"La lettura della Sua intervista a magistratura.it pubblicata nei giorni scorsi spinge a riflettere sulle ragioni per cui in Calabria sui temi sensibili non si riesce a sviluppare un sereno confronto tra magistratura e avvocati penalisti. Non è una scoperta, ce ne siamo fatti una ragione. E nemmeno varrebbe la pena di prendere penna e calamaio per acconciare repliche. Ma nel caso specifico non se ne può fare a meno perché il merito delle questioni trattate nell’intervista attiene ai diritti calpestati degli ultimi. E gli ultimi per noi son tutti quelli che nel conflitto con l’autorità ci rimettono dignità e libertà, la carne e lo spirito insieme. Si tratta quindi di argomenti da affrontare con certo rigore che non si prestano a polemiche strumentali.
Il merito dunque.
E quindi cerchiamo di riportare a galla i fatti che Lei sembra aver perso di vista:
Lo denunciammo apertis verbis come siamo abituati a fare. La Presidenza della Corte d'Appello, che non aveva mai fornito i dati che le Camere Penali nei mesi precedenti avevano richiesto, dopo la pubblicazione del rapporto annuale in realtà, aveva ben poco da precisare. A parte il refrain della maestà offesa (le “Camere Penali sono istituzionalmente scorrette”), nel merito le giustificazioni espresse a proposito di tanta singolare situazione, confermavano la verità dei fatti denunziati. Spiegava la Presidente pro-tempore, che il congelamento dei ruoli della riparazione per ingiusta detenzione dipendeva soltanto dalla necessità di destinare le risorse limitate alla celebrazione dei processi con detenuti. Ma si trattava di giustificazioni deboli. Anzi debolissime. Lo dimostrava il risultato impietoso del confronto con i dati di Reggio Calabria, sede con carenze endemiche di organico e con elevatissimo numero di processi con detenuti, che tuttavia nello stesso periodo (18-22) non solo non aveva accumulato arretrato ma lo aveva ridotto del 17%, definendo il doppio delle procedure rispetto a Catanzaro (755 contro 355).
Comprenderà Presidente, che una volta scoperchiata la pentola, messo a nudo il “metodo Catanzaro” di camuffamento dei danni collaterali della giustizia penale, l'astensione si tenne regolarmente.
Quella e tutte le altre proclamate tra il 2021 e il 2025. Altro che costretti a revocarle.
Anche perché tutte le volte in cui i penalisti calabresi hanno denunciato pratiche oppressive dei diritti di difesa, si sono scontrati con la sistematica indisponibilità delle rappresentanze istituzionali a discuterne pubblicamente. Per non dire della magistratura associata che, con la rilevante eccezione di Magistratura Democratica, ha manifestato indifferenza nel migliore dei casi; oppure allarme contro gli avvocati accusati di voler delegittimare la figura del giudice. Ci avete fatto ben comprendere che nella marcia contro il male assoluto non sono ammessi dubbi e nemmeno uno sguardo distratto rivolto alle macerie e alle vittime rimaste sul terreno.
E ne siamo preoccupati perché la capacità di riconoscere le ragioni dell’altro e di dubitare delle proprie è argine democratico contro derive autoreferenziali e autoritarie. Ancor più preoccupa in chiave funzionale perché sulla disponibilità a mettere in gioco i propri pre-convincimenti dovrebbe essere incardinata l'attitudine a giudicare. Altro che contagioso entusiasmo dei PM di lotta e di potere. Abbiamo un'altra idea di giurisdizione signor Presidente, lontana dalla teoria dei danni collaterali fisiologici, utile a placare le nostre coscienze ma non a individuare i fattori distorsivi o a ristorare le vittime.
Siamo sicuri che non vorrà farcene una colpa e che anzi raccoglierà il nostro invito a confrontarsi pubblicamente su temi difficili e sempre attuali, numeri e documenti alla mano.
Almeno non ce le manderemo a dire..."
La lettera è firmata, in calce, da:
Camera Penale “E. Donadio” di Castrovillari, il Presidente – Avv. Michele Donadio; Camera Penale di Cosenza “Avvocato Fausto Gullo”, il Presidente – Avv. Roberto Le Pera; Camera Penale “Avv. Felice Manfredi” di Lamezia Terme, il Presidente -Avv. Renzo Andricciola; Camera Penale “E. Lo Giudice” di Paola, il Presidente – Avv. Giuseppe Bruno; Camera Penale di Rossano, il Presidente – Avv. Giovanni Zagarese; Camera Penale “A. Cantàfora” di Catanzaro, il Presidente – Avv. Francesco Iacopino; Camera Penale “G. Scola” di Crotone, il Presidente – Avv. Romualdo Truncè; Camera Penale “G. Simonetti” di Locri, il Presidente – Avv. Antonio Alvaro; Camera Penale “G. Sardiello” di Reggio Calabria, il Presidente Avv. Francesco Siclari; Camera Penale “F. Casuscelli” di Vibo Valentia, il Presidente -Avv. Giuseppe Mario Aloi. Per il Coordinamento delle Camere Penali Calabresi Avv. Giuseppe Milicia, Presidente Camera Penale “V. Silipigni” di Palmi.
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