Contrastare l’abuso di sostanze tra i giovani, intercettare precocemente i segnali di disagio, rafforzare reti educative territoriali e costruire alternative sane nei contesti a maggiore vulnerabilità sociale. Sono questi gli obiettivi del progetto “CarPediEm – Creare Presidi Educativi”, promosso dal Centro Calabrese di Solidarietà ETS in collaborazione con l’Istituto Penitenziario Minorile di Catanzaro, la Comunità Ministeriale del Ministero della Giustizia, e con il coinvolgimento di scuole, famiglie, educatori naturali e realtà del terzo settore.
Un progetto ambizioso, articolato su tutto il territorio della provincia di Catanzaro, che punta a trasformare la prevenzione in un’azione concreta e quotidiana. CarPediEm nasce dalla consapevolezza – supportata dai dati della Relazione 2023 al Parlamento sulle tossicodipendenze – che l’età di accesso all’uso di droghe si è drasticamente abbassata, colpendo in modo crescente minorenni e giovani adulti, spesso privi di strumenti di consapevolezza e sostegno.
Il progetto, attivo per 12 mesi, si struttura in tre aree di intervento:
Intercettazione, con l’attivazione di uno sportello “SOS Famiglie” aperto due volte a settimana per offrire ascolto e supporto a genitori in difficoltà nei contesti disagiati;
Formazione rivolta agli educatori “naturali” – insegnanti, allenatori, animatori parrocchiali, genitori – con l’obiettivo di potenziare le competenze comunicative e di gestione del rischio educativo.
Prevenzione e recupero. Nell’area urbana più fragile, il quartiere Aranceto, nascerà uno Spazio Giovani all’interno del Centro Sociale, che sarà allestito e gestito direttamente dai ragazzi, affiancati da educatori e volontari. Previsti laboratori sportivi (pallavolo, calcetto, basket, ping pong), percorsi di educazione socio-emotiva, attività di orientamento formativo-professionale e momenti di confronto tra pari.
All’interno dell’IPM Silvio Paternostro e della Comunità Ministeriale di Catanzaro, si svolgeranno: incontri interattivi con gruppi di giovani detenuti su legalità, uso di sostanze, autostima e relazioni; seminari sulle neuroscienze e sui danni neurologici delle droghe, condotti da educatori esperti; testimonianze dirette di ex utenti delle comunità terapeutiche che racconteranno il loro percorso di rinascita e responsabilizzazione.
Raccolta dati. Ogni attività sarà accompagnata da questionari anonimi, focus group e sondaggi per raccogliere dati qualitativi e quantitativi utili a misurare la portata del fenomeno, valutare gli esiti e orientare le politiche educative e di prevenzione.
Il progetto interesserà tre realtà cruciali della città di Catanzaro: il quartiere Aranceto, ad alta vulnerabilità sociale, caratterizzato da un forte disagio economico, elevata dispersione scolastica e assenza di servizi; l’IPM di Catanzaro, unica struttura penale minorile della Calabria, che accoglie giovani da tutta Italia; la Comunità Ministeriale, dedicata alla rieducazione e al reinserimento sociale e lavorativo dei minori sottoposti a provvedimenti giudiziari.
«CarPediEm rappresenta – spiegano i responsabili del progetto – una risposta organica, educativa e comunitaria a un fenomeno che non può essere affrontato solo in termini repressivi. È un investimento sulla libertà e sul futuro delle nuove generazioni, attraverso la creazione di presidi educativi capaci di orientare, ascoltare e restituire speranza nei luoghi in cui la speranza sembra essere più fragile».
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