di EMANUELE CANNISTRÀ
Il grido di protesta degli studenti universitari di Catanzaro si fa sentire forte e chiaro dopo l'annuncio dell'aumento dell'abbonamento mensile per i trasporti pubblici, che da 20 euro è schizzato a 44,60 euro. Un rincaro del 120% che pesa non poco sulle finanze degli studenti e mette a rischio il loro diritto allo studio in una città che dovrebbe puntare sul futuro delle sue giovani menti. L'associazione Insieme – UmgLab, insieme ad altre rappresentanze universitarie, ha denunciato pubblicamente questo aumento, definendolo «ingiustificato, sproporzionato e inaccettabile». In una nota appassionata, gli studenti hanno parlato di «ennesima tassa sullo studio», evidenziando che il costo annuale per raggiungere l'Università salirà a 535,20 euro, ben 295 euro in più rispetto a prima.
Gli studenti chiedono a gran voce che le istituzioni locali e regionali intervengano per fermare l'aumento e trovare soluzioni concrete che possano alleviare le difficoltà di chi ogni giorno lotta per formarsi in Calabria. Purtroppo, questo appello è rimasto finora inascoltato. Nessun rappresentante politico, né a livello comunale né regionale, ha preso una posizione pubblica su questa questione, lasciando gli studenti a combattere da soli.
Eppure, si parla spesso della necessità di trattenere le giovani intelligenze in Calabria, di creare condizioni favorevoli affinché gli studenti non siano costretti a emigrare. Ma, nei fatti, si prendono decisioni che rischiano di avere l'effetto opposto: rendere il percorso universitario in città sempre meno accessibile e attraente.
Inoltre, gli studenti segnalano anche la scarsa qualità dei servizi: autobus spesso in ritardo, pochi collegamenti tra i quartieri e il campus universitario, difficoltà per i pendolari e per gli studenti con disabilità. «In altre città italiane – affermano – ci sono corse gratuite o tariffe calmierate per incentivare lo studio. A Catanzaro, invece, si alzano i costi, scoraggiando chi ha scelto di investire nel proprio futuro».
Questo silenzio da parte delle istituzioni potrebbe pesare come un macigno sul futuro della nostra città e della regione. Gli studenti sono la linfa vitale del nostro territorio e meritano di essere ascoltati e di ricevere risposte immediate. Ignorare il loro grido d’allarme significa contribuire a quell’esodo di giovani che da anni impoverisce la Calabria di competenze e opportunità. Ora più che mai, la politica e le istituzioni locali devono ascoltare e agire. Non possiamo chiedere ai giovani di “restare al Sud” se ogni giorno si trovano di fronte a nuovi ostacoli. L’accesso all’istruzione deve essere considerato un diritto, non un lusso.
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