Anno giudiziario a Reggio Calabria, Cartabia: "Davanti a noi una grande occasione di rinnovamento, favorita dalla crisi covid"

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images Anno giudiziario a Reggio Calabria, Cartabia: "Davanti a noi una grande occasione di rinnovamento, favorita dalla crisi covid"
Marta Cartabia
  22 gennaio 2022 12:01

"Stiamo vivendo una fase difficile, piena di sfide, ma è anche di rinnovati slanci e opportunità, in un momento in cui l'intero Paese è in fermento e progetta la sua ripresa, intorno al Pnrr. Proprio in questo contesto di emergenza, sono state avviate 'riforme di sistema', per far fronte ai cronici problemi richiamati tante volte: durata dei processi e il fardello dell'arretrato, prima di tutto. Mali divenuti nel tempo, insieme ai gravi fatti degli ultimi anni, causa di una progressiva e dannosa erosione di fiducia da parte di cittadini, operatori economici e osservatori internazionali".

A dirlo la ministra della Giustizia Marta Cartabia nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario a Reggio Calabria..

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"L'anno che si è appena concluso è stato per l'amministrazione della giustizia, così come per tutto il Paese, complesso e difficile, segnato da grandi sfide e continui imprevisti; ma è stato anche un anno ricco di opportunità e di spinta al rinnovamento".  Permettetemi - ha aggiunto - di muovere da una osservazione semplice, quasi banale, ma niente affatto scontata: anche in questa fase di continue emergenze legate alla pandemia, la continuità del servizio della giustizia è stata sempre garantita. Ma in questo contesto, ogni attività ha richiesto un sovrappiù di disponibilità, impegno, creatività e capacità di riorganizzazione. E di questo ringrazio tutti i magistrati, gli avvocati, il personale amministrativo, tutti gli operatori della giustizia per aver assicurato sempre questa funzione essenziale in ogni condizione, senza dimenticare polizia penitenziaria e chi opera nelle carceri". 

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 "Abbiamo davanti a noi una grande occasione di rinnovamento, favorita proprio dalla crisi aperta dalla pandemia e dagli aiuti europei del Piano di ripresa e resilienza. Il ruolo del Ministero in questo contesto è essenzialmente quello di assicurare più risorse e più strumenti a tutti gli uffici giudiziari perché possano svolgere al meglio la loro altissima funzione. Personale, a partire dai magistrati e dal personale amministrativo, risorse per l'edilizia, per la digitalizzazione" ha aggiunto   la ministra della Giustizia Marta Cartabia .

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"Il miglioramento dei servizi relativi alla giustizia contribuirà a favorire l'inizio di una nuova stagione di fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Questo sarà anche il modo più autentico per onorare la memoria di tutti i servitori dello Stato uccisi dalle mafie. Come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che ricorderemo nel 30mo anniversario dalle stragi. Come il giudice Antonino Scopelliti a cui so che c'è intenzione di dedicare il Palazzo di Giustizia che verrà completato grazie a un protocollo che in questa mattinata firmerò con il Comune".  "È significativo rimarcare - ha aggiunto - che nelle sue valutazioni professionali si sottolineavano soprattutto 'zelo, intuito, grande intelligenza, altrettanta equità e ancor più il senso di umanità'. In queste virtù si esprime il volto migliore della magistratura in cui tutta la Repubblica vuole rispecchiarsi".

E ancora. Organizzazione del lavoro, digitalizzazione, edilizia giudiziaria, risorse umane: sono questi i "pilastri" su cui "poggia il piano delle riforme, legato agli impegni presi con l'Europa per l'abbattimento dell'arretrato e la riduzione dei tempi di durata dei processi" ha aggiunto la ministra.  "La riforma della crisi d'impresa, la riforma del processo penale e quella del processo civile, con un capitolo importante per il diritto di famiglia e dei minori, sono ora parte del nostro ordinamento e già stiamo elaborando i decreti legislativi di attuazione. La giustizia riparativa, il capitolo più innovativo di tutte le riforme, nel tempo porterà molti benefici, anche nel senso di una maggiore coesione sociale".

