Catanzaro, don Andrea Perrelli: "Il pianto del Vescovo Vitaliano"

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  23 giugno 2025 19:15

di DON ANDREA PERRELLI  

Ancora una volta, ripeto, si torni nel mondo reale o normale, in una visione possibile e concreta, affidata alle nostre mani. La città, porta inquietudine, interrogandosi:"che ne sarà?" È necessario svegliarsi. Uscire dal limbo che ottenebra coscienza e mente. Il vento dei "Dormienti" non si arrende né alla prepotenza, né ai silenzi  per non operare e realizzare. È un vento che ha il coraggio di non piegare la Dottrina Sociale della Chiesa alla tragicità del momento effuso di arroganza, tra dubbi e contraddizioni, in una confusione senza senso che non porta da nessuna parte. È un'"ora desolante" di fatica esistenziale che, dal Camposanto, si respira in tutta la città, ma l'identità di noi catanzaresi è la fortezza a resistere a ogni prova e contro ogni prova, guardando sempre avanti, in attesa della "quiete dopo la tempesta", dove "e chiaro nella valle il fiume appare" (Giacomo  Leopardi, la quiete dopo la tempesta), in artigiani del bene comune.

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Un cimitero è un obitorio squallido e squalificante per l'intera città. Ma la vita è più forte della morte in una pigrizia mentale che si sveglia quando vuole o come vuole. "La vita si gioca con passione" (Papa Francesco), con il fascino della modestia, per guadagnarsi la stima e l'affetto di un'incredibile intensità.

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"Ci si appiattisce in un'esistenza che scorre, senza più stupore, senza più spessore, come le immagini sul video. E noi compiamo le nostre scelte come se spingessimo i tasti di un telecomando: crediamo di scegliere e invece siamo scelti. Si moltiplicano le feste, ma manca la festa. E le letizie diventano sbornie ; gli incontri, frastuoni; e I rapporti umani, orgie da Lupanari". (Vescovo Bello, la carezza di Dio, lettera a Giuseppe).

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Dalla sua cattedra, il Santo Patrono continua ad abitare la nostra cara Catanzaro, facendoci guardare avanti, diffondendo fiducia, con la serietà del"Suo Pastorale", artigiano del bene comune, con fermezza, correggendo senza disprezzare, in questa città travagliata e complicata da tanti altri drammi, incontestabili e sempre risorgenti.

Manca oggi un autorevole punto di riferimento con discorsi seri e azioni coerenti, con la saggezza di rincodurre le cose alle giuste dimensioni, per sorridere e far sorridere la città.

In conclusione, il XXV Vescovo di Capua invoca ogni benedizione di Dio sulla città, sui responsabili delle istituzioni e sul territorio, su tutti coloro che abitano questa città, ne onorano la storia, ne preparano un futuro, vi seminano fiducia anche in questi tempi travagliati. Più che l'inno alla crescita ci vorrebbe l'inno all'attenzione. Attenzione a chi cade, al sole che sorge e che tramonta, ai giovani che crescono, attenzione anche ad un semplice lampione, ad un sampietrino scrosato. Io aggiungerei due punti alla gentilezza. San Vitaliano benedice tutti i suoi figli : siate benedetti voi che sapete guardare avanti e diffondere fiducia con la serietà e la gentilezza della gente perbene, come artigiani del bene comune. Siate benedetti voi tutti che avete stima di voi stessi e che per ciò vi fate avanti con determinazione e gentilezza, e trovate insopportabili e ridicole l'arroganza e la presunzione.

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