Catanzaro, al Festival d’Autunno Paolo Fresu omaggia David Bowie: “Il vero eroe è chi vive con rispetto e normalità”

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Fonte: Festival d’Autunno

  25 ottobre 2025 14:28

di CARLO MIGNOLLI

Un teatro gremito e un’atmosfera sospesa tra rock, jazz e ricordi. È stata questa la cornice che ieri sera ha accolto al Teatro Politeama di Catanzaro lo spettacolo “Heroes”, omaggio a David Bowie firmato dal trombettista Paolo Fresu. L’evento, inserito nel cartellone della XXII edizione del Festival d’Autunno, ideato e diretto da Antonietta Santacroce, ha portato in scena un tributo raffinato e vibrante al “Duca Bianco”, tra melodie leggendarie e improvvisazioni di grande intensità.

Sul palco, insieme a Fresu - tromba, flicorno ed elettronica - una formazione d’eccezione: Petra Magoni alla voce, Filippo Vignato al trombone ed elettronica, Francesco Diodati alla chitarra, Francesco Ponticelli al contrabbasso e basso elettrico e Christian Meyer alla batteria.

Il concerto ha ripercorso alcuni dei brani più iconici di Bowie, da Life on Mars a Space Oddity, passando per This is not America, When I live my dreams fino  all’immancabile Heroes, con un approccio sonoro che intreccia fedeltà e reinvenzione.

Parlando del progetto, Paolo Fresu spiega che “cercare una connessione tra David Bowie e il jazz non è un esercizio intellettuale: questa connessione esiste, e racconta il suo genio più profondo”. Il musicista sardo sottolinea che “Bowie e il jazz si incontrano nella libertà della musica, nel bisogno costante di cercare e di spingersi verso direzioni nuove, spesso anche molto coraggiose”. Aggiunge che “il jazz ha in sé questa stessa tensione verso la scoperta, e per questo la musica di Bowie è attraversata da una presenza jazzistica fortissima”.

Nel parlare del legame tra i due mondi, Fresu evidenzia come “la commistione tra l’energia del rock e il fascino del jazz sia un passaggio naturale”. E ancora: “Bowie era un artista visionario, curioso, aperto. Credo che, oggi, la musica debba sempre contenere questa idea di libertà e ricerca. In questo senso, Bowie ha tracciato un percorso che ancora seguiamo, con il suo modo di reinventare la scena e di immaginare nuove forme di espressione”.

Sulla fedeltà dei brani all’originale, Fresu precisa che “le versioni di questa sera restano molto vicine a quelle di Bowie, perché non volevamo distorcere la sua musica”. Tuttavia, aggiunge che “non si tratta nemmeno di una semplice cover: ciascun musicista ha portato la propria personalità e la propria storia, per dimostrare quanto la musica di Bowie possa diventare musica d’altri, pur restando intatta nella sua essenza”.

Riflettendo sul significato del titolo Heroes, Fresu confida: “Credo che si possa essere eroi anche solo per un attimo. Oggi, l’eroe è chi riesce a vivere la complessità del nostro tempo con equilibrio e normalità”. Per lui, “il vero eroe è la persona che ogni giorno prova a vivere con attenzione e rispetto verso gli altri, chi costruisce con pazienza qualcosa di buono per sé e per la comunità”.

Nel parlare del suo rapporto con la memoria musicale, Fresu dichiara che “la musica non deve mai dimenticare il passato, perché da lì nasce ogni ispirazione. È conoscendo la storia che si può inventare qualcosa di nuovo”.

Citando Duke Ellington, ricorda che “esistono solo due tipi di musica: quella buona e l’altra”. Secondo Fresu, “oggi i linguaggi musicali si fondono sempre di più, e questa è la vera strada per il futuro. È così che si può avvicinare anche il pubblico giovane, mostrando che ciò che amano non è così lontano da ciò che considerano difficile o intellettuale”.

Raccontando la genesi di Heroes, Fresu ammette che “quando ho iniziato a lavorare su Bowie, pensavo fosse semplice. Poi mi sono accorto che la sua musica è piena di sorprese e cambi di rotta”. Rivela che “la scelta dei brani è stata complessa: volevamo attraversare le diverse fasi della sua carriera, dalla trilogia berlinese fino a Blackstar, che considero il suo testamento artistico”.

Particolarmente significativa è stata la decisione di affidare le canzoni a una voce femminile: “Cercavo una voce che potesse rappresentare Bowie, e Petra Magoni è stata la scelta perfetta: folle, intensa, capace di entrare nel suo mondo con grazia e forza. È stata una delle operazioni più difficili che io abbia mai fatto”, racconta.

Antonietta Santacroce, direttrice artistica del Festival d’Autunno, spiega che “l’obiettivo di questo concerto è far conoscere David Bowie attraverso un dialogo tra l’energia del rock e l’eleganza del jazz”. Aggiunge che “Heroes si inserisce perfettamente nel tema ‘Linguaggi Senza Tempo’, perché Bowie è un artista che sfugge a ogni definizione: la sua musica abbraccia generi diversi e continua a ispirare”.

Santacroce evidenzia come “Paolo Fresu abbia saputo reinterpretare Bowie con grande rispetto, ma anche con un tocco di modernità. La scelta di una voce femminile è stata brillante: Petra Magoni ha saputo cogliere lo spirito del Duca Bianco, condividendo con lui quella dimensione teatrale e visionaria che lo ha reso unico”. E sottolinea che “Heroes è uno degli spettacoli più attesi della stagione: un connubio perfetto tra due mondi musicali, capace di regalare emozioni e di ricordarci quanto la musica possa essere universale”.

La direttrice conclude accennando al prossimo appuntamento del festival: “Anche lo spettacolo di Alice, che seguirà Heroes, continuerà questo viaggio nei ‘Linguaggi Senza Tempo’. Alice proporrà non solo i suoi successi, ma anche brani di grandi autori come De André, Fossati e Battiato. È un modo per continuare a raccontare, con sensibilità e profondità, la musica più bella del nostro secolo”.


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