Catanzaro, "Beyond the binary": presentato il saggio su salute, identità di genere e inclusione

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  03 dicembre 2025 20:19

di GAETANO MARCO GIAIMO

Un libro che porta i lettori in territori difficili, scomodi, densi di domande fondamentali, focalizzando il dibattito pubblico, accademico ed istituzionale su una problematica che è terreno fertile per la riflessione: è questo Beyond the Binary: Connecting Medical Humanities and Healthcare for Inclusive Transgender and Gender Diverse Experience, saggio di Davide Costa, assegnista di ricerca presso l'Università Magna Graecia, presentato questo pomeriggio nella Sala Gissing del Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro. L'opera, scritta integralmente in inglese e già pubblicata in tutto il mondo, sta raccogliendo successo in campo accademico proprio perché propone una riflessione interdisciplinare sulla relazione tra salute, identità di genere e inclusione, con particolare attenzione alle esperienze e alle necessità delle persone transgender e di genere diverso, approcciandosi al campo delle medical humanities da un punto di vista innovativo, come emerso nel corso del dibattito di questo pomeriggio.

A moderare la discussione è stata Daniela Cappelli, responsabile della comunicazione dell’associazione Astarte che ha patrocinato l'evento, oltre ad esser attiva dal 2011 nell'ambito della promozione sociale e della tutela delle persone vulnerabili. L'intervento introduttivo è stato affidato al Prof. Raffaele Serra, docente di Chirurgia Vascolare dell’Università Magna Graecia di Catanzaro: dopo aver tracciato il profilo dell'autore, "figura che sfugge alle classificazioni generiche, personalità poliedrica, intellettuale che ha deciso di usare la scienza per illuminare le zone d'ombra delle disuguaglianze e delle fragilità", ha dato una breve descrizione del libro. "Questo saggio è utile a chi opera nella sanità, a chi si occupa di diritti umani, a chi vuole comprendere meglio il mondo in cui vive, per riconoscere che la diversità non è un ostacolo ma una risorsa: bisogna trasformare la cura in un atto etico, quando le scienze umane incontrano la medicina, essa non ne esce indebolita ma completata", ha concluso il professore. 

In collegamento da Roma, ha voluto dare il suo contributo anche la dottoressa Simona Montuoro, psicologa e psicoterapeuta esperta in violenza di genere, spiegando la prospettiva usata dai terapeuti in ottica cognitivo-comportamentale con le persone transgender e il modello innovativo proposto dall'Università di Tor Vergata per favorire l'inclusione. "Questi individui spesso presentano pensieri disfunzionali a causa di fattori ambientali: i problemi non vengono dalla propria percezione di sé ma dal messaggio che arriva dagli altri", ha spiegato la terapeuta, "partire dalla intersezionalità ci permette di considerare la struttura cumulativa che genera lo stress". Il focus è stato portato anche sulla "Carriera Alias", strumento che, dal 2016, permette agli studenti di Tor Vergata che attraversano un percorso di transizione di genere di ottenere l’assegnazione di un’identità provvisoria, transitoria e non consolidabile, con rilascio di un nuovo documento di riconoscimento indicante il cognome, il nome scelto dall’interessato e la matricola universitaria, per favorirne l'inclusione. "Da ieri questa procedura è attiva anche all'Umg", ha sottolineato Costa nel corso del dibattito.

