Anno giudiziario, il procuratore generale Lucantonio: “Consentiteci di amministrare la Giustizia”

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images Anno giudiziario, il procuratore generale Lucantonio: “Consentiteci di amministrare la Giustizia”

  25 gennaio 2025 16:20

di MARCO VALLONE

Sono stati molteplici e numerosi i rilievi espressi dal Procuratore Generale di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, questa mattina, presso la corte d'appello di Catanzaro.

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Riferimenti, innanzitutto, alla digitalizzazione: “Dalle risposte di tutti i Procuratori del Distretto emerge un costante, adeguato e soddisfacente incremento dell'informatizzazione degli Uffici e delle attività procedimentali”. Dopo un riferimento ai diversi applicativi informatici in uso presso gli Uffici requirenti del distretto, il Procuratore Generale si è soffermato sul fatto per il quale “tutto ciò ha reso possibile un maggior e più puntuale controllo sui tempi delle iscrizioni e dei termini per le indagini, che attualmente sono celeri. Il tasso di definizione appare congruo, con riduzione, in molti Uffici, del numero dei procedimenti pendenti”. Ma ecco i primi rilievi critici: “Tuttavia, a fronte di questo enorme sforzo ed impegno organizzativo degli Uffici Requirenti del Distretto, espresso sul piano della crescente efficienza e speditezza delle attività investigative e di un tempus sempre più veloce dei procedimenti, va comunque evidenziata, quale dato costantemente negativo in questi ultimi anni, una obsolescenza delle dotazioni informatiche degli uffici (hardware) ed una inadeguatezza dei sistemi operativi (software) che, unitamente ad una più volte segnalata criticità negli organici del Personale amministrativo e di magistratura, inevitabilmente determinano rallentamenti e complicazioni nello svolgimento delle attività amministrative e giudiziarie dei Tribunali e delle Procure”.

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Quella che viene definita dal Procuratore Lucantonio come “inadeguatezza e scopertura degli organici amministrativi e giudiziari”, messa insieme alle carenze relative alle dotazioni informatiche degli uffici , determinerebbe dunque un ostacolo, “nonostante la buona volontà profusa da tutti i protagonisti del Sistema Giustizia”, al “raggiungimento di quegli obiettivi di efficienza, produttività e ragionevole durata dei procedimenti, sia penali che civili, irrinunciabile segno di distintivo di una democrazia compiuta”.

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I fenomeni criminali che creano maggiore allarme sono rappresentati, “ancora una volta, dal progressivo aumento dei delitti di criminalità organizzata di stampo 'ndranghetistico – ha rilevato Giuseppe Lucantonio -, sia nella forma associativa che in quella dei delitti aggravati dal metodo mafioso”. E' stato evidenziato inoltre “un preoccupante aumento del coinvolgimento di minori nelle dette attività criminali”. Segnalati in aumento anche i “delitti di estorsione e usura”, da considerarsi come un tipo di “fenomenologia criminale fortemente legata alle caratteristiche del territorio calabrese e spesso collegata, anche se indirettamente, al controllo mafioso dello stesso”. Sottolineatura anche sul costante aumento di “reati relativi alla illecita detenzione e/o spaccio di sostanze stupefacenti, anche nella forma più grave del traffico internazionale”.

“I Procuratori del Distretto riferiscono – ha evidenziato il Procuratore Generale nel suo intervento - di un aumento dei casi denunciati di violenza di genere o in materia di reati da 'codice rosso', riferendosi particolarmente a “violenze sessuali, stalking, revenge porn e maltrattamenti in famiglia; mentre, per fortuna, non si registrano casi di 'femminicidio' “.

Lucantonio ha dedicato poi un passaggio ad alcune considerazioni più di carattere generale, di visione complessiva: “L'amministrazione della giustizia in Calabria, forse più che altrove – ha sostenuto -, è ostacolata da difficoltà e criticità di ogni genere. I magistrati laboriosi e onesti rappresentano il difficilissimo ruolo di garanti quotidiani della legalità, in un territorio particolarmente vasto e complesso dove si registrano forti ed allarmanti criticità, disfunzioni di tipo sociale, economico, politico, che si intersecano e sovente concorrono, pericolosamente, con crescenti e pervasivi fenomeni di malaffare da parte di 'associazioni coperte', poteri deviati, criminalità organizzata e non. Tutto ciò in danno dei cittadini calabresi, delle istituzioni, della giustizia e dello Stato”. Nonostante le carenze d'organico, i “magistrati laboriosi e onesti” del Distretto, a cui si è riferito il procuratore Lucantonio, “hanno sacrificato se stessi ed i loro affetti per cercare di dare una risposta di legalità alle esigenze di questa splendida terra, amata, ma spesso dimenticata, abbandonata e diffamata”.

Pensiero sul Pnrr: “Il piano nazionale di ripresa e resilienza ha previsto fondi solo per il settore giudicante, non per quello requirente – è l'affondo del Procuratore Generale di Catanzaro -, parte necessaria ed indispensabile del giusto processo. Qualcosa andava assolutamente fatto per rimediare a tale significativa allarmante dimenticanza e non lo è stato. Se si richiede una risposta giudiziaria a dir poco imponente, senza sostenere chi la deve dare, questa è irrealizzabile”.

Più volte Lucantonio ha fatto espresso riferimento alla necessità di ampliare gli organici. Uno dei passaggi significativi sul finale dell'intervento è quello per cui “occorre una convinta e decisa rivisitazione delle sedi giudiziarie e delle piante organiche di molti uffici giudiziari, sottodimensionate rispetto agli effettivi carichi di lavoro”. Il procuratore non vuole essere “il vate della cronaca di un disastro annunziato”. “Non vorrei il prossimo anno concludere 'lo avevo detto' – è l'inciso finale -, perché senza giustizia non vi è democrazia, non vi è libertà, non vi è speranza; consentiteci di applicare la legge e di amministrare la giustizia”.

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