Arghillà, famiglie del Comparto 6 sotto sgombero: “Diritti negati, ma la legge è dalla nostra parte”

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  08 luglio 2025 14:47

Le famiglie del Comparto 6 di Arghillà che hanno i requisiti di legge e sono oggetto dell’ordinanza sindacale di sgombero nr 27 del 26 marzo 2025 hanno diritto all’assegnazione di un alloggio popolare, nonostante abbiano occupato senza titolo l’alloggio.

È fondamentale ricordare che la Costituzione italiana sancisce il principio per cui ogni cittadino che ha commesso un reato deve essere giudicato secondo il codice penale, ma senza subire la negazione dei propri diritti sociali e civili. L'esclusione da questi diritti costituirebbe una pena aggiuntiva non prevista dall’ordinamento. In questo senso, numerose norme nazionali e internazionali tutelano il diritto all’abitare anche per chi, pur in situazione di bisogno, ha occupato senza titolo: il Patto ONU sui diritti economici, sociali e culturali ratificato dall’Italia con legge 881/1977, la legge regionale n. 8/1995, la legge 48/2017 (art. 11, comma 3 bis) e il Decreto legge 113/2018 (art. 31).

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Tuttavia, la gestione del Comune di Reggio Calabria, anziché accompagnare queste famiglie vulnerabili in un percorso di regolarizzazione e dignità, si distingue per incuria, distanza istituzionale e azioni di aperta coercizione. Lo sgombero è già in atto non tramite una procedura trasparente o rispettosa della legge, ma attraverso una strategia subdola e oppressiva, che mette sistematicamente sotto pressione nuclei familiari già fragili. Questa pressione si manifesta attraverso contatti settimanali dei Servizi sociali, non per offrire soluzioni, ma per intimidire, taglio delle utenze essenziali, violando il diritto alla salute e alla dignità e il reiterate denunce penali,senza proporre alternative concrete.

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Queste misure, pur formalmente non violente, costituiscono una forma di sgombero coatto mascherato, che costringe le famiglie ad abbandonare gli alloggi senza alcuna prospettiva concreta di sistemazione alternativa. È un approccio che viola la Costituzione e le leggi vigenti, alimentando un circolo vizioso che non risolve il fenomeno delle occupazioni senza titolo, ma lo sposta altrove, generando ulteriore disagio e insicurezza sociale.

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Eppure, una soluzione nel rispetto della legalità esiste ed è già stata adottata. È il Protocollo d’intesa del 2018, firmato dal Comune di Reggio Calabria, la Prefettura, il Tribunale di Reggio Calabria e l’Agenzia dei Beni Confiscati, che ha consentito lo sgombero dell’area dell’ex Polveriera, garantendo l’assegnazione degli alloggi alle 33 famiglie coinvolte, secondo quanto previsto dall’art. 31 della Legge 32/1996. L’ultimo alloggio previsto da quel Protocollo è stato consegnato poche settimane fa, dimostrando che volontà politica e rispetto della legalità possono coesistere.

Il reperimento degli alloggi per il Comparto 6 può e deve avvenire tramite una verifica approfondita del patrimonio ERP, sia ATERP che comunale, anche con l’ausilio delle Forze dell’Ordine, evitando favoritismi e assegnazioni opache. Gli alloggi individuati dovranno essere assegnati alle famiglie del Comparto 6, ai beneficiari del bando ordinario e a quelli in emergenza abitativa, prevenendo conflitti e contenziosi tra le varie categorie di bisogno. Le Associazioni del quartiere Noi Siamo Arghillà – La Rinascita e Un Mondo di Mondi insieme alle famiglie del Comparto 6 chiediamo un confronto urgente con la Prefetta e il Sindaco, per rivendicare il diritto alla casa, denunciare le pratiche di pressione e di esclusione in atto e proporre una soluzione concreta e legittima, fondata sulla giustizia sociale e sul rispetto della legge.

 

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