A prendere poi la parola è stata Maria Grazia Muri, assistente sociale e presidente di Astarte, che ha riportato una toccante testimonianza di vita riguardante l'incontro con una vittima di violenza: "Questa ragazza, accompagnata in ospedale dal padre che parlava al posto suo, non riportava alcun segno visibile di percosse. Quando io e la mia collega siamo riuscite a rimanere sole con lei, ci ha detto 'Non so chi sono ma sicuramente non sono chi vorrebbero che fossi', facendoci capire che il problema riguardava la sua omosessualità, iniziando poi a narrarci tutte le violenze subite dalla società. La cultura deve cambiare e dobbiamo lavorare molto su questo: alla base di tutto ci dev'essere il rispetto". L'avvocato Pietro Marino, presidente ConfProfessioni Calabria e presidente dell’Associazione Nazionale Vitambiente, ha invece analizzato le problematiche giuridche dell'impianto normativo in relazione a quanto trattato in Beyond the binary, con un'interessante esposizione legata a come la giurisprudenza sia andata a colmare le lacune legislative. "Le proposte da portare avanti riguardano la creazione di una procedura amministrativa più semplice per la rettifica anagrafica, un riconoscimento esplicito dell'identità di genere nelle leggi antidiscriminatorie, protocolli sanitari uniformi e obbligo di formazione su queste tematiche per operatori pubblici e sanitari", ha concluso l'avvocato. 

La parola è, infine, passata all'autore, che ha voluto narrare ai presenti le travagliate fasi che ha attraversato per arrivare alla pubblicazione del libro, rielaborazione e rivisitazione del suo progetto di dottorato di ricerca: l'idea nasce dalla mancanza di studi in ambito della sociologia sulla salute transgender, passa per diversi momenti di sconforto, dovuti anche alla bocciatura di alcuni articoli proposti alle riviste scientifiche, culminando poi nella pubblicazione dell'opera a livello internazionale. "Il saggio si apre con la definizione di diversità, concetto che io odio, e il suo ruolo nella sanità. Durante lo studio ho scoperto che le persone transgender sono talmente terrorizzate dal sistema sanitario che spesso ricorrono al mercato sommerso, provocando dei danni irreparabili al proprio organismo. Nel secondo capitolo analizzo la variabile del capitale sociale che non era mai stata studiata in relazione alle persone transgender: questa ricerca all'inizio non è stata accolta bene ma oggi vanta diverse citazioni e approfondimenti, grazie anche al concetto delle choosen family, le famiglie scelte composte da persone appartenenti alla comunità Lgbt, per la prima volta applicato a questo contesto. Altra novità è l'analisi delle barriere macro, meso e microsociali, a livello sistematico, processo che mi ha portato alla creazione di due importanti modelli che hanno il mio nome. Il capitolo quarto è il fulcro della ricerca e vede, al suo interno, l'incrocio dei punti di vista dei professionisti sanitari e delle persone transgender, con due metodi d'indagine diametralmente opposti: la somministrazione di un questionario online e la raccolta delle esperienze dirette. Ciò che ne è emerso è la presenza degli stessi problemi ma da due approcci completamente diversi: è venuta fuori l'ignoranza dal lato sanitario mentre l'indagine qualitativa ha fatto risaltare come il linguaggio inappropriato sia uno dei principali fattori che porta alla sfiducia verso il sistema. Nel capitolo quinto abbiamo voluto abbinare a venti foto realizzate o curate da Anna Rotundo, una per ogni persona intervistata, una frase scelta da loro per raccontare la propria storia. Il capitolo conclusivo indica le proposte che, per me, portano al superamento delle barriere e ad andare oltre il binario".

Lo spazio aperto ai presenti per porre domande a Costa, visibilmente commosso nel momento dei ringraziamenti, fa emergere alcuni attacchi subiti all'annuncio della pubblicazione del libro che hanno destato, per fortuna, più di una reazione di condanna e sdegno. L'annuncio conclusivo, invece, è legato alla data del 13 dicembre: l'Umg ospiterà infatti la proiezione del docufilm di "Beyond the binary", con alcune delle persone intervistate pronte a dare una narrazione diretta della propria storia. L'iniziativa di oggi e quelle che seguiranno rappresentano dunque un’importante occasione di approfondimento sulle pratiche di accoglienza e di comprensione delle esperienze transgender e di genere diverso nei contesti sanitari e socio-culturali, per favorire un mondo sempre più aperto, inclusivo e giusto.


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