Catanzaro, Rom occupano casa destinata ai Corasoniti: Costanzo suona la sveglia al Prefetto

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La famiglia Corasoniti alla consegna della nuova casa
  17 febbraio 2023 13:21

Calvario senza fine per la famiglia Corasoniti. Dopo aver subito una delle tragedie più grandi con la straziante perdita di tre giovani figli nel rogo che sconvolse un'intera città, una piccola luce pareva essersi riaccesa in un futuro ancora lacerato dal dolore: una nuova casa era stata loro donata nel centro del quartiere Lido di Catanzaro, grazie alla disponibilità di Fondazione Città Solidale che aveva accolto la richiesta di aiuto da parte del Comune. Erano stati così avviati i lavori di ristrutturazione dall’Aterp, lavori costretti ad arrestarsi in questi giorni a causa dell'occupazione abusiva dell'immobile da parte di una famiglia Rom con minore a carico.

Il fatto sarebbe stato immediatamente denunciato alle autorità competenti e nel mentre, Comune e Aterp avrebbero cercato di trovare un punto d'incontro tra le parti senza però ottenere i risultati sperati. 

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Monta così la polemica e si attendono interventi concreti per evitare ulteriori danni e disagi alla famiglia Corasaniti. "La situazione è chiara a tutti, sicuramente le famiglie, quando ci sono bambini e minori di mezzo, vanno sempre trattate con prudenza, ma è necessario far sentire la presenza dello Stato per non trasformare un’area come quella di via Caduti XVI Marzo in una zona franca". Scrive il consigliere comunale Sergio Costanzo, che aggiunge come: "Da solo un sindaco non può fare nulla. Il mio appello va, quindi, al Prefetto di Catanzaro, in primis, affinché su questo argomento si adotti il pugno duro, con interventi risolutivi da parte delle forze dell’ordine, e assicurare il rispetto delle regole e dei diritti". 

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"Nelle more, dopo tutto ciò che la famiglia Corasaniti ha dovuto passare, con la perdita di tre giovani vite, mi faccio anche io portavoce della loro legittima richiesta nei confronti dell’Aterp - aggiunge Costanzo - si individui una sistemazione definitiva alternativa, lontana da quei luoghi dove si è consumata la tragedia e dove i superstiti, costretti ad affrontare ancora costose ed impegnative cure, potranno ricominciare a vivere dignitosamente”.

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