L'intervento mininvasivo consente di curare l'ipertensione resistente alla cura farmacologica. Risultati eccellenti: i pazienti trattati in 3/6 mesi ritornano a valori normali di pressione arteriosa
29 gennaio 2024 11:14Più di un calabrese su tre soffre di ipertensione arteriosa e in alcuni pazienti, la patologia, si rivela resistente alla terapia farmacologica.
All’ospedale Annunziata di Cosenza, presso la UOC di Cardiologia diretta dal dr Francesco Greco, è possibile sottoporsi all’intervento di denervazione renale (RDN), una nuova procedura in grado di ridurre in modo significativo la pressione arteriosa nei pazienti con ipertensione molto alta e non curabile attraverso i farmaci.
“Il programma è stato avviato da più di 10 anni con risultati eccellenti - spiega il Dott Greco Direttore della UOC di Cardiologia Interventistica - La maggior parte dei pazienti ha raggiunto entro i 3-6 mesi dal trattamento un valore normale di Pressione Arteriosa, riportando una riduzione media del 25% e diminuendo contestualmente l’assunzione della terapia anti ipertensiva di almeno 1 farmaco”.
“Naturalmente - continua il Direttore - il risultato non è fine a se stesso ma, l’ottenere un buon controllo dei valori pressori, vuol dire ridurre significativamente il rischio futuro di eventi avversi cardiovascolari (infarto, ictus cerebrale, morte)”.
Nell’equipe di Cardiologia Interventista, anche il dr Leone che spiega: “l’intervento di Denervazione Renale è un intervento dimostrato sicuro ed efficace; necessita di due notti di ospedalizzazione e viene svolto in 40 minuti in anestesia locale. La sonda ablatrice inserita dall’inguine, erogando impulsi controllati in radiofrequenza in diversi punti delle due arterie renali, andrà a rimodulare l’attività del sistema nervoso simpatico che sottende lo stato ipertensivo”.
“La terapia di denervazione renale” conclude il Dott Greco, “è una svolta significativa nel trattamento dell'ipertensione arteriosa non solo resistente ai farmaci convenzionali ma anche nel paziente iperteso difficile da trattare; pensiamo in questo ultimo scenario, per esempio, ai tanti pazienti che, per comuni effetti collaterali dei farmaci antiipertensivi (gonfiore, rossore, prurito, tosse, disfunzione erettile etc), rinunciano al trattamento o lo praticano in maniera irregolare, perpetuando un grave danno alla propria salute”.
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