"Nella Rende smarrita, scossa dai drastici provvedimenti di scioglimento e del commissariamento del Comune, affiorano sentimenti di tutti i tipi, tanto costruttivi quanto distruttivi. Quella che potremmo chiamare “la bagarre sui pini” è un esempio del primo tipo di reazione: in una specie di trasfert, le preoccupazioni delle associazioni ambientaliste - finora, purtroppo, piuttosto di nicchia - sono diventate il fulcro del dibattito pubblico. Sono preoccupazioni genuine e legittime, frutto di una militanza ambientalista di lunga data; molte di loro già più volte espresse in un dialogo, mai interrotto, con l’amministrazione comunale. Infatti, può essere opportuno, come la “rete” suggerisce e come sembra che sia nelle intenzioni della terna commissariale, sospendere l’ulteriore taglio degli alberi fino al termine del periodo di nidificazione. Speriamo, tuttavia, che i commissari vorranno consultare le perizie agronomiche che l’Amministrazione aveva più volte predisposte, alla ricerca di una via che permettesse, insieme, salvaguardare il patrimonio arboreo e osteggiare il pericolo pubblico derivante dalla caduta degli alberi.
Tristemente, a questa mobilitazione della rete genuinamente ecologista, si stanno ora accodando, nell’ottica palese di strumentalizzazione politica, quelli che chiamerei il “partito della Schadenfreude”, quelli che provano piacere per la malasorte altrui. In aggiunta, questo “partito” ha già in vista le (eventuali) elezioni municipali. Così, combinando rancori personali con l’obbiettivo di governare, approfittano dei “pini” come di ogni altra occasione, per prendersi le loro piccole rivincite e poter, impunemente, mollare calci a chi è già per terra. Oggi, colgono l’occasione per insinuarsi nella “bagarre sui pini”.
Questo nuovo “partito ecologista”, da come si è annunciato ripetutamente questi giorni, addirittura con un comunicato stampa, è composto di soli uomini (sic!!!). Capeggiato da Innova Rende, è firmato da una serie di associazioni da nomi come: Rende per Rende; La Primavera di Rende; Missione Rende; Rende l'Idea, RendeSì, rappresentate dagli stessi (pochi) uomini, ripeto, soli uomini, che qualche giorno addietro annunciavano, schierati al tavolo di un ristorante, il nuovo che avanza! Incidentalmente, sono gli stessi che hanno collaborato, in vari ruoli e periodi, con l’amministrazione del Sindaco Manna. No comment!
Questo è il partito che ieri entrò a gamba tesa nella bagarre, con il comunicato di cui sopra, firmato da un certo Giovanni Noto (a me, finora, ignoto) a nome di Innova Rende e delle associazioni citate. Il comunicato è offensivo per la sua prosa, annunciatoria, vuota e iperbolica, ma forse più ancora per la sua strafottente ignoranza. Ecco qualche chicca della prosa: “la nefasta Amministrazione Manna” che abbatte “miserevolmente”, “selvaggiamente”, con "cattiveria gratuita", i nostri “pini secolari” e “non solo i pini, ma la nostra storia”. Un atto “contro gli stessi cittadini rendesi”, e così via.
Questa iperbole potrebbe essere seppellita semplicemente con una sonora risata, se non fosse per la sua palese e, appunto, strafottente, ignoranza. E’ evidente che il documento non è frutto di una riflessione e probabilmente è stato “mollato” a qualcuno per redigerlo. Nemmeno quel “qualcuno”, però, aveva ritenuto opportuno documentarsi.
Eppure, sarebbe bastata un’occhiata sul web, visto quanto e da quanti mesi si sta parlando dei pini di Roma! La città eterna - dove il pino è parte della sua stessa identità estetica - è costretta a tagliarne a centinaia, questi sì, spesso secolari, per le cadute o il rischio delle cadute e per le radici che rialzano il manto stradale con conseguenze spesso mortali. Non si vergognano i nostri rancorosi di non aver fatto un piccolo sforzo per documentarsi sulla stessa scia? Per pensare più seriamente, con più responsabilità?
Altrettanto poco ci voleva per verificare che ne pensa Fulco Pratesi, il più conosciuto ambientalista italiano e fondatore del WWF Italia. Così avrebbero appreso, i nostri, che i pini, esemplari di Pinus pinea, sono alberi che amano il sole pieno e i terreni sabbiosi. Sulla sabbia arrivano sani e forti anche a 250 anni di vita e, infatti, prosperano lungo i litorali o nel cuore delle ville romane. I problemi nascono, spiega Pratesi, quando «la pianta non cresce nel luogo dov’è nata, avendo dunque la possibilità di espandere le proprie radici e di rinforzarsi, ma invece viene trapiantata dopo una prima crescita in un vivaio”; e quando la collocazione in terreni troppo compatti, argillosi, o di riporto, fa sì che la pianta si àncora con difficoltà, ragion per cui tante radici superficiali rialzano il manto stradale.
Intendiamoci, ben venga il dibattito pubblico! È il fulcro della vita civica da lunghi secoli e oggi lo strumento primario della democrazia partecipativa. Nelle chiese medievali, incontriamo spesso due amboni, su lati opposti, destinati appunto ai dibattiti dialettici. Persino i re dibattevano, come Giacomo I d’Inghilterra che accettò di dibattere pubblicamente, all’Università di Oxford, sui pregi e difetti del tabacco. La tradizione del dibattito, tuttavia, richiede, sine qua non, non solo la capacità retorica ma soprattutto la conoscenza della materia dibattuta. Il dibattente che si rivela ignorante viene deriso dal pubblico ed escluso dai giudicanti. Che ciò sia da monito per i nostri maschietti gagliardi.
Lungi da me biasimare le decisioni agronomiche prese in passato. L’ignoranza umana in materia delle piante era, ed è tuttora, molto diffusa, cresciuti come eravamo nell’ideologia del cemento armato e del dominio sulla natura. Lo lamenta Stefano Mancuso, nel suo strabiliante libro “La Nazione delle Piante” (la cui lettura raccomando ai rancorosi). Delle piante, scrive, “… questi esseri che rappresentano la quasi totalità di tutto quello che è vivo, che hanno letteralmente formato il nostro pianeta, e dai quali tutti gli animali – uomini, ovviamente, inclusi – dipendono, conosciamo pochissimo; quasi nulla.” Ma oggi, per fortuna, la coscienza ambientalista si sta diffondendo molto rapidamente, grazie soprattutto ai giovani e i giovanissimi. La sua strumentalizzazione politica associata all’ignoranza me-ne-freghista non sono più moralmente accettabili".
Così, in una nota, Marta Petrusewicz.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736