Amaro letterario ripercorre la voglia di riscatto tra le pagine di "Quando a partire eravamo noi”: storie di emigrazione e di dignità

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La presentazione del libro a cura di Amaro Letterario
  10 febbraio 2020 08:25

 Al via, e con grande successo, la prima attività ufficiale organizzata dall’associazione Amaro Letterario.

La presentazione di “Quando a partire eravamo noi” di Giancarlo De Santis si è tenuta nei locali del Liquorificio Gentile, a Carlopoli, e ha visto la partecipazione di un folto numero di persone.

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A fare gli onori di casa Luca Gentile che, con il suo stile scherzoso e posato, ha dato il via al pomeriggio carlopolese sottolineando l’importanza di avere un’idea e coltivarla con amore. "Le sedie dove siete seduti vengono dalle case dei nostri genitori, dei nostri nonni e dei nostri bisnonni a sottolineare quanto siano importanti le radici per spiccare il volo".

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È poi intervenuta il Presidente dell’associazione, Pasqualina Arcuri, che ha spiegato come è nata l’associazione e il perché il focus sia sulla parola.  Emozionata ed entusiasta ha accolto la platea con semplicità e desiderio di arrivare dritto al cuore.

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È stata poi la volta del Vice Presidente di Amaro letterario, Angelina Pettinato, che ha ribadito quanto affermato dagli altri soci fondatori e sottolineato l’importanza di creare luoghi di possibilità.  "Qui, come altrove, ciò che permette di realizzarsi è avere un’idea e possedere la passione di metterla in movimento. Il limite è nell’atteggiamento, la risorsa nel suo cambiamento".

Uno dei momenti più toccanti è  stato il reading tratto dal testo, tenuto da Felice Arcuri e Francesco Gentile, nonno e nipote nella realtà e nella finzione. Interpretazione impreziosita anche dalla coincidenza dei nomi: Felice Arcuri si è trovato ad interpretare Antonio, un personaggio con lo stesso nome di suo nonno partito per davvero per l’America nel 1904. Attraverso il dialogo tra i due il racconto della traversata ad inizio Novecento, i pregiudizi verso i meridionali, la vergogna di essere italiani e poi il recupero della dignità, del senso di appartenenza e la voglia di riscatto attraverso la memoria.

Si è poi passata la parola all’autore del libro, Giancarlo De Santis. La sua relazione è stata puntuale e precisa. "Le statistiche dicono che in Italia si legge poco e che gli studenti italiani hanno serie difficoltà nella comprensione del testo". Ha poi proseguito entrando nel merito dell’argomento della sua opera teatrale ed ha approfondito i motivi dell’emigrazione a inizio Novecento muovendosi con abilità e competenza nella linea temporale ieri-oggi senza mai scadere nel retorico, ma portando dati concreti sulla psicologia dell’emigrato e sulla sociologia dell’emigrazione. Un testo, edito da Calabria Letteraria Editore, assolutamente consigliabile per la schiettezza dei suoi contenuti e la spiegazione puntale che ruota intono ai diritti di emigrare e di non emigrare.

A seguire un acceso dibattito grazie ai partecipanti che hanno voluto portare il loro contributo arricchendo il pomeriggio di buone riflessioni.

Il prossimo incontro è previsto nel mese di marzo e promette di essere altrettanto fruttuoso di idee e considerazioni su cosa significhi creare opportunità di crescita personale e professionale.

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