di MARCO VALLONE
Si è tenuta questa mattina l'iniziativa della Questura di Catanzaro nell'ambito della campagna permanente della Polizia di Stato contro la violenza sulle donne, definita “Questo non è Amore”. Secondo il questore Giuseppe Linares quella di oggi “è una manifestazione non autoreferenziale perché oggi presentiamo e offriamo alla provincia di Catanzaro uno strumento che è quello del trattamento dei soggetti maltrattanti. Un protocollo sui centri d'ascolto che siamo disponibili ad estendere a tutti gli altri centri d'ascolto che vorranno aderire all'iniziativa”.
Il Protocollo d'intesa per il recupero dei soggetti maltrattanti tra la questura e il centro calabrese di solidarietà, rappresentato dalla presidente Isolina Mantelli, è stato firmato nel corso dell'appuntamento, un incontro-dibattito svoltosi presso la sala delle culture del palazzo della provincia di Catanzaro. Sono stati presenti, oltre al questore, il sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno, Wanda Ferro; il prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci; il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ed altre autorità militari, civili e religiose, oltre ad esperti di vari settori che hanno portato il proprio contributo al dibattito sul tema di giornata.
Il protocollo “consente di invitare i soggetti che sono autori di violenze – ha affermato ancora il questore Linares -, negli stadi iniziali del ciclo della violenza, presso dei centri di trattamento per fare una rivisitazione delle loro azioni e del loro vissuto. In questo senso gli studi fatti dal dipartimento della pubblica sicurezza negli ultimi anni dimostrano che se il ciclo della violenza viene intercettato all'inizio noi abbiamo una deflazione delle recidive dell'80%. Cento soggetti trattati, nell'80% dei casi, non tornano a reiterare i comportamenti”. Relativamente a quali siano ulteriori dati relativi al fenomeno, il questore ha evidenziato come oggi siano stati dati “dei numeri sulle sorveglianze speciali e sugli ammonimenti che sono stati fatti. Ma diamo anche dei numeri a livello nazionale perché le percentuali ci dicono che lo strumento dell'ammonimento, che è questo strumento di prevenzione che il questore adotta, e che non è una sanzione ma serve a neutralizzare all'inizio la pericolosità, aumenta ogni anno. Siamo passati da 1000 ammonimenti tre anni fa a 4000 ammonimenti circa sul territorio nazionale”. Per quanto concerne invece il tema del braccialetto elettronico, “è una misura giudiziaria – ha evidenziato Linares -. Quindi parliamo di casi che hanno superato l'inizio del ciclo della violenza, ma sono già in un'escalation. Allora lì interviene l'autorità giudiziaria. Sul braccialetto abbiamo detto sin dall'inizio che l'Italia ha un gap tecnico che deve essere risolto, ma soprattutto perché il ciclo della violenza è polimorfo: oggi risolveremo il problema dei braccialetti, domani ci sarà un altro problema. Dobbiamo essere pronti ad ascoltare il territorio e a capire come risolvere il problema tecnico, e nel frattempo anche riflettere anche sul fatto che probabilmente questo genere di devianza criminale ha necessità di avere delle misure cautelari più severe dello stesso braccialetto”.
Il protocollo d'intesa permette, secondo il sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno Wanda Ferro, la “possibilità di un sostegno non soltanto per gli uomini maltrattanti, che non possono essere recuperati solo con la pena carceraria che spesso non rieduca, e spesso li mette in condizione, all'uscita ovviamente dall'istituto penitenziario, di commettere dei reati altrettanto gravi che sono stati inseriti, però, con nuovi strumenti, all'interno del DL femminicidio che ha completato un'opera importante: quella del 2019, con l'approvazione altrettanto unanime del codice rosso. Questo mette chiaramente in condizione le questure di poter affiancare in questo percorso, anche attraverso quindi un'istituzione importante come il centro calabrese di solidarietà, che conosciamo ormai da tanti anni, e ci vede come parte integrante ormai di questo percorso, e spesso ha sostituito anche le istituzioni. Saranno affiancate ovviamente anche le donne che hanno subito dei maltrattamenti con delle adeguate professionalità: questo significa che non servono soltanto leggi, strumenti repressivi, ma che è importante la prevenzione, è importante formare, è importante una rivoluzione culturale. L'amore non è mai violento, bisogna arrivare alle cause, e soprattutto dire ai giovani che la competizione insegna una cosa molto importante: si possono avere dei successi, ma bisogna affrontare anche degli insuccessi che spesso vedono dei no, e vedono questi giovani chiudersi nella bolla del rapporto affettivo in modo malato”.
