Catanzaro, gioia e solennità per l'ordinazione presbiterale di don Simone Samà

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  13 gennaio 2025 18:19

Nella serata di domenica 12 gennaio, festa del Battesimo del Signore, la Basilica “Maria SS. Immacolata” di Catanzaro ha accolto con gioia e solennità l’Ordinazione Presbiterale di don Simone Samà. La celebrazione Eucaristica, presieduta da S.E. Mons. Claudio Maniago, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, ha visto una nutrita partecipazione di sacerdoti, diocesani e no, fedeli e membri delle comunità di Guardavalle e di Taverna, luoghi legati alla vita e al ministero del nuovo Presbitero.
“Tu sei il Figlio mio, l’amato”.

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Nel cuore della sua omelia, Mons. Maniago ha preso spunto dalle parole conclusive del brano del Vangelo di Luca: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. Questo versetto, che segna la conclusione del tempo liturgico natalizio, offre una chiave di lettura profonda del mistero del Battesimo di Gesù: un evento che manifesta l’umiltà straordinaria del Figlio di Dio e il suo desiderio di condivisione totale con l’umanità.

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L’Arcivescovo ha sottolineato come il Battesimo di Cristo non sia solo un momento di rivelazione divina, ma un ponte tra Dio e l’uomo, un segno tangibile dell’amore di Dio che si fa vicino e solidale con le debolezze umane: “È l’arcobaleno divino sulla nostra vita, la promessa del grande sì di Dio, la porta della speranza e, nello stesso tempo, il segno che ci indica il cammino da percorrere in modo attivo e gioioso per incontrarlo e sentirci da Lui amati”.

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“Gesù”, ha ricordato ancora Mons. Maniago, “è sceso nel punto più basso della terra, fino in fondo alla miseria umana, mettendo lì il suo amore e tracciando così una via di uscita e di salvezza”.
Un sacerdote secondo il cuore di Dio

Rivolgendosi direttamente a don Simone, l’Arcivescovo ha tracciato un ideale programma di vita sacerdotale, centrato sull’assimilazione dello stile di Gesù. Ha invitato il nuovo Presbitero a vivere la propria missione con spirito di solidarietà verso ogni uomo, specialmente verso i più poveri e bisognosi di salvezza. Questo richiamo si traduce in un invito ad accogliere tutti, senza esclusioni, e a portare su di sé le gioie e i dolori delle persone che incontrerà nel suo cammino pastorale.

“Assimila e vivi lo stile di Gesù”, ha ribadito Mons. Maniago, elencando le caratteristiche che devono contraddistinguere il ministero sacerdotale di don Simone: solidarietà “con l’uomo povero e soprattutto bisognoso di salvezza, attraverso l’accoglienza di tutti indiscriminatamente, con una particolare attenzione a coloro che soffrono l’esclusione e l’indifferenza di tanti”; “abbassamento fino alle ultime profondità dell’essere umano fragile e ferito, attraverso la tua umiltà dolce e nel contempo coraggiosa”; condivisione e compassione “di ogni situazione umana gioiosa o dolorosa che sia,  attraverso una presenza fedele e tenace”; testimone dell’invisibile, “dei cieli aperti, attraverso un limpido sguardo di fede sulla storia e sul mondo, vivendo la speranza come promessa del Signore da accogliere qui, ora, in questa terra che soffre e geme e testimoniando un’autentica esperienza di preghiera, segno del tuo stare con Lui, origine e compimento di ogni tua attività”; “servizio generoso e infaticabile là dove sarai inviato a vivere il tuo ministero, fino al dono generoso di sé attraverso una carità ardente, che non si scoraggia e non si dà mai per vinta”.
Seminare speranza nei cuori feriti

In un tempo segnato da disillusioni e sofferenze, la missione del sacerdote è quella di essere un seminatore di speranza. L’Arcivescovo, ricordando le parole di Papa Francesco, ha poi esortato don Simone a vivere il suo ministero come un servizio generoso, sempre pronto a portare speranza dove la vita appare spezzata e senza prospettive.

“A te il Signore chiede di consumare la tua vita per seminare speranza dove la vita è ferita, nelle attese tradite, nei sogni infranti, nei fallimenti che frantumano il cuore; nella stanchezza di chi non ce la fa più, nella solitudine amara di chi si sente sconfitto, nella sofferenza che scava l’anima”.
Affidamento a Maria e ai santi patroni

L’omelia si è conclusa con un affettuoso affidamento di don Simone alle cure materne di Maria Immacolata e all’intercessione dei santi patroni della diocesi, Agazio e Vitaliano. Mons. Maniago ha, infatti, invocato per lui la protezione della Madre di Cristo, affinché lo accompagni nel suo cammino sacerdotale e lo renda un prete umile, generoso e pieno di speranza, capace di illuminare anche i sentieri più bui della vita.

La Chiesa diocesana di Catanzaro-Squillace ha, quindi, accolto con gratitudine un nuovo presbitero, segno della premura dell’Unico Pastore che non cessa mai di offrire alla sua Chiesa operai per la sua messe, vivendo un momento di grande gioia e comunione e lodando la Santissima Trinità per il dono di un nuovo sacerdote chiamato a testimoniare, con la sua vita e il suo ministero, l’amore di Dio per ogni uomo.

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