di GIANPIERO TAVERNITI
Un altro grazioso borgo catanzarese, nel basso soveratese che con le sue viuzze, il suo suggestivo abitato vecchio, le chiese , il convento delle Suore Riparatrici e i suoi palazzi nobiliari, arricchiti dai portali in granito, domina dall'alto dei suoi 312 metri (s.l.m.), il mare Jonio crIstallino nelle sue acque, bianco nelle sue sabbie
e profumato dai "nobili" gigli di mare.
Varchiamo la soglia della chiesa di S.Andrea Apostolo dove apprezziamo pregevoli affreschi, la statua del Santo Protettore, è stata portata nella chiesa matrice, dove e' in corso la santa messa in venerazione dello stesso. Sulla via principale del paesino, ci sono le classiche bancarelle delle feste patronali che vendono i tradizionali dolci calabresi e i classici dolci natalizi che da queste parti comprendono anche il torrone alle noci , ammiriamo con piacere anche qualche banco con delle ceramiche fatte a mano da una nobile associazione andreolese che cerca la primavera per il proprio amato paese. Ammiriamo la torre dell'Orologio, quel che rimane del castello Belvedere e ci addentriamo nel cuore del borgo nuovo, tra strette viuzze e casette ristrutturate con gusto, senza alterare il contesto circostante. Scendendo in una piacevole discesa, osserviamo un cartello che indica palazzo Damiani, non possiamo che non seguire la sua indicazione ed ammirare il palazzo che, si presenta con un prezioso portale in granito di strepitosa bellezza e valenza artistica, di chiara impronta di scuola serrese.
L'anno della sua costruzione, dovrebbe corrispondere al 1537, stesso anno del castello Belvedere, considerando gli stessi materiali costruttivi ed anche a delle ricerche e pubblicazioni di Orazio Vitale. Le origini della famiglia dei Damiani è francese, infatti e' chiara l'origine D' Amiens, stirpe proveniente dalla Normandia e si suppone che le loro origini risalgano dai tempi degli Angioini. All'interno del palazzo Damiani, domina una pregevole cappella dove spicca lo stemma nobiliare dei Damiani, dove vi è presente il sole, gli armigeri i leoni e i gigli francesi. Durante l'invasione francese nel 1806, gli stessi vedendo lo stemma lo risparmiarono dal saccheggio e dalla distruzione. La cappella cuore pulsante, diede in passato vita al palazzo, considerando che nella famiglia vi era presente un sacerdote che recitava messa per i suoi e per la gente che nel vicinato voleva parteciparne. Doverosa e' una nota a ricordo dell'Arciprete Giuseppe Damiani, quella che racconta che durante l'invasione dei francesi, si erse a difensore delle chiese andreolesi e dei paramenti sacri e a sue spese fece costruire l'altare della chiesa matrice e donò dei preziosi candelieri in ottone. Insomma un S. Andrea Apostolo dello Jonio, in grande spolvero che non è solo mare e immense spiagge bianche, ma è anche forte di un grazioso e ricco borgo che comincia a ergersi verso una rivalutazione che di certo meriterebbe al pari degli altri borghi vicini, quali ISCA, S.SOSTENE E DAVOLI, al solo fine di allinearsi al borgo di BADOLATO che ormai viaggia anno dopo anno sulla "nave "della rivalutazione, presa di mira da tanti visitatori, turisti italiani e stranieri.
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