsi di un’assemblea per programmare la Settimana santa: "programma da sottoporre, per l’aspetto religioso - spiegano- al vaglio delle autorità competenti". Assemblea alla quale erano presenti i membri del Comitato organizzatore, le confraternite, alcuni amministratori comunali, parte delle Associazioni culturali oltre a numerosi cittadini.
Si parla di "contrasti e chiusure da parte del parroco titolare delle nostre chiese che ormai si stanno verificando da anni e che, mentre in precedenza riguardavano solo la Marina, adesso riguardano anche il Borgo". Tante "le perplessità sull’eventuale collaborazione del parroco, che si è sempre dimostrato avverso, al punto che all’unanimità tutti i partecipanti hanno lamentato la mancanza di una guida spirituale che sia davvero in continuazione di Cristo stesso. La comunità badolatese ha sistematicamente informato le Autorità ecclesiastiche circa fatti ed episodi continui da attribuire al parroco titolare, che, in modo ricorrenti, pone veti e ostacola i fedeli nell’esplicazione delle fede e della loro Cristianità".
" Abituali - si legge nella lettera - sono i dinieghi che il sacerdote dimostra in qualunque circostanza, occasione, colpendo il dinamismo cristiano del popolo a servizio della Chiesa e impedendo anche quelle scelte legittime qual è ad esempio quella di poter scegliere la chiesa, tra le tante del nostro paese, dove sposarsi. Proprio da ultimo, l’azione ingiustificabile commessa dal parroco nei confronti del Consiglio pastorale Affari economici della Chiesa madre, da ritenersi addirittura deplorevole quanto incoerente, avendo agito non di certo come il Maestro in mezzo al popolo di Dio".
Il sacerdote, a detta del Comitato, "non solo non accoglie, ma con i suoi atteggiamenti e comportamenti arroganti, prepotenti e da despota, che sono all’opposto dei dettami dell’esempio cristiano, allontana la gente dalla chiesa e da Dio. Questo suo modo di fare ha cagionato uno spopolamento delle parrocchie locali e una migrazione dei fedeli verso chiese dei paesi vicini".
E' con "molta fatica e imbarazzo" che, spiegano "parlano di tutto ciò", ma è inevitabile nel nostro specifico caso.
"Un parroco che dall’alto della sua sfera, seduto sul trono, distante dalla comunità parla alla gente con toni perentori, burberi, rimarcando di essere il padrone e perciò di essere lui a comandare. Peccato che con la stessa veemenza non ha mai speso una sola parola per evangelizzare ed essere pescatore di uomini. Si limita alle sole omelie. Questo non è un cammino insieme di cui tanto si parla. Un simile modo di fare è solo divisivo, poiché tra l’altro ritiene i fedeli di Badolato Borgo meritevoli soltanto di una “messuccia”, concetto urlato nel giorno del Corpus Domini, in una chiesa Matrice gremita di fedeli. Tutto ciò comporta una serie di conseguenze, una fede vissuta male".
E poi, "quelle continue richieste di denaro, da destinare unicamente, da circa due anni o tre, al Santuario “Madonna della Sanità” del quale sta facendo un cantiere sempre aperto, approntando modifiche all’interno e all’esterno, sia strutturali che di arredo, a proprio piacimento, senza interpellare nessuno, ritendendo il Santuario un bene proprio, anziché un bene patrimoniale del paese. Basti pensare che non è possibile neppure portare un fiore, ma solo soldi, perché anche i fiori devono rispondere ai suoi gusti".
Ma ancora più grave, per il Comitato, è l'aver "tolto le corone dalla testa dell’effige della Madonna della Sanità e del Bambino Gesù con la motivazione che non sono di suo gradimento. Tutto lascia esterrefatti, maggiormente perché l’incoronazione delle due statue è avvenuta con apposita cerimonia officiata da ben due vescovi".
Si potrebbe - e loro lo scrivono a chiare lettere - "scrivere un libro". "Nessuno può comprendere a pieno il passato di Badolato se non ne conosce l’entità e la ricca vita della popolazione religiosa. Dalla fine del '600 Badolato può vantare un patrimonio artistico, culturale e religioso con oltre 13 chiese, conventi, un Santuario, cappelle. Tante e affollate erano le meste processioni e le funzioni religiose. Le Confraternite hanno sin dall’antichità animato la vita spirituale e tuttora nelle chiese sono presenze vive, pur se il parroco titolare assume nei loro confronti comportamenti ostativi che impediscono persino di portare avanti tradizioni, comportando la conseguenziale e inevitabile cancellazione di una parte della nostra cultura, delle nostre origini e della nostra storia".
"A conclusione, l’assemblea, consapevole dell’insostituibile ruolo del sacerdote, ha dedotto quanto sia indispensabile riformare anche la nostra chiesa locale, ponendo fine e rimedio ad un’anomala vita spirituale che si ripercuote indubbiamente anche sulla rivitalizzazione del Borgo, sugli aspetti educativi turistici, economici e sul patrimonio religioso del nostro territorio. Oggi più che mai le Istituzioni e le Agenzie educative devono operare sinergicamente per assolvere in modo efficace la loro missione".
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