Belfiore: "Quello che è avvenuto a Cosenza non è stato un 'normale controllo' ma puzza di spedizione punitiva"

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images Belfiore: "Quello che è avvenuto a Cosenza non è stato un 'normale controllo' ma puzza di spedizione punitiva"
Salvatore Belfiore
  25 marzo 2025 10:01

di SALVATORE BELFIORE

Ancora nel 2024 l’Italia risulta essere al quarantaseiesimo posto nel mondo per la libertà di stampa… per capirci la Slovenia, l’Armenia, le isole Fijii …Tonga vengono prima di noi…prima di quella che viene spacciata come Repubblica democratica con la Costituzione più bella del MondoPeccato che ci si ricordi della nostra Costituzione solo quando si vogliono avere delle rivalse politiche e mai per il rispetto dei nostri legittimi diritti civili…L’episodio che ha  visto protagonista e vittima Gabriele Carchidi, direttore editoriale del giornale Iacchitè di Cosenza è gravissimo ed è da condannare senza sé e senza ma. E sono intollerabili, fuori luogo e squallidi i primi comunicati di supporto all’operato delle forze dell’ordine che avrebbero agito nel rispetto della “prassi”.

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Questo è un abuso bello e buono. Il soggetto in questione stava passeggiando, non era armato, non aveva “atteggiamenti sospetti” né mi sembra stesse molestando nessuno, quindi la modalità con la quale il presunto innocente controllo è stato eseguito è sproporzionata e anche  sospetta. Gabriele Carchidi può piacere o non piacere, quello che scrive può risultare irritante, dissacrante e caustico, ma questo non giustifica in alcun modo questa modalità…in cinque agenti su un persona disarmata in tuta ginnica, per strada…strattonata, gettata per terra e trascinata di peso? Questi eventi siamo abituati a vederli nei film che denunciano gli abusi, appunto, delle dittature militari sudamericane…ma non possono avvenire in Italia, nel 2025. Da persona che si occupa di comunicazione, noto con estremo sgomento che le reazioni stesse presenti sui social, nei commenti sottostanti all’articolo con la denuncia, sono pura espressione della subcultura mafiosa della pura OMERTA’: ” Se l’è cercata…Avrà pestato i piedi alle persone sbagliate…Eh se è andato contro qualcuno di scomodo… E’ NORMALE abbia attirato una reazione cosi’ violenta….” Ricordo ai commentatori seriali che solidarizzano ed empatizzano aprioristicamente con le “forze dell’ordine” per motivi ideologici o per altro, che dovrebbero essere più lucidi e dovrebbero cercare di fare appello alla memoria….le stesse forze dell’ordine di Cosenza non mi sembra abbiamo trascinato a calci Rosa Vespa e Acqua Moses in seguito al rapimento della neonata a gennaio 2025…come anche il pluriricercato Matteo Messina Denaro, se ricordiamo, arrivò placidamente scortato da due funzionari nel suo bel montone e con il suo cappello…senza calci, pugni, senza piedi sulle ginocchia, senza la minima enfasi brutale. Per non parlare della presunta cattura a sorpresa di Totò Riina che appare sorridente e gioviale nelle immagini che hanno fatto il giro del mondo…E’ mai possibile che tutta la pericolosità sociale e il ricorso alla forza bruta le abbia evocate Gabriele Carchidi con la sua tuta ginnica e le sue scarpe da footing?

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Quante volte ci è capitato di segnalare disservizi, illeciti, abusi e violenze e abbiamo avuto delle risposte del tutto inadeguate alla pubblicità che costantemente viene proposta sul ricorrere con fiducia alle forze dell’ordine? “ Ma è sicuro che vuole denunciare?...Ma lei perché denuncia? Ma guardi che tanto il provvedimento non va avanti…Se non trova l’auto che le hanno rubato, vada pure nel quartiere X, offre 500 euro e gliela fanno trovare…” queste sono le risposte che in Calabria, ahimè, riceviamo, ogni giorno, quando ci rivolgiamo alle forze dell’ordine per chiedere giustizia. Di sicuro non possiamo generalizzare  e ci sono di sicuro dei grandi professionisti che cercano di fare del loro meglio ogni giorno…ma questo avviene in ogni settore della pubblica amministrazione…Non mi sembra che la stessa retorica stucchevole del “servitore dello stato” e della ”vittima sottopagata e sfruttata” venga  usata con i professori o con le altre categorie  del servizio pubblico…Ci siamo mai chiesti perché? Quanti immigrati clandestini, appartenenti a clan rom-sinti si muovono nel nostro territorio senza documenti o con documenti falsi?

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Le forze dell’ordine riservano loro lo stesso trattamento che hanno riservato a Gabriele Carchidi? No. La retorica del “forte con i deboli e deboli con i forti” è una triste e avvilente realtà in una terra in cui persino le processioni religiose e i santi vengono fatti fermare e inchinare di fronte alle case dei boss, ma nessuno si indigna. Ci si indigna solo  se uno come Gabriele Carchidi denuncia un grave abuso….Tale subcultura omertosa è talmente insita nelle nostre coscienze che persino chi ho accanto, adesso,  mi chiede di non scrivere questo doveroso articolo di solidarietà, perché: “ E’ meglio se ti fai i FATTI TUOI”…Ci siamo fatti i fatti “nostri” anche quando durante la famosa pandemia Dario Musso veniva  bloccato da otto agenti, immobilizzato e internato in Psichiatria a Palermo, a seguito di un T.S.O, solo  perché aveva espresso delle perplessità pubbliche sul covid. Girarsi dall’altra parte e ripetersi che atti di bullismo e violenza legalizzata siano “accettabili”…normali e anzi un “ovvia conseguenza” per chi ha “tirato troppo la corda” ci dimostrano che nel nostro immaginario le forze dell’ordine non sono un ente al servizio della collettività, ma il braccio armato di un potere.

Quello che è avvenuto a Cosenza non è stato un “normale controllo”, ma puzza di spedizione punitiva, di atto violento e spropositato per spaventare e tappare la bocca…e questo, se solo fossimo liberi abbastanza, dovrebbe spingerci ad andare in piazza, tutti. Ricordate quando si inseguiva chi correva da solo in spiaggia con i droni e si piantonavano le strade perché venissero rispettati i DPCM incostituzionali di Conte? Il ricorso a quel tipo di modalità repressive e abusanti sono stati a tutela dei nostri diritti? Dovremmo capire  che si può indagare sull’operato delle forze dell’ordine, si possono criticare, le si può mettere in discussione, si possono sollevare dubbi, critiche  e quant’altro…soprattutto se ci si occupa di informazione. Nessuna categoria può osare ritenersi autoassolta dal dubbio…Perché dovrebbero esserci dei veti sul loro operato? Non sono anche loro degli esseri umani e come tali soggetti a interessi privati e corruzione? Ricordo che “l’abuso di potere da parte della polizia può, a seconda delle circostanze, assumere una rilevanza penale, configurando reati come violenza privata (art. 610 c.p.), lesioni personali (art. 582 c.p.), o, nei casi più gravi, tortura (art. 613-bis c.p.), qualora vi siano atti di particolare crudeltà o vessazione…” ipotesi queste che sono certo saranno lucidamente vagliate  dalla magistratura, nella quale dobbiamo riporre massima fiducia e speranza. Qualcuno ha scritto: “Per sapere  chi ti comanda, basta vedere chi non puoi criticare…”, ma di certo non si riferiva all’Italia, noi siamo un paese LIBERO…

 

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