"Ha ben poco di che rallegrarsi il ministro Calderoli, dopo il comunicato diffuso dalla Corte Costituzionale che fa intuire cosa i giudici scriveranno nella loro sentenza sulla costituzionalità dell’autonomia differenziata. Il bicchiere sarà anche mezzo pieno, visto che la cornice del provvedimento ha passato per così dire l’esame, ma la metà vuota pesa politicamente e pesa parecchio", scrive in una nota il presidente del Consiglio comunale, Gianmichele Bosco.
"La Consulta, infatti, - prosegue - smontando il dispositivo della riforma non solo la svuota di contenuto ma ribadisce l’intoccabilità di princìpi cardine come l’unità della Repubblica, la solidarietà tra le regioni, l’uguaglianza e la garanzia dei diritti sociali e civili dei cittadini. Non solo, la Corte rimette al centro della scena il Parlamento, massima espressione della sovranità popolare, lì dove qualcuno pensava di poter accentrare tutto nelle mani del Governo, a cominciare dai Lep. Questi i fatti e Calderoli farebbe bene a prenderne atto, senza far finta che quasi non sia accaduto nulla. Leggeremo la sentenza e avremo modo di entrare nel merito con un livello di approfondimento che il comunicato del Palazzo della Consulta non consente".
"Per il momento, però, non possiamo che ribadire la fondatezza degli argomenti contrari a un provvedimento che non solo è apparso forzato sul piano formale ma, soprattutto, rischiava a spezzare il Paese, allargare le distanze tra aree forti e aree deboli, fare piazza pulita dei princìpi solidaristici voluti dai Padri costituenti e condannare alla definitiva marginalità il Sud. Tutti obiettivi che, se raggiunti, avrebbero realizzato il vecchio sogno dei secessionisti ma che di fatto si sono sciolti come neve al sole, anche grazie alla mobilitazione dei Comitati per il no all’AD, agli oltre cento sindaci calabresi firmatari dell’appello per il ricorso alla Consulta e tutte le iniziative politiche, che certo non si fermeranno qui", conclude Bosco.
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