 "La leale collaborazione tra le istituzioni non è solo un principio costituzionale, che è sempre bene tenere in considerazione, ma è una condizione per il risanamento di tutto il tessuto sociale e per il suo rinnovamento, oggi reso davvero possibile grazie alla stagione eccezionale che tutto il Paese sta attraversando. Questa diviene possibile solo attraverso l'impegno e la responsabilità personale di ciascuno". 

 "Ho raccolto con piacere il vostro caloroso invito ad essere qui oggi - ha aggiunto la ministra - perché penso che sia giusto che lo Stato, il Ministero, il Governo, sia presente proprio laddove la giustizia attraversa le sfide più impegnative. E' la prima volta a Reggio Calabria ma per due anni di seguito il Ministro ha scelto la Calabria per la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario". Lo scorso anno il Ministro era presente a Catanzaro, oggi a Reggio per esprimere e rinnovare da qui una particolare vicinanza a questa terra che è splendida ma che sappiamo essere attanagliata da un giogo che la grava ma anche di un percorso virtuoso di riscatto nei confronti della 'ndrangheta e del suo insidioso contagio criminale. La battaglia continua ma non è stata conclusa".

"È la prima volta che un Ministro della Giustizia onora il Distretto della Corte d'appello di Reggio Calabria con la sua partecipazione all'udienza solenne di inaugurazione dell'Anno giudiziario. E non sfugge il pregnante significato di questa scelta. È, innanzitutto, un segnale di sensibilità e di grande attenzione per le problematiche del territorio reggino, che notoriamente presenta assolute specificità nella giurisdizione".

Lo ha detto il presidente della Corte d'appello di Reggio Calabria, Luciano Gerardis, nella sua relazione nel corso della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. "Si tratta di un'altra dimostrazione - ha aggiunto Gerardis - della cura con la quale la ministra Cartabia segue i problemi del Mezzogiorno, per l'approfondimento dei quali ha istituito, insieme alla Ministra per il Sud e per la Coesione territoriale, Mara Carfagna, un'apposita Commissione. E, più in generale, rappresenta un'ulteriore tappa dell'impegno preso dalla Ministra Cartabia con i vari Distretti del Paese sin dal suo insediamento, la piena disponibilità ad ascoltare direttamente le loro tematiche e ad illustrare nelle sedi decentrate le soluzioni che il suo Ministero intende adottare, dialogando con tutti gli operatori di giustizia". Nella sua relazione, il presidente Gerardis ha fatto riferimento, tra l'altro, all'istituzione dell'"Ufficio per il processo", "uno strumento operativo - ha detto - che, con gli obiettivi che ci sono stati posti a livello europeo, comporteranno inevitabilmente un cambio di passo nel modo di lavorare, che sarà tanto più evidente quanto prima e meglio quando avremo tutti metabolizzato la nuova filosofia del quotidiano. Anche l'uso dei nuovi strumenti dovrà passare dalla consapevole assimilazione di una nuova cultura dell'organizzazione da parte degli operatori giudiziari, magistrati in primis e personale di cancelleria, che dovranno adeguare la loro abituale impostazione lavorativa a metodi e strumenti assolutamente innovativi".  

La carenza di magistrati nell'intero territorio nazionale è stato uno dei temi affrontati dal presidente della Corte d'appello di Reggio Calabria, Luciano Gerardis. "Una scopertura cronica della pianta organica - ha rilevato Gerardis - che riguarda soprattutto il Distretto reggino". Rivolgendosi al Guardasigilli Marta Cartabia, presente alla cerimonia, il presidente della Corte d'appello ha sostenuto che "sarà necessario coprire al più presto i posti vacanti, che continuano a rappresentare la vera palla al piede per ogni tentativo di miglioramento dell'efficienza della risposta giudiziaria". "Senza tale copertura - ha aggiunto il presidente - persino le importanti riforme normative messe in campo negli ultimi mesi rischiano di produrre conseguenze pesantissime sul terreno della processabilità delle condotte e della stessa affermazione dei diritti. Malgrado Reggio Calabria sia la capitale storica della 'ndrangheta, gli organici dei magistrati continuano a rimanere desolatamente scoperti, con la conseguenza che risulta vano anche il fattivo impegno dello stesso Csm per risolvere la problematica".

