Catanzaro, alla scoperta del Teatro Politeama con "La Nave Teatro"

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  28 dicembre 2025 17:15

di IACOPO PARISI

Assistere a uno spettacolo teatrale significa, per definizione, concentrare lo sguardo su ciò che accade in scena. La visita guidata drammatizzata, in programma dal 27 al 30 dicembre a Catanzaro al Teatro Politeama Mario Foglietti, ribalta completamente questa prospettiva. È proprio questa inversione di punto di vista l’elemento che più colpisce e che rende l’esperienza qualcosa di diverso rispetto a una consueta serata a teatro.

Ciò che emerge con forza è quindi la possibilità di osservare il Teatro senza la "mediazione" dello spettacolo: l’attenzione non è più catalizzata dall’opera o dalla performance, ma dall’edificio stesso, dai suoi dettagli architettonici, dai simboli disseminati negli spazi, da quelle scelte estetiche che normalmente restano sullo sfondo.

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La Nave Teatro nasce da un’intuizione di Settimio Pisano, direttore generale del Politeama, che ha voluto trasformare una semplice visita guidata in un vero e proprio racconto teatrale, affidandone la scrittura, elemento fondamentale della produzione, a Giacomo Carbone. Una scelta condivisa dalla sovrintendente Antonietta Santa Croce:
"Come Fondazione Politeama abbiamo voluto drammatizzare la visita guidata perché di solito quando lo spettatore arriva è concentrato su ciò che va in scena. Invece abbiamo voluto che, dopo 23 anni di attività, l’attenzione degli spettatori fosse concentrata per una volta sull’edificio che occupa le rappresentazioni, che comunque ha una sua storia, una sua anima, una sua magia".

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A guidare questo viaggio è l’attore e performer Francesco Gallelli, che accompagna i visitatori lungo il percorso assumendo il ruolo di una presenza costante, capace di dare voce e ritmo agli spazi del teatro. Il suo racconto si modella di volta in volta sull’architettura del Politeama, lasciando che siano gli ambienti stessi a suggerire tempi, pause e cambi di tono. La parola si alterna al silenzio, la narrazione all’ascolto, in un equilibrio che invita il pubblico a osservare con maggiore attenzione ciò che lo circonda. Ne deriva una conduzione che non si limita a spiegare, ma che costruisce un’esperienza sensoriale e immaginativa, nella quale lo spettatore è chiamato a lasciarsi trasportare lungo un percorso che, come una navigazione, attraversa spazi e suggestioni sempre differenti.

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Il Politeama, inaugurato nel 2002 e progettato da Paolo Portoghesi, si racconta così attraverso le sue forme e i suoi rimandi simbolici. Dalla facciata che richiama il Barocco borrominiano, alla grande conchiglia che domina il soffitto sopra la platea, fino alle balconate ispirate al violino, ogni elemento concorre a costruire l’idea di un teatro concepito come strumento musicale e visivo insieme. Le decorazioni a sette punte dei palchetti, a simboleggiare le note musicali, e il colore damasco delle sedute – omaggio alla tradizione serica catanzarese – rafforzano il legame tra architettura, musica e identità del territorio.

Il valore aggiunto della visita sta però anche nell’altra prospettiva offerta al pubblico: quella degli attori. Il percorso conduce infatti sul palcoscenico e dietro il sipario, permettendo di respirare le emozioni che precedono l’ingresso in scena. Quando il sipario si chiude e la platea si rivela dal punto di vista del palco, l’impatto è sorprendente: lo spazio assume una dimensione diversa, più imponente, quasi vertiginosa, e restituisce con chiarezza la responsabilità e l’intensità che accompagnano chi recita.

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La produzione, realizzata in collaborazione con Teatro del Carro, conferma la vocazione del Politeama a essere non solo luogo di rappresentazione, ma spazio di sperimentazione culturale e artistica. La visita attraversa foyer, platea, palcoscenico e si conclude con una visione panoramica dall’ultimo piano, restituendo un’immagine complessiva di un edificio che, osservato da vicino, rivela una ricchezza spesso invisibile durante uno spettacolo.


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