di GABRIELE RUBINO
Sarà una corsa contro il tempo e non è detto che ci si riesca. Anzi, è molto probabile che la mossa del Comune di optare per la gestione diretta di due specchi d'acqua, ulteriori, nel porto di Catanzaro non vedrà la luce entro la stagione estiva (LEGGI QUI PER I DETTAGLI). Non fosse altro perché fra tempi burocratici e sostanziali non ci sono margini per riuscire nel miracolo. L'atto d'indirizzo assunto dalla Giunta comunale varrà per il dopo e in prospettiva, in attesa dei lavori di riqualificazione del porto, un ampliamento dell'offerta per l'ormeggio.
Ma per l'estate 2025 quali posso essere le soluzioni praticabili? Da tempo c'è in ballo il famoso terzo specchio d'acqua affidato alla Catanzaro Servizi, la società partecipata da Palazzo De Nobili. In questo senso, prosegue il lavoro silente dell'amministratore unico Gianluca Silipo. Proprio nelle scorse ore è stata inviata ad almeno una società operante nel settore un invito a presentare un'offerta per il noleggio di 22 pontili, con tanto di passerella. L'eventuale offerta dovrà essere presentata entro il 6 maggio e la consegna dei pontili entro il 21. Il noleggio dovrebbe avere una durata di due anni. Ovviamente non è detto che l'offerta arriverà, per questa ragione si procede con i piedi di piombo. E anche se il tutto dovesse formalizzarsi non è finita così. Poi occorrono ulteriori passaggi tecnici. Quindi, anche con la soluzione 'terzo specchio d'acqua' si arriverebbe con il fiato cortissimo nell'ottica di garantire un minimo di servizio ai diportisti quest'anno.
Altre ipotesi? Paradossalmente, molto dipenderà dall'esito della decisione di merito del Tar rispetto al ricorso della ditta (Carmar) che negli ultimi due anni è stata concessionaria dell'area demaniale marittima con due pontili galleggianti. In sede cautelare il provvedimento di mancato rinnovo del Comune è stato sospeso solo nella parte in cui si ordina lo sgombero dell'area. Se il Comune dovesse 'soccombere' (l'udienza è prevista per metà maggio) potrebbe esserci lo spiraglio della continuità del servizio, sebbene in condizioni 'ambientali' non esattamente pacifiche. Uno stato dell'arte molto 'traballante' e con aspetti parossistici ma che dimostra tutte le difficoltà di gestire un'infrastruttura complessa come il porto, sebbene piccola come quella a Catanzaro.
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