"In questo contesto - ha sottolineato ancora Gerardis - ogni bando ordinario finisce per aggravare le scoperture, rimanendo spesso senza aspiranti molti posti del Distretto a fronte di un esodo talvolta massiccio verso altre sedi. Assai significativo è ciò che è accaduto recentemente nella nostra Corte d'appello. Sebbene fossero stati banditi otto posti di consigliere, uno soltanto è stato coperto. Ed al contempo, sono stati trasferiti in altri uffici ben quattro magistrati. La conseguenza che ne é derivata è che oggi quasi la metà dei posti di consigliere (15 su 32) è scoperta. Ed a questo va aggiunta l'ulteriore vacanza di un posto di magistrato distrettuale. Anche i Tribunali del Distretto soffrono di alcune scoperture, sia pure non nei termini estremi della Corte". La carenza di organico determina un grande carico di lavoro per i magistrati del Distretto reggino. In questo senso, il presidente della Corte d'Appello, nella relazione, ha parlato di "drammatica prospettiva futura sin dai prossimi mesi". Secondo il magistrato, sarà "estremamente arduo affrontare la grande mole di procedimenti di straordinaria rilevanza sociale in un Distretto che invece, ben più di altri, ha bisogno di affermare la legalità. Basti pensare, per esempio - ha aggiunto Gerardis - che in questo momento nelle sole sezioni penali dibattimentali della Corte di appello pendono ben 167 procedimenti di competenza della Dda, con 924 imputati, di cui 368 detenuti. I procedimenti di competenza della Direzione distrettuale antimafia pendenti negli uffici giudicanti del Distretto sono ben 306. E questo, di fronte all'inadeguatezza delle risorse, finisce per condizionare fortemente la giurisdizione". A detta del Presidente della Corte d'appello di Reggio Calabria, "solo un tempestivo intervento normativo potrà contribuire a risolvere problemi ormai cronici ed a consentire anche a Distretti come il nostro di uscire da una condizione di perenne emergenza".

È stato incentrato sull'edilizia giudiziaria l'intervento del presidente dell'ordine degli avvocati di Reggio Calabria Rosario Infantino durante la cerimonia d'inaugurazione dell'Anno giudiziario. Infantino, in particolare, si è soffermato "sull'ormai famoso nuovo palazzo di giustizia, la grande incompiuta", definendolo "l'immagine peggiore della comunità reggina. Il nostro riscatto parte da qui. L'esempio di una giustizia efficiente passa attraverso quest'opera. L'autorevolezza dell'istituzione è dentro e fuori quelle mura. Mettiamoci tutti la faccia. Abbiamo pazientato per 16 lunghi anni, ma abbiamo anche dormito per troppo tempo. La città vuole il nostro contributo, aspetta le nostre iniziative e pretende che la rinascita dei valori di giustizia a Reggio Calabria abbia inizio dal completamento dell'opera primaria all'interno della quale si esercita la giurisdizione".

"La nuova sede del Tribunale - ha detto ancora il Presidente dell'Ordine degli avvocati - è un punto fermo per Reggio Calabria, il riferimento della tutela dei diritti ed il luogo su cui i giusti ripongono le loro speranze. Un'opera degradata, malconcia, non finita, deprezzata, finanche saccheggiata, è il simbolo di un fallimento generalizzato dello Stato di diritto. È bene che parta proprio da qui un segnale di cambiamento affinché quel palazzo possa divenire, da subito, il luogo simbolo della legalità in questa città". 

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