
di MARCO VALLONE
Si è tenuto questa mattina, presso l'università Magna Graecia di Catanzaro, un importante congresso medico sul trattamento del tumore del polmone nelle fasi iniziali, organizzato dal provider Xenia di Francesca Mazza. Nello specifico l'appuntamento, denominato “Il trattamento del tumore del polmone negli stadi precoci: stato dell'arte e prospettive nell'era dell'interattività”, ha avuto come responsabili scientifici Marco Chiappetta e Vito Barbieri. Ricopre invece il ruolo di presidente del Comitato scientifico Francesco Givigliano.
Marco Chiappetta, responsabile scientifico dell'evento e professore di chirurgia toracica presso l'università Magna Graecia di Catanzaro, nonché direttore dell'U.O.C. di chirurgia toracica presso l'azienda ospedaliero universitaria “Dulbecco”, ha evidenziato come la prevenzione in questo campo sia “fondamentale. Speriamo che presto inizieranno i nuovi programmi di screening a livello nazionale: punteremo ad aggiungerci, coinvolgendo anche il nostro territorio”. In generale oggi invece la discussione si è incentrata, in ottica di più largo respiro, su “come sia diventato multidisciplinare il trattamento e l'approccio al tumore del polmone. Abbiamo discusso anche di come i diversi attori che trattano la patologia possono interagire per migliorare le diagnosi e le cure dei pazienti”. L'iter di cura prevede “un trattamento non fondato su una sola tipologia – ha spiegato il professore Chiappetta -. C'è un'interazione tra le diverse possibilità: tutto parte dalla conoscenza della biologia del tumore, e da qui c'è l'interazione tra i diversi attori. Tra il chirurgo, l'oncologo e il radioterapista. Mentre, in fase preclinica, si interagisce con i radiologi, i medici nucleari, i biologi, gli anatomopatologi, per quel che concerne la definizione della malattia”.
Tra i presenti, spiccano nomi di prestigio del panorama nazionale ed internazionale della chirurgia toracica. Ad esempio Stefano Margaritora, direttore dell'U.O.C. di chirurgia toracica del Policlinico “Gemelli” di Roma, che a sua volta ha definito “importantissima” la prevenzione. “Scoprire un tumore del polmone in fase precoce – ha sottolineato – è fondamentale per la prognosi e la sopravvivenza delle persone. Quindi per la prevenzione bisogna incoraggiare sempre di più le persone a fare i controlli. Oggi il controllo è esclusivamente con una Tc a basso dosaggio, ma la biopsia liquida, cioè un semplice prelievo di sangue, sta facendo passi da gigante. E' importante mettere a punto la terapia del tumore del polmone in fase precoce. Oggi è una terapia ancora esclusivamente chirurgica, ma, grazie agli enormi progressi soprattutto dell'oncologia medica e dei nuovi farmaci che si stanno affacciando nel panorama attuale e futuro, sicuramente sarà una terapia integrata, non puntando solo sulla chirurgia ma comprendendo anche molti farmaci di nuova generazione che entreranno in uso e miglioreranno ulteriormente la prognosi dei tumori, quando per fortuna sono scoperti in fase precoce e sono quindi molto piccoli”.
L'importanza della chirurgia, in questi casi precoci, si evidenzia soprattutto per evitare l'estensione del tumore dal polmone ai linfonodi: “Sappiamo oggi – ha affermato Stefano Margaritora – che quando un tumore del polmone è scoperto al di sotto dei 2 cm la possibilità che si sia già diffuso ai linfonodi, o peggio ancora a distanza, è quasi nulla. Non è zero perché in medicina lo 0% non esiste, ma è bassissima. Da qui quindi l'importanza di operare, in questi casi, nel più breve tempo possibile in modo radicale, proprio per assicurare alla persona colpita dal tumore del polmone la guarigione”.
Tra gli ospiti si evidenzia, tra gli altri, anche la partecipazione di Marco Alifano, professore di chirurgia toracica e direttore del servizio di chirurgia toracica dell'ospedale “Cochin” a Parigi, servizio “con un forte orientamento per la chirurgia oncologica, in particolare per la chirurgia del cancro del polmone – ha spiegato -. La chirurgia del cancro del polmone è oggi sempre di più integrata in gestioni multidisciplinari e multimodali, con dei miglioramenti che sono evidenti nelle probabilità di sopravvivenza a lungo termine. C'è ancora ampio spazio, margine, per questi miglioramenti che saranno possibili quando ci sarà un'interazione sempre più stretta tra le competenze dei vari specialisti, sia in clinica che in ricerca, per questa problematica”.
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