A Catanzaro lo sciopero generale per Gaza e la Flotilla, centinaia di persone in piazza Matteotti

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  03 ottobre 2025 13:50

di MARCO VALLONE

Sono centinaia le persone scese in piazza Matteotti, anche a Catanzaro oltre che in tutta Italia, per manifestare il proprio disappunto, la propria rabbia, per gli accadimenti che imperversano in Palestina, in particolar modo nella Striscia di Gaza, e per le ultime notizie relative all'abbordaggio in acque internazionali, da parte delle navi israeliane, della Globul Sumud Flotilla, l'iniziativa umanitaria internazionale composta da barche di attivisti e volontari di 44 Paesi del mondo che ha l'obiettivo dichiarato di rompere il blocco israeliano della Striscia di Gaza, rifornire di viveri e medicinali la popolazione palestinese colpita dalla carestia causata dai combattimenti nella zona e stabilire un corridoio umanitario. Qui la DIRETTA  della manifestazione di questa mattina.

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L'iniziativa rientra nello sciopero generale per Gaza e la Flotilla proclamato oggi dai sindacati Cgil e Usb. Musica, cori, tamburelli, chitarre e soprattutto grande partecipazione hanno animato la piazza questa mattina. “Grazie a tutti i lavoratori che oggi hanno manifestato e scioperato – hanno dichiarato alcuni dei sindacalisti presenti in piazza -. Non è uno sciopero abituale, per un contratto, per un salario, per l'occupazione. E' uno sciopero della coscienza, della solidarietà, dell'umanità. Questo ci unisce, unisce tutto un contesto sociale, contro il silenzio del governo nazionale e contro i tanti rilievi che sono stati fatti rispetto alle vicende della Flotilla. Ci unisce rispetto al mancato riconoscimento della Palestina. Come può un popolo avere la sua autonomia se non ha il suo territorio, la propria istituzione, il proprio humus democratico? Questo è un qualcosa che ci unisce. Voglio ricordare che oggi più di 100 manifestazioni in piazza ci vedono tutti uniti, sono proteste democratiche e non c'è alcuna modalità violenta. Ci sono presidi e mobilitazioni concordate, Quindi, da questo punto di vista, vogliamo solo protestare in maniera giusta e rivendicativa per quello che sta succedendo”.

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Presenti tra gli altri anche Arci, Anpi e diversi rappresentanti delle istituzioni locali, tra cui, tra gli altri, l'assessore alla pubblica istruzione del Comune di Catanzaro, Nunzio Belcaro, il presidente del consiglio comunale Gianmichele Bosco e il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, intervenuto direttamente al microfono al centro della manifestazione.”Tantissimi sindaci si stanno mobilitando in tutta Italia, sono presenti – ha dichiarato Fiorita -. Anche in Calabria siamo in tanti ad essere nelle piazze. Voglio ricordare che attualmente è in atto, purtroppo, il genocidio di un popolo: ci sono bambini che muoiono di fame, che muoiono di sete. C'è la programmazione della deportazione di un intero popolo lontano dal proprio territorio. Allora bisogna dire che non c'è nessuna ragione al mondo che possa giustificare atti di questa natura. Non ci sono ragioni, non ci sono condizioni. Noi ci dobbiamo battere perché lo sterminio di un popolo, l'uccisione quotidiana, sulla quale noi ci siamo anche documentati con un'iniziativa al Politeama per guardare attraverso dei video come vivono questi bambini e come si vive in quella terra, deve finire. Questo dobbiamo ricordarlo a tutti. Ci battiamo per un minimo di umanità e perché si interrompa il genocidio di un popolo”.

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Nicola Fiorita ha poi voluto mettere l'accento anche sul diritto internazionale: “Se c'è una speranza nel futuro – ha affermato -, questa passa anche dal fatto che esista un sistema di regole che gli Stati rispettano. Dobbiamo dire con chiarezza che il genocidio di un popolo avviene in spregio del diritto internazionale e che dei cittadini italiani sono stati fermati in acque libere – ha sottolineato, riferendosi all'abbordaggio della Globul Sumud Flotilla -. Non sono stati fermati dentro il territorio di un Paese ma in acque libere. Allora il nostro governo ha il dovere di battersi perché quei cittadini siano immediatamente rilasciati e perché non ci sia una violazione continua del diritto internazionale. Nelle acque internazionali può andare chiunque. Violare il diritto internazionale significa che potrebbe essere violato da qualcun altro, significa che non esiste più un sistema di regole”.

Ultima annotazione sul piano proposto dal presidente Usa Donald Trump e su alcune polemiche delle ultime ore: “Qualcuno dice che la pace si costruisce con un piano – ha evidenziato il sindaco di Catanzaro -, con una strategia. E dicono che ancora la pace non arriva con una barca a vela e nemmeno andando a una manifestazione. E' indubbio, è vero. Ma se la Flottilla è partita è perché non c'era un piano per la pace. Non c'era una strategia per la pace. Se noi siamo qua è per questo: ognuno di noi starebbe a fare altre cose se esistesse una strategia per la pace, se chi dovrebbe costruirla – è l'affondo di Fiorita – lo facesse. Allora i ragazzi che sono in piazza e le persone che sono salite su quelle imbarcazioni non sono salite perché ingenuamente pensano in quel modo di arrivare alla pace. Ma hanno messo il proprio corpo, la propria vita, a disposizione di tutti per chiedere che chi se ne deve occupare lo faccia, per costringere il nostro governo a non girarsi dall'altra parte. Costruite un piano per la pace e noi torneremo a fare quello che è il nostro lavoro e le nostre occupazioni, altrimenti saremo qua non perché siamo ingenui, e perché pensiamo che grazie a noi Israele smetterà, ma perché siamo determinati e vogliamo che il nostro governo faccia rispettare i diritti delle persone, la vita delle persone e il diritto degli Stati. Buona manifestazione”.

Dopo il presidio in piazza è seguito successivamente un corteo da parte dei manifestanti che si è snodato su tutto Corso Mazzini, a partire da Piazza Matteotti sino ad arrivare a piazza Roma. Il grido di protesta dei manifestanti è esploso in modo del tutto pacifico ma determinato. A Catanzaro e in tutta Italia. E' da vedere, adesso, cosa altro seguirà, nelle manifestazioni ma soprattutto sul campo. Lì dove, di fatto, si decide davvero il presente e il futuro della Palestina.

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