di STEFANIA PAPALEO
"Amore per la Vita, passione per lo sport". Il “caso Carlo Calcagni” approda all'Unical nell’ambito delle attività della #SocialitàUnical. Protagonista indiscusso dell'incontro che si è svolto nell'Aula Magna dell'Università della Calabria è stato il colonnello contagiato dall’uranio impoverito nelle missioni di pace nei Balcani, dove operava come pilota di elicotteri. Al suo fianco l'oncologo medico catanzarese Pasquale Montilla, consulente scientifico ONA (Osservatorio Nazionale Amianto), che da anni lo ha in cura in collaborazione con una struttura anglosassone, la Breakspear Medical di Londra.
La storia di Carlo Calcagni è la storia di un eroe che sopravvive grazie alle quotidiane terapie, che lo vedono costantemente attaccato all’ossigeno e di notte a un ventilatore polmonare. Una storia, la sua, raccontata anche in un docufilm, girato dal regista Michelangelo Gratton e premiato col premio internazionale del Cinema “Migrarti Film festival 2018”. "Un uomo che lotta ogni giorno per sopravvivere, e che nonostante ciò si dona completamente agli altri”, è stato sottolineato durante l'incontro voluto dalla Prorettrice al Centro Residenziale Prof.ssa Patrizia Piro, che ha portato i saluti istituzionali. A seguire, la testimonianza della Prof.ssa Raffaella Gallo dell’Università di Bari e i Delegati Unical all’Orientamento all’ingresso e al Counselling, Prof.ssa Angela Costabile, alle attività concernenti l’integrazione degli studenti diversamente abili e con disturbi specifici dell’apprendimento, Prof.ssa Antonella Valenti, per lo Sport, Proff.ri Giuseppe Piero Guido e Giuseppe Pellegrino, del Direttore del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, Prof.ssa Maria Luisa Panno e del sindaco di Acri, Pino Capalbo, che hanno trattato, in chiave interdisciplinare, il “Caso” del Colonnello nel Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano.
Patrizia Piro, Prorettrice al Centro Residenziale Unical
Una figura affascinante, quella di Carlo Calcagni, atleta paraolimpico che ha vinto tantissime medaglie e che adesso sta lottando per vincere la sfida più importante, quella della vita, alla quale resta fortemente attaccato. “Le tante terapie, a cui quotidianamente mi sottopongo, mi permettono di sopravvivere, ma è lo sport che mi consente di vivere veramente. Nonostante tutto (r)esisto e sono ancora qui per rendermi utile e lasciare una traccia indelebile della mia esistenza, è questo che conta veramente. Per questo il mio Mai Arrendermi è diventato per tutti un motto a cui fare riferimento ed ispirarsi, ma per me è un vero e proprio stile di vita”, ha detto il colonnello Carlo Calcagni davanti a una platea particolarmente attenta.
Ma è stato il Dott. Pasquale Montilla, dopo aver premesso di sentirsi felice, da relatore del convegno, di avere incontrato docenti universitari e patologi interessati a tale innovativo tema, a spiegare nel dettaglio l'approccio clinico attivo sui contaminati da metalli tossici di produzione militare in ricondizionamento epigenetico. Partendo dalla figura di Carlo Calcagni, "un militare - ha detto con la voce carica di emozione - che nel dovere di servire si è trovato deportato nella stanza del disagio fisico e della malattia, Montilla ha definito "un dono" l'averlo conosciuto, "un dono della conoscenza non clonabile, che con le sue patologie indotte ha aperto un file di ricerca scientifica". Quindi, l'oncologo ha voluto fare pubblicamente "un ringraziamento al prorettore Unical Patrizia Piro, interessata alle patologie ambientali e a ulteriori stimoli e approfondimenti sul tema della onco-tossicologia su target genomico".
Interesse che, al termine del convegno, è sfociato nella richiesta di una collaborazione tecnico scientifica universitaria, per l'attivazione di progetti di studio scientifici, e di insegnamento, orientati alle patologie da agenti chimici antropici da impatto ambientale. Richiesta che ha incontrato piena disponibilità nel relatore d'eccezione, a sua volta rimasto colpito dalla perfetta organizzazione dell'incontro.
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