Caso Umg, Bevacqua: "Catanzaro come Sagunto?"

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images Caso Umg, Bevacqua: "Catanzaro come Sagunto?"
Antonio Bevacqua
  04 novembre 2024 17:49

di ANTONIO BEVACQUA

Il Prof. Ciro Indolfi, nei suoi recenti interventi giornalistici e televisivi, ha utilizzato una metafora che ritengo piuttosto appropriata per descrivere la situazione in cui versa il contesto catanzarese: quella del Titanic, nei cui saloni, mentre la nave affondava, si danzava al suono dell’orchestra.

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Ma se si va per metafore, e se mi è consentito, vorrei aggiungerne un’altra io, per raffigurare, certo, la questione universitaria aperta dall’insigne Professore, ma anche la più vasta situazione che da tempo coinvolge la nostra Città e sulla quale sono più volte intervenuto: duecento anni prima di Cristo i Cartaginesi, sbarcati in Spagna, assediarono la colonia romana di Sagunto e Roma, prigioniera di interminabili discussioni, non reagì. Il risultato fu che la città venne rasa al suolo. Si dice, infatti, che “mentre a Roma ci si consulta, Sagunto è espugnata”, per censurare chi, invece di agire, perde tempo in inutili discussioni.

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Per tornare all’attualita: al Prof. Indolfi hanno replicato molte voci della politica cittadina, tra cui l’Assessore al ramo e diversi Consiglieri di maggioranza e opposizione, tutte preoccupate della perdita dell’illustre docente e desiderosi di aprire un dibattito sul ruolo dell’Università e della Città che la ospita.

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Di contro v’è stata una veemente levata di scudi, quasi l’Università fosse stata sotto attacco, da parte di alcune rappresentanze sindacali e studentesche: ancora tante parole e molti mulini ai quali far convergere acqua.

Il resto della Città: assente.

Consapevoli calcoli “antisismici”? Non saprei, ma avverto che nulla, tuttavia, prudenza o cinismo che siano, reggerà all’urto dei fenomeni che stanno privando il Capoluogo di Regione della sua autorevolezza se non si correrà da subito al riparo.

Per dire ancora dell’Università, non può essere nascosto che Città e Ateneo rappresentano elementi che solo se si influenzano a vicenda possono generare benefici sullo sviluppo complessivo. Ed ovviamente non parlo della pura rendita fondiaria se sottolineo che la presenza dell’Università in una città costituisce un fattore di vantaggio per il sistema sociale in quanto sviluppa il capitale umano e produttivo poiché funge da moltiplicatore e indotto sull’economia del territorio.  E non sfugge a nessuno quanto le Università abbiano addirittura apportato processi di cambiamento urbano nelle città che le hanno ospitate, diventando a loro volta fucina e serbatoio per le classi dirigenti tanto che in alcune città il Rettore primeggia in autorevolezza persino sul Sindaco.

Purtroppo, c’è da dire che la nostra Sagunto sta per essere espugnata anche dalla rassegnazione generale. Abbiamo assistito increduli all’evaporare, tra cronaca giudiziaria e amministrativa, di un’eccellenza europea costituita da Villa S.Anna, fatto che se letto unitamente alla questione Indolfi, apre una falla enorme sul dossier cardiologico della Città.

Io stesso ho denunciato la situazione di importantissime opere stradali, il ponte Morandi, nella fattispecie, che versa in condizioni pietose per essere la porta d’ingresso al Capoluogo. Terminati alcuni lavori di manutenzione da parte dell’Anas ora giace schiavo di una doppia fila di inguardabili ringhiere “stile Guantanamo” e di una barriera in cemento armato che restringe le carreggiate, in attesa, si dice, che termini la “fase di progettazione” delle nuove ringhiere.

Non dissimile è la questione, ancora più dolorosa, che riguarda la Cattedrale. Quanti anni sono trascorsi dalla sua chiusura? Quanti annunci abbiamo ascoltato e letto sulla sua sorte? Tanti, eppure la bianca costruzione resta lì, prigioniera dell’incuria e dell’indifferenza, con l’aggravante che da qualche giorno anche la Basilica dell’Immacolata è interessata da problemi che ne impediscono la normale fruizione.

Mesi addietro avevo fatto persino appello, non senza ricevere qualche disappunto, alle grandi famiglie imprenditoriali di Catanzaro, quelle che dal dopoguerra e fino alla soglia degli anni ottanta si erano caricate la Città sulle spalle rendendola un centro ricco e vitale, alla ricerca, tra le relative nuove generazioni, di capitani coraggiosi che volessero raccogliere il testimone di chi aveva contribuito a costruire le basi di quello che sarebbe stato il capoluogo di Regione.

Perciò invito tutti: Sagunto è sotto assedio, non aspettiamo di vederla distrutta.

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