di IACOPO PARISI
Ha preso il via ieri “Catanzaro Contemporanea”, la nuova rassegna internazionale dedicata all’arte e alla cultura, che fino a domenica 6 luglio trasformerà il Complesso del San Giovanni in un crocevia di linguaggi e visioni del presente. Un appuntamento ambizioso che intreccia videoarte, cinema d’autore e riflessione critica, portando nel cuore della Calabria nomi e pratiche della scena contemporanea italiana e internazionale.
Ideato e curato da Francesco Vaccaro, e promosso dal Comune di Catanzaro con il patrocinio della Regione Calabria, della Fondazione Marisa Bellisario, dell’Ordine degli Architetti della provincia di Catanzaro e dell’Università Magna Graecia, “Catanzaro Contemporanea” è realizzato in collaborazione con Artecinema Napoli e con l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.
Francesco Vaccaro ha aperto il programma spiegando la visione alla base del progetto:
“Vogliamo far incontrare l’arte contemporanea con il territorio calabrese. Il progetto si sviluppa su tre linee di linguaggio: la mostra di videoarte ‘VIDÌMU’, la rassegna di film e documentari sull’arte ‘ARTECINEMA a Catanzaro’, e infine le conversazioni, i talk. Diversi linguaggi, ma tutti incentrati sull’arte contemporanea.”
Presente all’apertura anche l’assessora alla cultura Donatella Monteverdi, che ha commentato:
“Un evento bellissimo sotto tanti punti di vista: la mostra è splendida, ci sono il cinema, le conversazioni. Ma soprattutto c’è un rapporto vivo con una città che si apre a esperienze diverse, senza rinunciare all’orgoglio locale. Questa è la strada giusta, e comincia a dare i suoi frutti.”
Anche Vincenzo Costantino, assessore al turismo e al marketing territoriale, ha sottolineato l’importanza di eventi come questo nel rafforzare il legame tra cultura e territorio, creando nuove opportunità di attrazione e visibilità per Catanzaro.
La rassegna ha avuto inizio con l’inaugurazione di “VIDÌMU”, mostra di videoarte a cura di Claudio Libero Pisano, che propone uno sguardo articolato e plurale sulla produzione artistica contemporanea. In mostra, le opere di Sonia Andresano, Elisabetta Benassi, Bruna Esposito, Julia Ghita, Myriam Laplante, Raffaella Mariniello, Marzia Migliora e Fiamma Montezemolo: otto artiste che, attraverso il linguaggio del video, esplorano temi legati all’identità, alla memoria, al corpo e al paesaggio, offrendo uno spaccato potente della contemporaneità.
“Vidìmu, in calabrese, è un verbo che esprime più che il semplice guardare” – spiega Pisano – “una parola oziosa che contiene diverse opzioni sul modo di vedere le cose, senza fermarsi a ciò che appare, che sta di fronte, spostando invece lo sguardo verso i confini e la periferia dell’immagine, dove si rivelano soluzioni altre.” Una dichiarazione che evidenzia l’intento profondo della mostra: stimolare un vedere che sia anche pensare, decentrato e interrogativo.
A seguire, si è svolta la conversazione “La curatela come atto poetico”, con la partecipazione di Chiara Bertola, direttrice della GAM di Torino, e Michela Alessandrini, curatrice della Fondation Cartier di Parigi. Il talk, moderato da Vaccaro, si è aperto con la lettura di “Il sasso nello stagno” di Gianni Rodari, una metafora scelta dallo stesso Vaccaro per descrivere l’ambizione della rassegna: generare onde positive, stimolare riflessioni e trasformazioni.
Chiara Bertola, nel suo intervento, ha offerto una testimonianza intima e appassionata sul ruolo della curatrice:
“Parlare della cura è sempre difficile perché è un esercizio che va esperito. Ho imparato a curare grazie agli artisti, nel mio percorso alla Fondazione Querini di Venezia. Ora alla GAM di Torino cerco il ‘vestito giusto’ per quel contesto.”
Parlando del legame con il Mezzogiorno, Bertola ha aggiunto:
“Il Sud, dove ho avuto la fortuna di lavorare più volte, mi trasmette una grande libertà e un’emozione vera. Noi che lavoriamo al Nord abbiamo spesso una sorta di nostalgia del Sud. Qui si crede nell’arte in modo autentico, e lo sento tantissimo. Ringrazio Francesco Vaccaro e l’assessora Monteverdi per aver creduto nell’arte contemporanea.”
Michela Alessandrini ha invece sottolineato l’importanza dell’atteggiamento poetico nella pratica curatoriale:
“La poesia è anche un’attitudine nel costruire relazioni. Il curatore può essere un ponte tra pubblici diversi e discipline diverse. È un modo per connettere l’artista con il pubblico, anche attraverso contesti geografici e culturali differenti.”
A proposito della Calabria e dell’iniziativa, ha dichiarato:
“Sono molto legata a questa terra, mia nonna era calabrese. Tornare qui dopo tanti anni, per la prima volta in un contesto artistico e culturale, è per me molto emozionante. Credo che la Calabria abbia un grande potenziale. Questa iniziativa lo dimostra, portando finalmente la regione sulla mappa del sistema dell’arte.”
A chiudere la prima giornata, “Artecinema a Catanzaro”, a cura di Laura Trisorio, con il film “Arte Povera. Appunti per la storia” (2023), diretto da Andrea Bettinetti, presente alla proiezione. Un documentario rigoroso e coinvolgente che ripercorre le origini e lo sviluppo del movimento dell’arte povera, nato tra Torino e Roma a fine anni Sessanta. Bettinetti ha spiegato: “L’arte povera è stato un movimento rivoluzionario, radicale, che ha rotto confini all’interno dell’arte. È ancora oggi molto seguito, soprattutto da artisti in Africa, Asia e America Latina, proprio per la sua capacità di parlare di libertà espressiva e superamento delle barriere.”
La prima giornata di "Catanzaro Contemporanea" si è così conclusa lasciando un’impronta forte, grazie alla qualità dei contenuti e alla massiccia e attenta partecipazione del pubblico. Un segnale incoraggiante per le giornate a venire, e forse per un nuovo capitolo della Calabria nell’arte contemporanea.
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