
Tantissimi i pellegrini giunti, con le proprie comitive, in bus e auto, alla convocazione dei gruppi di preghiera e dei devoti della Vergine Immacolata Nostra Signora dello Scoglio, presso il rinomato santuario, fondato da Fratel Cosimo, oltre mezzo secolo fa. Una giornata, quella di domenica 26 ottobre 2025, ricca di spiritualità e molto partecipata. Nel pomeriggio, dopo un momento introduttivo, da parte del dott. Giuseppe Cavallo, coordinatore generale del santuario, lo stesso ha letto un messaggio del vescovo della Diocesi di Locri – Gerace, che non ha potuto presenziare all’incontro per impegni pregressi.
Il pastore diocesano, rivolgendosi ai convenuti, ha scritto: “Carissimi AMICI dello Scoglio e GRUPPI DI PREGHIERA. Non potendo essere presente, gradite ugualmente il mio saluto ed il benvenuto in questo Santuario diocesano, al quale è legata l’esperienza mariana vissuta da Fratel Cosimo e riconosciuta dalla Chiesa con il “Nulla osta”. Questo primo Giubileo è un evento straordinario che rinsalda la vostra amicizia e quella con Fratel Cosimo e l’esperienza mariana dello Scoglio. Non abbiate paura di seguire Maria, la Vergine Immacolata, madre di Dio e nostra. E’ un invito questo che viene anche dal cuore di fratel Cosimo. Seguire Maria è stare con Gesù, accogliere il suo vangelo e viverlo ogni giorno. In questa bella occasione chiedo a tutti voi di recitare il Santo Rosario per implorare la pace nel mondo intero. Non c’è sofferenza più grande che vedere i propri figli farsi del male, uccidere la vita e far morire tanti piccoli, come anche fare male al creato ed al mondo intero. Diciamoci insieme: sia pace a te, sia pace nel mondo intero. Ave Maria!
Dopo la lettura del messaggio del vescovo, Fratel Cosimo ha invitato prima a elevare un’ave Maria alla Madonna e ha svolto una catechesi dicendo: “Un saluto cordiale rivolgo a tutti voi cari fratelli e sorelle, pellegrini di speranza, convenuti in questo primo sabato del mese di ottobre. Non dimentichiamo che il mese di ottobre ci richiama al culto mariano, poiché è dedicato alla Madonna, e allo stesso tempo ci ricorda la pratica quotidiana del Santo Rosario, preghiera raccomandata da sempre dalla Vergine Santissima e che vogliamo offrire, in quest’ora difficile di tensioni e conflitti, in modo particolare per la pace universale. Con il proposito di onorare la Santa Vergine, in questo mese di ottobre con la preghiera del Santo Rosario, rivolgiamo ora la nostra attenzione al Vangelo di Luca cap. 17, del quale riporto solo i primi due versetti, il 5 e il 6: “In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: Accresci in noi la fede! Il Signore rispose: Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: Sradicati e vai a piantarti nel mare, ed esso vi obbedirebbe”. Sorelle e fratelli, abbiamo appena ascoltato dal Vangelo di Luca che Gesù, nel rispondere alla domanda degli apostoli, puntualizza in modo particolare la fede dicendo: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: sradicati e vai a piantarti nel mare, ed esso vi obbedirebbe”. Gesù nel dare questa risposta, pare che abbia visto nel cuore dei suoi apostoli una fede un po’ fievole, riguardo a quanto essi dovevano affrontare nella loro missione verso il popolo. Infatti gli apostoli subito lo dichiararono a Gesù dicendo: “Accresci in noi la fede!”. Il granello di senape di cui parla Gesù è un seme molto piccolo, forse il più piccolo di tutti i semi. Quindi Gesù, esortando ad avere fede quanto un granello di senape, intendeva dire una fede piccola, ma pura, autentica e genuina. Oggi dovremmo tenere in grande considerazione la fede, e ciascuno farebbe bene ad esaminarsi su questo punto fondamentale della nostra vita cristiana. Avere fede se vogliamo, vuol dire dare pienamente credito a Dio, aderire totalmente a Lui, fare assoluto affidamento su di Lui. Praticamente, tutto questo non è tanto facile, specialmente ai nostri giorni. Già allora gli apostoli che vivevano con Gesù dicevano: “Accresci in noi la fede!”. E noi al tempo d’oggi cosa diciamo? Sottolineo dunque, che non si tratta di accrescere la fede in senso di quantità, si tratta invece di avere una fede di qualità, cioè autentica, una fede forte, una fede direi felice, coerente al Vangelo, e all’impegno cristiano nella nostra vita quotidiana. Ci tengo a precisare che la fede del vero cristiano deve essere testimoniata con le opere, cioè con i fatti, e non soltanto con le parole. Noi, in qualità di credenti e figli di Dio, dobbiamo essere non solo fieri, ma anche degni della nostra fede. Ricordo bene quello che diceva il papa S. Paolo VI: Il cristianesimo non può contentarsi di cristiani mediocri, non può essere vissuto in maniera qualunque; o lo si vive in pienezza, o lo si tradisce. Miei cari amici, teniamo presente che la fede è una situazione da vivere, faticosamente giorno per giorno.
