Casa a luci rosse a Rende: assolta una donna cinese

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Tribunale di Cosenza
  04 aprile 2025 12:48

La sentenza è relativa al maxi blitz della Polizia di Stato per il contrasto al favoreggiamento ed allo sfruttamento della prostituzione che si è svolto il primo luglio 2024 in 27 province italiane con il dispiegamento di oltre  quattrocento uomini coordinati dal Servizio Operativo Centrale della Polizia di Stato. Nel mirino degli uomini della Squadra Mobile della Questura di Cosenza è finita una casa di piacere situata nella centralissima Via Majorana di Rende, in provincia di Cosenza. Un agente si è finto cliente ed ha telefonato al numero presente su un annuncio online nel quale si offrivano prestazioni sessuali a pagamento. Dopo aver preso accordi telefonici per la prestazione con la ragazza, l’infiltrato  è entrato nella casa di piacere. Una donna cinese gli ha aperto la porta e lo ha condotto in camera da letto dove lo attendeva un’altra donna cinese in lingerie. Immediatamente gli altri uomini  della Squadra Mobile di Cosenza hanno fatto irruzione nell’appartamento dove hanno raggiunto l’agente infiltrato e finto cliente. In camera da letto sono state rinvenute salviettine umidificate, profilattici e sex toys. Dalle successive indagini è emerso un dato ancora più grave: una terza donna cinese L.Y. ,non presente in casa durante la perquisizione di Polizia, risultava essere proprietaria dell’ appartamento ed addirittura anche intestataria del numero di telefono utilizzato per gli annunci sui siti di incontri.

E’ stata dunque rinviata a giudizio la donna cinese L.Y. , proprietaria di casa e del numero di telefono inserito negli annunci erotici, per aver favorito e promosso sui siti internet la prostituzione della connazionale sorpresa dalla polizia in lingerie nella casa d’appuntamenti, e per favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina, visto che la seconda donna cinese, presente in casa ed identificata durante il blitz, risultava essere clandestina in Italia e già destinataria di un provvedimento di espulsione.

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L’ imputata cinese L.Y.  ha chiesto di essere giudicata secondo le regole del rito abbreviato. La Procura della Repubblica di Cosenza ha chiesto la condanna per i reati di favoreggiamento della prostituzione e dell’ immigrazione clandestina. Il Giudice, Dott.ssa Claudia Pingitore, in accoglimento delle tesi difensive dell’ avv. Mario Alberelli, del Foro di Cosenza, volte a dimostrare l’assenza di indizi certi di favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina, ha assolto L.Y.  con la formula “perché il fatto non sussiste” in relazione al favoreggiamento della prostituzione e con la formula  “poichè il fatto non costituisce reato” in relazione al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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