All’inizio del mese di luglio è stato promosso dall’ Ufficio del Garante comunale di Crotone dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale, in sinergia con la Direzione del Carcere, un tavolo istituzionale volto al reinserimento sociale e lavorativo per i detenuti. L’obiettivo, consentire un effettivo impiego in attività lavorativa delle persone recluse, sulla base della disponibilità da parte della Direzione della Casa circondariale di Crotone a concedere, in comodato d’uso gratuito, le serre ed i laboratori a quella realtà imprenditoriale o cooperativa sociale, disposta ad assumere anche a tempo determinato, alcune unità di detenuti. La legge Smuraglia ha previsto in proposito anche degli incentivi di carattere fiscale a beneficio dell’impresa che assume.
Obiettivo posto all’inizio della “missione” è stato quello di coinvolgere le imprenditorialità del territorio affinché possano favorire il reinserimento nel contesto sociale dei detenuti attualmente presso la Casa circondariale di Crotone. Il tutto volto ad evitare che chi ha sbagliato nei confronti della giustizia, torni a delinquere a motivo della mancanza di lavoro e di sostentamento economico.
Presso la struttura circondariale esistono già laboratori per la lavorazione del ferro e di falegnameria dove i detenuti possono specializzarsi e negli scorsi mesi sono stati fatti anche laboratori di legatoria e di vetreria e molti detenuti sono impegnati anche nella cura del verde e stanno realizzando un campo sportivo a testimonianza della funzione rieducativa della Casa circondariale.
"Purtroppo - si legge sulla nota stampa di Federico Ferraro , il garante comunale di Crotone- a distanza di diversi mesi, nonostante un interessamento iniziale di alcuni rappresentanti di categoria, legati all’imprenditoria locale, ad oggi non è stata presentata alcuna proposta concreta o quantomeno una comunicazione di disponibilità utile a predisporre una forma di collaborazione con la Casa circondariale di Crotone. Certamente la complessa situazione economica che caratterizza il periodo storico di riferimento e le difficili situazioni occupazionali che affliggono anche i non detenuti hanno inciso e incidono quotidianamente sulla riuscita di tali progetti, sebbene animati dai migliori intenti".
"Tuttavia, - prosegue - la mancanza oggi di un riscontro positivo impedisce a tutt’oggi di utilizzare al meglio quegli spazi della casa circondariale che potrebbero essere utilmente impiegati in attività produttive e portatrici di utilità sociale ed economica, e di mettere a sistema quella forza lavoro (dei detenuti) inespressa, prevenendo concreti pericoli di un loro ritorno ad attività illecite, specie a motivo della mancanza occupazionale".
"Con rammarico devo constatare che, - conclude la nota - per mancanze di proposte imprenditoriali, non è stato possibile attivare efficacemente il progetto previsto dal tavolo istituzionale e dunque si è persa un’ importante opportunità di crescita sociale e di impiego di risorse produttive. Preciso che l’invito a tutte le realtà legate al mondo della produzione delle imprenditorialità è sempre valido. Pertanto torno a formulare un forte appello a considerare la realtà della Casa circondariale di Crotone e chi vi risiede come un possibile e valido interlocutore per progettualità di lavoro e valorizzazione delle abilità tecniche – manuali".
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736