Ha detto Gesù: “Se tu puoi credere, tutto è possibile a chi crede”. Molte volte noi ci accontentiamo di una fede superficiale, una fede che non ci impegna, mentre Dio vuole che la nostra fede sia impegnativa, cioè attiva, contagiosa, e sapete come? Come quella che hanno avuto i Santi, i quali l’hanno messa a frutto, proprio come i talenti di cui parla Gesù nel Vangelo di Matteo al cap.25, e non l’hanno tenuta riservata per se stessi, come invece ha fatto il servo che ha tenuto il talento per se e lo ha nascosto. Noi dobbiamo prendere esempio dai santi e tenerli in considerazione, perché essi ci aiutano a vivere la nostra vita cristiana in maniera più autentica. Il giorno dell’ordinazione sacerdotale dei nuovi presbiteri, a proposito dei santi, diceva il nostro S. Padre Papa Leone rivolgendosi ai novelli sacerdoti: Interessatevi alle storie dei santi, studiate le loro vite e le loro opere, imitate le loro virtù, lasciatevi accendere dal loro zelo, e invocate spesso, con insistenza, la loro intercessione. Avete capito ora quanto sono importanti per noi i santi? Oggi per esempio, la chiesa ricorda il patrono d’Italia, San Francesco, il poverello di Assisi, il quale ha lasciato tutto per seguire il Signore, ed è vissuto nella povertà, nella semplicità, nell’umiltà e nell’amore verso Dio e verso il prossimo, spogliandosi di tutto ciò che gli offriva il mondo. A differenza di oggi se vogliamo, in cui l’uomo non si accontenta di quello che ha, ma cerca di accumulare sempre di più, anziché spogliarsi, come fece San Francesco, di tutto ciò che potrebbe allontanarci da Dio. Miei cari, ritornando al Vangelo di cui oggi ho preso spunto per la nostra riflessione dai due versetti che abbiamo ascoltato, mi sono soffermato a parlare più accuratamente riguardo la fede, perché ritengo che la fede sia di fondamentale importanza per noi cristiani; sta scritto infatti al cap.18 v.8 del Vangelo di Luca: “Ma Gesù, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. La nostra fede deve essere stabile, e non come l’onda del mare che una volta va e una volta viene, come dice San Giacomo nella sua Lettera. La fede o ce l’abbiamo o non ce l’abbiamo, non c’è una via di mezzo; e se ce l’abbiamo veramente dovremmo essere testimoni della fede, e allo stesso tempo trasmettitori, e questo come? Attraverso la testimonianza della Parola di Dio. Nella Lettera agli Ebrei cap. 11 v. 6 sta scritto: “Senza la fede è impossibile piacere al Signore”. Questa affermazione miei cari fratelli e sorelle, dovrebbe bastare ed essere più che sufficiente a noi che ci professiamo credenti, di desiderare sempre più una vita di autentica fede. Chiediamo oggi al Signore come hanno fatto gli apostoli e insieme diciamo: “Signore, accresci in noi la fede!”. Ripetiamo: “Signore, accresci in noi la fede!”.
E ricordiamoci sempre che Gesù ha detto: “Nulla è impossibile a chi crede”. La Vergine Immacolata Nostra Signora dello Scoglio, donna di autentica fede, che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore, ci aiuti a testimoniare la nostra fede nel Signore Gesù e nella sua Parola, e ci faccia vivere un cammino ricco di frutti spirituali per il regno dei cieli. Dite Amen. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo.” E’ stata poi la volta di padre Umberto Papaleo, assistente spirituale e confessore del santuario che, con grande eloquenza e intelligenza, ha tenuto una profonda riflessione, traendo spunto dal canto alla Vergine di Dante Alighieri. Il presule ha, infatti, espresso che tale canto induce allo stupore, alla meraviglia, alla lode e alla gratitudine. Il sommo poeta” – ha espresso fra Umberto - “ha attraversato l'inferno e il purgatorio ed è giunto in Paradiso. E ,prima di contemplare il Mistero del Dio Uno e Trino, incontra Maria. E la canta: " Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, umile alta più che creatura..." ( È l'incipit del Canto XXXIII del Paradiso) Lei è Vergine ed è madre; è figlia e discepola del Figlio che ha generato; è umile e per questo esaltata; è 'fattrice' del suo fattore. Che mirabili paradossi! La realtà è molto più profonda di quanto noi riusciamo ad analizzarla e a catalogarla. E com'è triste arrendersi alla superficie! Dante, scegliendo Maria, sceglie una persona concreta, una di noi, creatura come noi, ma che ha accettato la sfida e ha preso il volo: fidandosi e affidandosi. Il suo fiat, il suo coraggio, la sua caparbietà nel poggiarsi unicamente su di Lui, fino alla fine, ci siano di sostegno nel nostro pellegrinaggio terreno: "
E, giuso, intra ' mortali se' di speranza fontana vivace". E, allora, esaltare la creaturalità di questa donna, tutta speciale, non oscura il Volto dell'Onnipotente; semmai lo fa brillare ancora di più. Lei, grazie a Lui, ce l'ha fatta. Maria e il Figlio suo non sono alternativi, ma correlativi. Non si può fare a meno di questa Madre . " Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre sua disianza vuol volare sanz'ali". E noi la invochiamo e la 'miriamo' perché è una fotografia del nostro futuro ( don Tonino Bello). La Vergine Santa è ciò che eravamo e ciò che saremo. Ed è per questo che vale la pena aprirsi all'avvento del Signore in ogni Nazareth di ogni uomo e di ogni tempo. La posta in gioco è altissima: vivere pienamente la propria vita ora, prima. E domani, poi. "La sua benignità non pur soccorre a chi dimanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre". Ci soccora, ci risponda, giochi d'anticipo sulle nostre scelte e ci tenda agguati d'amore, lei che non smette di essere guerriera di luce e di pace.” Dopo la santa messa si è svolta, infine, una partecipata processione mariana con le fiaccole.
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