Anbsc, accordo con “Fondazione con il Sud” per la valorizzazione e il riuso dei beni confiscati

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  20 novembre 2025 16:11

È stato firmato oggi al Viminale, alla presenza del sottosegretario di Stato all’Interno, con delega all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, Wanda Ferro, un protocollo d’intesa per favorire il coinvolgimento del terzo settore nella valorizzazione e il riuso dei beni confiscati al sud. Il documento è stato sottoscritto dal direttore dell’Anbsc, Maria Rosaria Laganà, e dal presidente della Fondazione con il Sud, Stefano Consiglio,

Il protocollo mira a facilitare l’accesso degli enti di Terzo Settore alle informazioni e alle opportunità relative alla valorizzazione dei beni confiscati. Punta, altresì, a potenziare l’impegno comune dei due Enti, per favorire la valorizzazione dei beni sottratti alle mafie quale strumento di alto valore rieducativo ed economico per le comunità territoriali, valorizzando il ruolo del Terzo Settore per le attività di riconversione e gestione dei beni.

L’accordo, di durata triennale, rinnovabile di ulteriori tre anni, nasce dalla comune volontà delle due istituzioni di rafforzare la collaborazione tra lo Stato e le associazioni del Terzo settore per favorire la restituzione dei beni confiscati alle comunità territoriali, trasformandoli in luoghi di legalità, partecipazione e sviluppo sociale.

In particolare, attraverso il protocollo, l’Anbsc e la Fondazione con il Sud intendono rendere più agevole per gli enti del Terzo settore l’accesso alle informazioni e alle opportunità legate ai beni confiscati, migliorando la conoscenza pubblica delle esperienze di riuso già in corso e favorendo la nascita di nuovi progetti capaci di generare occupazione, servizi di utilità collettiva e coesione sociale.

Tre linee d’azione principali: la realizzazione di una mappa geo-referenziata dei beni confiscati già destinati agli enti di Terzo Settore, includendo anche informazioni relative alle attività di riuso e valorizzazione svolte; la definizione di accordi di collaborazione tra l’Agenzia e le fondazioni interessate a finanziare progetti di valorizzazione dei beni con finalità sociali; la realizzazione di attività di comunicazione rivolte al Terzo Settore per dare maggiore visibilità agli strumenti attualmente attivi per la valorizzazione dei beni. Prevista inoltre la creazione di un gruppo di lavoro tecnico, coordinato dall’Agenzia, che svolgerà attività di studio e ricerca delle più efficaci soluzioni operative. 

«Questo Protocollo - ha commentato il sottosegretario Ferro - rafforza in modo operativo la collaborazione tra Agenzia Nazionale e Fondazione con il Sud, rafforzando la filiera tra Stato, enti locali e realtà del Terzo settore - cioè tra chi amministra, chi conosce i territori e chi genera quotidianamente coesione sociale - per realizzare interventi strutturati e ottenere risultati misurabili e una gestione più efficace dei beni confiscati. La mappa georeferenziata dei beni destinati a finalità sociali, la possibilità di attivare accordi di collaborazione specifici, l’istituzione di un gruppo tecnico di lavoro sono strumenti che renderanno più celere, trasparente, tracciabile e verificabile l’intero processo di valorizzazione».

«Con la firma del Protocollo - sottolinea il prefetto Laganà -, prosegue l’impegno dell’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati a realizzare collaborazioni di alto profilo con l’obiettivo di potenziare le attività tipiche e le prassi finalizzate alla destinazione alla collettività dei beni sottratti alla criminalità organizzata. Ciò al fine di offrire concreto supporto e favorire i processi di valorizzazione che vedono coinvolti soprattutto soggetti impegnati in progetti di riutilizzo sociale dei beni stessi».

«La Fondazione con il Sud – afferma il presidente Consiglio – ha contribuito alla valorizzazione di quasi il 10% dei beni confiscati in Italia affidati a enti di Terzo Settore, e alla creazione di oltre 90 partenariati. Ciò è motivo di grande orgoglio, perché crediamo profondamente in questo modello di intervento basato sulla restituzione dei beni alle comunità territoriali. Le organizzazioni di Terzo settore possono fare davvero la differenza, perché conoscono bene le caratteristiche e i bisogni dei vari territori. Un processo che non ha solo un impatto sociale, ma anche economico, generando lavoro e producendo beni e servizi di pubblica utilità, con l’obiettivo per l’imprenditoria sociale di auto-sostenersi nel tempo. Sono oltre 320 i posti di lavoro generati al Sud nell’ambito dei progetti che abbiamo sostenuto. A 5 anni dalla fine dell’erogazione, moltissime imprese sociali sono pienamente operative e in grado di fornire servizi al territorio. Sottoscriviamo quindi con grande fiducia il Protocollo di intesa con l’ANBSC: un’operazione che punta a facilitare sempre più il coinvolgimento del Terzo Settore e a mettere a fattor comune le reciproche competenze, promuovendo una proficua collaborazione tra pubblico e privato sociale». 


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