Bomba di Limbadi. Continuano le arringhe difensive, gli avvocati Giunta e Capria chiedono l'assoluzione per Rosaria Mancuso e Domenico Di Grillo

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Bomba di Limbadi. Continuano le arringhe difensive, gli avvocati Giunta e Capria chiedono l'assoluzione per Rosaria Mancuso e Domenico Di Grillo
L'automobile dopo l'esplosione della bomba a Limbadi
  23 novembre 2021 19:06

Un’altra udienza prima della definizione del processo per la bomba di Limbadi, l’esplosione che il 9 aprile 2017 ha provocato la morte di Matteo Vinci e il ferimento del padre Francesco: oggi gli avvocati Francesco Capria e Gianfranco Giunta hanno discusso di fronte alla Corte d’Assise di Catanzaro (presidente Alessandro Bravin) per le posizioni di Rosaria Mancuso (Capria lo difende insieme a Mario Santambrogio) e Domenico Grillo. Per la prima, il pubblico ministero Andrea Mancuso ha chiesto la condanna all’ergastolo, per il secondo a 20 anni di reclusione (chiesto l’ergastolo anche per Vito Barbara e 12 anni per Lucia Di Grillo),

Entrambi i legali erano concordi nel chiedere l’assoluzione per i loro clienti, tracciando il solco dell’inattendibilità delle parti offese, Rosaria Scarpulla e Francesco Vinci, rispettivamente madre e padre della vittima.

Banner

Bomba di Limbadi. La requisitoria della Procura non fa sconti: chiesto l'ergastolo per Vito Barbara e Rosaria Mancuso (I NOMI)

Bomba di Limbadi. Difesa shock in aula: "Francesco Vinci non era nell'automobile"

Banner

In particolare, l’avvocato Capria ha incentrato la sua tesi difensiva tirando fuori atti processuali che vorrebbero dimostrare come Vinci e Scarpulla avevano costruito nella proprietà adiacenti, impossessandosi di porzioni di terreni vicini. Rimessi in discussione anche altri episodi, come il tentato omicidio che vede imputata proprio Rosaria Mancuso: secondo il legale, la cella telefonica avrebbe agganciato il dispositivo dell’imputata altrove. Episodio che inoltre vede la contestazione della difesa sempre sul piano delle dichiarazioni di Rosaria Scarpulla.

Banner


L’avvocato Giunta ha invece contestato le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, figlio dell’”Ingegnere”, in quanto in contrasto con i principi di coerenza, costanza e rientrando precisamente in quello che è definitivo “l’allineamento” rispetto alle posizioni accusatorie. “Obiettivo di Emanuele Mancuso era esclusivamente di tirare una freccia nei confronti dei suoi parenti”.  Anche Giunta ha acceso i riflettori sulla dichiarazione rilasciate durante il processo dalle parti civili, che “per la loro falsità assumono una valenza per l’intera vicenda processuale”.

Intanto si avvicina il giorno dell’udienza. La prossima è calendarizzata per il 9 dicembre, quando il microfono si accenderà per gli avvocati Stefania Rania, Giovanni Vecchio, Mario Santambrogio. (ed.cor). 
 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner