A Lamezia gli ucraini raccolgono aiuti da inviare ai loro cari: "Sono terrorizzati, lì uccidono e basta"

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images A Lamezia gli ucraini raccolgono aiuti da inviare ai loro cari: "Sono terrorizzati, lì uccidono e basta"

  03 marzo 2022 13:52

di CARMEN MIRARCHI 

In tutta la Calabria sono stati creati punti di raccolta di beni di prima necessità e medicine da invitare in Ucraina per aiutare i cittadini le cui vite sono  state distrutte dalla guerra. Anche a Lamezia Terme sono diversi i punti dove si posso portare gli aiuti, uno di questi è in via Milete Ignoto. Qui abbiamo incontrato alcuni cittadini ucraini che vivono da anni in Calabria. Sono in molti coloro che ad ogni ora del giorno stanno portando aiuti e sono diverse le persone di origine ucraina impegnate nella raccolta per inviare già da sabato i primo aiuti.

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Quello che serve sono beni di prima necessità, medicine e prodotti per bambini e neonati soprattutto.

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Tatiana è una ragazza ucraina che vive a Lamezia Terme da 17 anni ed è impegnata nella raccolta perché, ci racconta,  in Ucraina non si trova nemmeno cibo. Sabato partirà il camion con i beni per orfanotrofi,  rifugiati e militari.

"Io ho parenti terrorizzati in Ucraina, mio fratello e mio padre resteranno nel nostro paese per orgoglio e mia madre e mia cognata resteranno lì perché non vogliono abbandonare i propri cari. Vorrei dire che vogliamo la pace, entrare in Unione Europea renderebbe la vita difficile perché si alzerebbero i costi ed i  nostri stipendi sono bassi".

Nel punto di raccolta di via Milite Ignoto troviamo anche una giovanissima ucraina da 20 anni in Italia. Si chiama Olga e ci racconta di provenire da una città vicino la Romania. "Voglio ringraziare tutti coloro che ci stanno aiutando nella raccolta di cibo e medicine, sono tanti. Sento i miei parenti che sono in Ucraina quasi ogni giorno. Dormono vestiti per la paura, prima vivevano tranquilli adesso nel terrore. In un secondo Putin ha deciso di bombardare case, civili, ospedali.  Hanno ucciso famiglie con bambini, hanno bombardato ospedali oncologici, per loro non c'è differenza fra civili e militari. Uccidono e basta. I miei parenti resteranno lì a combattere come possono, io vorrei che l'Ucraina entri in Unione Europea. Adesso abbiamo dimostrato che ci meritiamo di entrata in Ue , ci aspettavamo la vicinanza di tutti ma non cosi tanto. Noi siamo sempre qui a qualsiasi ora per raccogliere cibo e medicine da inviare" conclude Olga.

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