Wanda Ferro ha poi rivendicato, da parte del Governo, l'aumento di “quasi del doppio della cifra stanziata sui centri antiviolenza e sulle case rifugio, perché bisogna anche pensare ai minori frutto di violenza assistita, che ovviamente hanno la necessità di un percorso. Abbiamo messo le donne in condizione di poter accedere al reddito d'inclusione, al reddito di libertà e a crediti agevolati con molta più facilità, per renderle libere anche dal punto di vista economico, che diventa un fatto essenziale soprattutto nella denuncia della libertà di poterlo fare quando si hanno dei figli. Credo che questo sia un passo fondamentale. A questo si sono aggiunte le stesse misure del DL femminicidio, che significa dare al questore la possibilità dell'ammonimento, e la possibilità di capire quali sono i reati spia e di poterli denunciare. Oltre 5000 braccialetti elettronici che hanno consentito 46 misure in qualche modo solo nel mese di ottobre. Chiaramente stiamo anche vagliando dove il sistema del braccialetto non ha funzionato, ma diventa un fattore importante. Tempi certi per la magistratura, formazione delle persone che dovranno accogliere nelle procure piuttosto che nei pronto soccorso. Credo che sia un accompagnamento per fare sentire le donne meno sole, e per dire che c'è uno Stato che le affianca ed è pronto a rispondere anche rispetto a quelle donne che devono essere affiancate, e non hanno il coraggio di denunciare, subendo purtroppo spesso la violenza domestica tra le mura: un ambito inviolabile più difficile dove serve la collaborazione e la denuncia”.
Il prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci, facendo riferimento alla presenza in sala di tanti ragazzi, ha sottolineato come l'iniziativa debba essere indirizzata “proprio alle giovani generazioni, per acquisire sempre una maggiore consapevolezza delle dimensioni che ha questo fenomeno e delle iniziative che sono in atto da parte delle istituzioni per fare qualcosa. Qualche giorno fa il Ministro dell'Interno ha fornito i dati sul numero dei femminicidi che fino ad oggi ci sono stati nel nostro Paese. 82 donne uccise in ambito familiare o affettivo. 51 di queste uccise dal partner dall'ex partner. Sono numeri tragici, e su questo dobbiamo impegnarci molto. Ma l'impegno è soprattutto nella prevenzione: l'obiettivo non è quello di punire l'autore del reato, questo va da sé. Ma è quello di far sì che il reato non si verifichi, non si consumi. Le iniziative di prevenzione oggi si fondano su un complesso normativo articolato ed efficace: gli strumenti ci sono, e mi riferisco in particolare alla legge 168 entrata in vigore il 24 novembre 2023. Offre una serie di strumenti importanti: l'ammonizione del questore che è stata rafforzata, la possibilità di adottare misure di tutela per le donne minacciate”.
Il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, esprimendo innanzitutto solidarietà ai poliziotti aggrediti durante un controllo a Catanzaro nelle ultime ore, ha commentato come “tra le tante iniziative che affollano queste giornate, giustamente, quella di oggi mi sembra un po' speciale. E' speciale per il tema e per la sensibilità che alimenta questa iniziativa. Di questo ringrazio davvero il nostro questore, che dimostra quella stessa sensibilità che ha sempre caratterizzato il nostro sottosegretario che ringrazio. Una sensibilità che, nel nostro piccolo, penso alimenti anche l'operato della nostra amministrazione, che sull'educazione, sul recupero, sulla prevenzione dei reati, cerca di investire nelle scuole, investendo su progetti sociali nelle zone più disagiate della città. Ringrazio ovviamente Isolina Mantelli, altra parte di questo protocollo d'intesa, e tutto il grande mondo del terzo settore catanzarese. Oltre che essere sindaco sono un uomo: sono un uomo per sempre, mentre sindaco lo sono per un po' di tempo. Sono un uomo e ogni tanto me ne vergogno un po'. In questi giorni ho letto un libro che mi ha colpito moltissimo, di Viola Ardone. Un libro su una bambina che nasce in un manicomio, e ci ricorda come i manicomi siano stati utilizzati per anni per rinchiudere le donne a loro modo diverse, pericolose, non conformiste, le donne che non si sottomettevano. Forse abbiamo pensato per tanto tempo che la chiusura dei manicomi, e tanti altri atti che avvenivano nella nostra società, potessero chiudere quella lunga fase storica. E invece oggi la cultura del dominio, del possesso degli uomini, si rinnova attraverso delle forme, anche quelle più tragiche dei femminicidi. Penso allora che noi uomini abbiamo solo una possibilità: quella di essere un po' migliori di quello che siamo. E cioè provare, anche quotidianamente, a non coltivare quella subcultura del dominio maschile, dell'irrisione della libertà femminile, che poi alimenta tutte queste forme tragiche di possesso e di dominio. Io credo che oggi la firma di questo protocollo ci consenta di essere un po' migliori, un po' più orgogliosi di essere uomini”.
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